Prosegue l’approfondimento relativo alle doti speciali che un cane da ferma deve possedere per essere definito, a pieno titolo, “beccacciaio”. Nella prima parte abbiamo visto come non basti fermare una beccaccia per potersi fregiare dei gradi di specialista ma occorra, al contrario, dimostrare spessore, risorse cerebrali e potenza olfattiva sulla beccaccia di rimessa, quella cioè che dopo essere stata disturbata una prima volta si è appena posata chiudendo le sue ali e, per un bel pezzo, si guarda bene dal muoversi per andare chissà dove.
Mese: Settembre 2019
Su un articolo di “Roma Venatoria” a firma di Corey Ford, cacciatore americano, si parla della caccia al tacchino selvatico degli U.S.A., magnificandone la difficoltà per la furberia di questo selvatico: “Il tacchino ha l’udito acuto della pecora, l’olfatto dell’orso, la vista dell’aquila, la velocità dell’antilope e l’astuzia della pantera…”. Poi viene raccontato un episodio di caccia al tacchino descritto come difficilissimo, faticosissimo, estenuante, perché fatto all’aspetto all’alba…
Sarà, ma…
Quanti “mostri da quagliodromo” avete visto in vita vostra? Quanti ausiliari preparati meccanicamente per le classiche o per le attitudinali, spacciati dai loro proprietari o conduttori come “grandi cani da caccia”, magari proprio “grandi cani da beccacce”? Certamente anche fra i cani da prove, specialmente quelle su selvaggina naturale – ma che sia davvero naturale, però! – esistono ottimi soggetti per la pratica venatoria, mescolati a robot artefatti dalla mano e dal collare elettrico: tuttavia, un conto è reperire la coppia di starne a 500 metri dal conduttore in mezzo a un tavolo da biliardo multicolore quali sono, appunto, i terreni della Polonia o della Serbia; ben altra cosa è inventarsi e “inchiodare” una Regina imbirbita di gennaio, avvezza al disturbo del cane e dell’uomo, padrona del suo territorio e per questo leggerissima.
Philippe Vignac e Franck Ricaud hanno da pochi giorni pubblicato sul loro ottimo sito web www.lachassedelabecassedesbois.com un attento studio delle situazioni climatiche nei principali Paesi di nidificazione della Beccaccia svernante in Europa occidentale valutandone i riflessi sul successo riproduttivo.

Matteo e Jack che pensano al futuro della beccaccia
A riguardo mi hanno gentilmente permesso di tradurlo in italiano e di metterlo su questo sito, chiedendomi anche di inviarlo ai nostri Amici Russi, cosa che faccio molto volentieri.
Si tratta di un lavoro originale, scrupoloso, sintetico e panoramico insieme che, nei pronostici, ci porta finalmente una voce ottimistica.
Grazie agli Autori (Silvio Spanò)
E’ l’eterno dilemma che divide migliaia di cacciatori: qual è il vero cane beccacciaio? Quante volte, al quagliodromo o in armeria, si sente dire: “Ho un cane fortissimo che ferma le beccacce”, magari da persone che si reputano esperte della materia? Ebbene, vi svelo un segreto di Pulcinella: il semplice fermare le beccacce, per quanto pratica gradita al fucile, non fa certo del vostro ausiliare un beccacciaio. Anzi. La ferma è solo l’inizio.