“C’è una cattiva aria in giro per i poeti! “
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Quando vedete un cacciatore vagante da solo con un fido cane, che batte il terreno davanti a lui, il passo lento, direi quasi circospetto, attento a ogni angolo, spiando continuatamente ogni movimento e ogni atteggiamento del cane, quando lo vedete a volte preoccupato imbracciare il fucile, a volte metterlo a tracolla, girando sereno lo sguardo indugiante intorno, potete star certo che, quasi sempre, quello è un cacciatore-poeta. Non le gaie e rumorose comitive, che pur danno spesso una gioia piena, materiale del godimento venatorio e delle varie altre attrazioni della società di amici, lo attirano, poiché lo distraggono dal suo raccoglimento interiore e ne appannano la sensibilità dello spirito. E ciò non già per disprezzo delle sane gioie della compagnia, ma per una forma di un umano egoismo, per il quale egli sa che da solo gode più pienamente il diporto preferito, riportando un maggior carniere di selvatici e di gran lunga, una maggiore copia di sensazioni.