CACCIATORI DI MONTAGNA, DI BECCACCE E BECCACCINI

Il più felice non è assolutamente chi ammazza di più ne tantomeno chi trova di più e neanche chi ha i cani migliori, il più felice è semplicemente colui che trae il maggior godimento e divertimento nel trascorrere il tempo nel bosco o in montagna dietro la coda del proprio cane inseguendo le prede desiderate…….."magari in solitaria nel più alto rispetto di chi e di cosa lo circonda"

ADDESTRAMENTO DEL CANE DA FERMA: La fase pratica di Federico Gallo

Foto di Mario Amodeo1

Foto di Mario Amodeo

Avevamo fatto un ragionamento e una rivisitazione delle caratteristiche di lavoro e tipicità di un soggetto da ferma. Soprattutto, essendoci soffermati sulla fase di crescita del puledro, abbiamo raggiunto ora la fase conclusiva del  dialogo fra noi.

Foto di Mario Amodeo

Foto di Mario Amodeo

Ora dobbiamo cominciare a programmare una vera  svolta al comportamento del soggetto che abbiamo in mano. La fase esecutiva quindi, per quanto abbiamo già detto, non dovrà avvenire che dopo avere lasciato crescere omogeneamente il cucciolo e lo abbiamo portato a diventare cucciolone aiutandone uno sviluppo equilibrato di testa e di fisico.

Ripeto ancora che io sono contrario ad interventi di qualsiasi natura prima che il soggetto abbia maturato una psiche e un corpo idonei al lavoro. Si è idonei solo quando la tipicità si avvicinerà a quella dell’adulto e il cervello risponderà agli stimoli nel medesimo modo senza scambiare il dovere col piacere. Quindi i giochi dovranno essere terminati e si deve cominciare a trattare il cane con serietà e senza indulgenze. Ciò non vorrà dire che le lodi dovranno essere bandite anzi, al contrario, quando avrà fatto quanto richiesto, con sollecitudine e disciplina, dovranno essere l’unica compensazione che dovrà avere il nostro allievo; se non l’unica quella prevalente assieme a qualche leccornia se lo si riterrà opportuno. Io, però, non l’ho mai fatto.

Quindi dopo gli otto mesi sarà il caso di portare in campagna l’allievo e scioglierlo per consentirgli di confrontarsi col terreno. Preferibilmente solo ma anche con un compagno disciplinato e ubbidiente non farà male. Sempre attenti però che viaggi per conto suo e non vada a rimorchio del compagno altrimenti dovremo provvedere ad isolare il cucciolone perché potrebbe prendere una brutta piega, il rimorchio è in agguato.

Le indicazioni che dovremmo trarre da questo esercizio sono quelle di stabilire se il cane ha coraggio, se prende terreno, se ha un buon galoppo o trotto, a seconda della razza, e se dura fatica o è fluido nei movimenti. Ciò che rassicurerà sulla sua futura tenuta durante le stagioni di caccia a venire. In questa fase bisognerà cominciare a curare il collegamento. Caratteristica fondamentale senza la quale un  cane diventa fastidioso o addirittura inservibile.

Come fare per ottenere questa funzione? Lasciate che il cucciolone vada per conto suo e seguitelo a distanza, non asfissiatelo con richiami o con cenni, fate si che vada da solo dove lo porterà la sua curiosità. Aspettatelo dove vi siete separati perché lui tornerà lì a cercarvi, a meno che non vi abbia scorto a distanza e rientri verso di voi. Spesso, se  ha buon carattere e costumanza, vi guarderà e poi proseguirà le sue esplorazioni.

Ciò fa testo della sua intelligenza e del suo innato spirito di collegamento. Se lo ha naturale lavorerete di meno. Se ciò non fosse allora procedete nascondendovi e aspettandolo. Fate in modo che vi cerchi lui, non cercatelo voi. Vedrete che sulle prime sarà sereno ma dopo poco entrerà in ambasce, comincerà a guardarsi in giro per timore di essere stato abbandonato. Ben presto non userà più solo gli occhi ma comincerà ad usare l’olfatto.

Quello è il buon segno che vi farà capire che lui non vi perderà più. Lontano che vada sarà sempre in grado di ritrovarvi. Accoglietelo, abbracciatelo, fategli tanti complimenti che gradirà molto e ne sarà rassicurato. Il cucciolone sta diventando cane. Ripetete spesso questo espediente per fargli fissare bene nel cervello che è lui responsabile della sua condotta verso di voi e non viceversa. Quindi dovrà essere lui ad adeguarsi. Voi siete il comandante e lui e il vostro aiuto in campo.

