CACCIATORI DI MONTAGNA, DI BECCACCE E BECCACCINI

Il più felice non è assolutamente chi ammazza di più ne tantomeno chi trova di più e neanche chi ha i cani migliori, il più felice è semplicemente colui che trae il maggior godimento e divertimento nel trascorrere il tempo nel bosco o in montagna dietro la coda del proprio cane inseguendo le prede desiderate…….."magari in solitaria nel più alto rispetto di chi e di cosa lo circonda"

Mese: Dicembre 2016 Page 1 of 4

BATTESIMO DELL’ALPE di Alberto Chelini

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M’erano sempre parsi mostri. Animali da far vedere chiusi in gabbia alle fiere dei paesi o da esporre, imbalsamati, in locali rustici dove si voleva costruire un’aria fittizia di montagna svizzera, col solito trito cattivo gusto di chi ha il pallino di creare ambienti artificiali. Quel cacciatore dell’Italia Centrale poteva pensare di poter cacciare sul serio volatili come il forcello e la bianca (la coturnice la conosciamo bene), mitici, in certo senso? Così colsi al volo la possibilità di vederli (a sparare neanche ci pensavo): versai per vaglia postale la quota di associazione per la “riserva alpina” (più cara al primo anno), e partimmo per il lungo viaggio. Il posto mi piacque appena entrai nella valle dove la riserva si trova. La strada, lasciata la principale, entrava in una enorme gola dove serpeggiava attaccata ai suoi fianchi, scavandoli, a volte, cosicché la montagna finiva per far da pensilina alla strada, che ci correva dentro e sotto, lasciandoci un enorme vuoto, come se un bruco gigantesco ci si fosse aperto il cammino.

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MATURITÀ O VECCHIAIA? di Silvio Spanò

Riflessioni di chi combatte contro il peso dell’età per mantenere viva la passione della caccia. Alla mia età (78 suonati) perdere quasi due stagioni consecutive a beccacce …è assai triste! Passi bene l’estate, in agosto, settembre ed ottobre esci con i cani che a novembre sono pronti. Non desideri più prendere beccacce, ma almeno ripetere uscite, gesti, ricordi, percorsi…illusioni e speranze, insomma…cose tue. L’idea del carniere quasi ti ripugna, ma la voglia di andare a cercare il bel frutto nascosto, al posto giusto e al momento ideale, resta il simbolo di una vita.

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Paul Caillard “Les chiens d’arréet – Races anglaises – Dressage – Ygiènes du chenil” edizione del 1890.

Grecia 2010 Vassilis Zordoumis a servire i Pointer, senza fretta..

Se i setter hanno un’origine pressappoco certa, se è possibile risalire nel passato fino alla formazione della loro razza, vi è grande difficoltà per arrivare al medesimo risultato per quel che concerne la classificazione delle razze di pointers.

Per noi, dopo accurate ricerche personali, dopo aver ascoltato i più eruditi allevatori d’Inghilterra discutere su questa materia, non restano, in sunto, nel nostro intimo, che probabilità ed incertezza. Ciascuno s’è lasciato andare a proprio gusto. I colori, la taglia sono diversi. Pointers bianchi e arancio, bianchi e marrone, bianchi e neri, neri e fuoco, tricolori, blu, tutte le sfumature sono state adottate dalla fantasia dell’allevatore ed essa non può oggi guidarci che nella individuazione di certe specie, più o meno migliorate, ma di cui è impossibile indicare la formazione prima.

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LA CERCA ESTESA di Felice Delfino tratto fa addestramento del cane da ferma

Lares e Primo

Qualunque possa essere la simpatia personale per le varie razze del cane da ferma, bisogna convenire che osservare sul terreno di caccia un cane ben costrutto, di forme armoniche, sciolto ed elastico nel movimento, correre veloce con slancio possente e con bel galoppo radente, in ampie giravolte, alla ricerca delle correnti d’aria che portino al suo naso l’odore dei selvatici, è spettacolo dilettevole pel cacciatore di classe elevata, amatore del bello, capace di gustare ogni spunto d’arte nello svolgimento della caccia col cane da ferma.

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“Il cucciolo” tratto da “La Beccaccia e il cane da ferma” di Pietro Geronzi

piero-geronzi-la-beccaccia-1-2L’arrivo del cucciolo in famiglia è sempre una lieta festa per tutti. E’ uno di quegli avvenimenti che non si dimenticano tanto facilmente, ma che fa dimenticare invece tante cose della vita…. poco allegre. Col cucciolo entra in casa una nota di allegria, un soffio di vita, un raggio di luce nuova. Si richiamano tutti i bimbi del vicinato che fanno a gara per accarezzarlo e se lo contendono l’un l’altro; e in questa dolce contesa il cucciolo ha ben poco da guadagnare, specie se è preso e tirato per le tenere gambette.

