Negli anni ’60 quando ho iniziato a frequentare la cinofilia, quella del cane puro, perché fino ad allora i cani posseduti sia da mio padre che miei, come quelli della maggior parte dei cacciatori erano senza pedigrèe, i Gruppi Cinofili locali, le associazioni venatorie, i club di appassionati sorti in diverse città italiane, organizzavano prove per cani ferma.

A bianche con Ligusticus Dero e Ligusticus Dea
Chi ne aveva la possibilità su selvaggina naturale, ma da metà aprile a fine luglio, le prove a quaglie la facevano da padrone.
Potevano essere classiche o di caccia pratica, su quaglie selvatiche catturate, di quelle d’allevamento non si parlava proprio, liberate da sapienti “mietitori”, appassionati cacciatori che ben conoscevano il loro comportamento ed i luoghi che prediligevano così da farle sentire a loro agio quando posate e, nello stesso tempo scegliere posizioni favorevoli al lavoro dei cani ed al loro involo.
Oggi queste figure non esistono più, non sono neanche più necessarie, intanto le quaglie una volta liberate sono a disagio dappertutto. I cani non le cacciano ma le fermano quando le incontrano nelle loro regolarissime diagonali, in queste prove, ormai solo classiche, oggi si cerca l’estetica della prestazione, l’esibizione del galoppo, la qualità della presa di punto.
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