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La scelta del cucciolo, del cucciolone e del cane adulto secondo Felice Delfino tratto da Addestramento del cane da ferma

6Come scegliere il cucciolo

Vi è chi afferma che il cane buono per tutte le cacce «non esiste». Se fosse vero che non esiste il cane da ferma generico starebbero freschi tutti coloro che ne hanno bisogno, e sono in tanti! Fortunatamente invece se ne trovano ancora.

Il cacciatore che intende scegliere un cucciolo per farne un buon cane, deve indiscutibilmente contenere la sua scelta fra le razze pure. Soltanto cosi potrà avere le maggiori probabilità di assicurarsi il possesso di un buon cane da ferma tipico di razza e decoroso nell’aspetto. Il soggetto dotato delle migliori qualità venatorie dovrà però cercarlo soltanto fra i rampolli nati da genitori di provate qualità di lavoro eccelse, molto esercitati in caccia. Se è possibile accertare elette qualità di lavoro degli avi e degli altri antenati del cucciolo sarà questa una garanzia di riuscita del rampollo.

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ATTINGERE LA RIMESSA di ANDREA AROMATICO

Jack di Matteo Tebaldini

La beccaccia, la regina del bosco, il fascino e il mistero della più bella caccia col cane da ferma nella stagione sua più vera, quando le foglie ingialliscono e i sogni e i ricordi si mescolano sulla scia della passione al suono frusciante del vento del Nord.

Vi dico subito che se siete fra i vari nipoti di Buffalo Bill che s’incontrano fra bar ed armerie, queste modeste note non v’interesseranno.

Se siete poi di quelli alla Munchausen, che in mezzo al mare indovinava la terra più vicina perché… il cane gli andava in ferma dalla nave su qualche chilometrico selvatico, idem con patate.

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Il setter secondo Giancarlo Mancini

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” Un Magnifico Cane vestito di seta, galoppa veloce sulle stoppie riarse, sfiorandole appena con movimento leggero, e la sua testa è alta nel vento, a captare con volontà la brezza della sera che porta con se i forti odori della campagna d’estate.

Ad un tratto i suoi muscoli si tendono, la coda si irrigidisce, avanza come tirato da un filo invisibile, finchè i suoi passi si fanno sempre piu’ lenti, e rimane bloccato, là, in mezzo al campo che si perde all’orizzonte, divenuto statua per incanto, e solo le frange si muovono al vento, unico segno di vita.

Le rondini non volano piu’, gli usignoli non gorgheggiano, le macchine hanno smesso di transitare nella strada vicina, tutto è immobile, per la maestosità della ferma.

Ma il cuore del conduttore batte forte mentre accarezza il suo pupillo, che avanza cauto, fattosi “ora serpe, ora pantera”, verso un punto del campo, finchè rimane bloccato in un ultima definitiva ferma, con le frange della coda che sfiorano le stoppie riarse, e si morde un labbro, avido.

La brigata frulla rumorosa e LUI rimane a terra immobile e tremante, con gli occhi piu’ vivi che seguono, bramosi di ripartire, quelle ombre ormai lontane che si perdono oltre la collina.

Quel Cane è un: SETTER INGLESE, il Signore dell’aria ! (Giancarlo Mancini) “

In montagna col cane da ferma di Andrea Aromatico

C’è un ambiente dove è impossibile fingere ed ogni ora è solo quella della verità; un luogo in cui spazio alcuno vi è per la “fiction” e nel quale possono sperare di aver successo solo “quelli veri” di cacciatori a 2 e 4 “zampe”: la magica, dura, spietata… Montagna!

A Roma, quando uno si fa sorprendere in atteggiamenti equivoci (o sembra duro di comprendonio), immediatamente gli domandano: “Ma cce sei o cce fai?” Orbene, vivendo ormai nell’epoca dell’immagine, dove conta più ciò che appare di quel che si è realmente, ed essendo che questa mentalità perversa ha contaminato un po’ tutti i campi, a malincuore debbo dire che più di una volta mi è capitato d’incontrare cacciatori, specie tra i più inesperti, i quali soprattutto… cce facevano!

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Brevirostra molto anomala di Silvio Spanò

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Paolo Chinazzo ha inviato a Bonasegale la notizia, con foto illustrativa, della cattura di una brevirostra avvenuta intorno al 10 dicembre 2016 nell’alveo del fiume Piave a Maserada (TV), che merita qualche commento.

Innanzi tutto si tratta pur sempre di soggetti anomali che val la pena di segnalare, anche se una certa “inflazione” delle osservazioni negli ultimi trent’anni, facilitata dalla maggior capacità di divulgazione, ne ha poi fatalmente diminuito l’interesse e pertanto la frequenza delle segnalazioni stesse.

Sarebbe stato invece interessante sapere se il reale andamento delle comparse di  beccacce brevirostre si fosse mantenuto costante o al contrario fosse variato nei carnieri; in parole povere se il fenomeno avesse seguito una curva temporale continua e con quale andamento, ovvero si fosse trattato di comparse discontinue.

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