Qualcuno dirà: ” Ma come e la selvaggina? Date retta, non è importante in questa fase anzi meno ne vede e meglio è. Questa è la fase di costruire il motore non di agire sul freno. Il cucciolone prima deve andare via a soddisfare la sua voglia di esplorare, solo in seguito quando sarà estremamente sicuro di come attaccare il terreno dovrà essere messo a contatto con il selvatico. Caso contrario il selvatico lo fermerebbe, lo renderebbe più accorto e forse più sospettoso, presto comincerebbe a restringere la cerca e, se non maturo, ad abbassare la testa nel desiderio spasmodico d’incontrare e il tasso di classe del cane ne avrebbe un sicuro deterioramento.

Solo quando vedrete che le vostre uscite avranno assicurato ciò che vi siete prefissi, solo quando avrete visto che il cucciolone avrà soddisfatto tutte le sue curiosità, espletato tutte le sue indagini, osservato tutti gli animaletti strani che avrà incontrato: lucertole, uccelletti, cavallette, farfalle ed ogni animale domestico possibile sarà il momento di metterlo davanti alla selvaggina.

Inutile dire che, se essa è di buona provenienza intendo vera e selvatica, sarà infinitamente meglio. Insegna più un capo di selvaggina vera che mille animali immessi surrettiziamente. Non importa che selvaggina sia. Si può cominciare con le quaglie a primavera, quelle d’entrata fra i grani in erba e nelle larghe praterie di gerbido. Senza dubbio è la migliore soluzione; per il terreno, la temperatura e l’abbondanza di incontri ma va bene anche nella preapertura sui monti dove hanno covato. Raccomando solo la solitaria esplorazione o il solito compagno di coppia disciplinato, fermatore e consentitore preciso, affinché non debba essere lui a disturbare l’allievo. I miei cani io li ho fatti sempre così, a primavera. In autunno erano pressoché pronti ad andare nel bosco a cercare selvaggina d’altro genere.

Se invece il cane fosse maturo per l’addestramento solo nell’autunno fa nulla. Portatelo direttamente al bosco, meglio senza fucile e da solo nei giorni di silenzio venatorio. Fornitevi di una macchina fotografica e procedete. Non fatelo stancare troppo. Un’oretta al giorno va bene. Se incontra, ferma, sfrulla, insegue non ve ne curate è il mestiere che entra. Continuate e se il cane è di buona genealogia vi darà soddisfazione presto. Anche qui vale il ragionamento meglio solo o in compagnia? Io ho fatto l’uno e l’altro, va tenuto conto sempre del carattere del soggetto. Come dicevo prima se è maturo, indipendente, ben messo sul terreno come abbiamo detto sopra non abbiate timore, andrà per conto suo; caso contrario dovrete staccarlo e farlo continuare da solo fino a piena maturità.

Potrebbe darsi il caso, ormai molto frequente, che voi non siate collocati in maniera felice per comportarvi come sopra. Per esempio abitare in città grosse non aiuta. Bisogna allontanarsi molto, le spese aumentano e ci vuole più tempo. Ecco che sopravviene la necessità di usare il surrogato. In questi casi la quaglia d’allevamento è la prima scelta. Io raccomando di non andare nei rumorosi e affollati quagliodromi ad iniziare il cane. Meglio acquistare qualche capo, buono s’intende, volatore, allevato il larghe e lunghe voliere dove si sia  “fatto” le ali e procedere in beata solitudine senza nemmeno un amico che, andando bene, disturbi con parole o consigli. Fate da voi tanto la cosa è molto semplice e non ci sono trucchi da condividere o usare. A meno che non abbiate un amico professionista e allora queste brevi note sarebbero del tutto inutili.

Cercatevi un buon posto, meglio in collina, sgombro di alberature ma costellato di cespugli, che non debba sembrare un campo di volo per aerei; insomma che somigli profondamente ad un terreno di caccia verosimile. Scendete dall’auto e prendete le quaglie, due o tre sono sufficienti; lasciatele volare e che si mettano dove vogliono,aspettate una decina di muniti che si assodino e poi fate scendere il cane per fare un giro al guinzaglio e provvedere a soddisfare i suoi bisogni fisiologici. Appena pronto, cessata la prima foga, lasciatelo andare. Meglio a  buon vento, specie nei primi tempi, perché dopo il vento se lo cercherà da solo se non sarà un fesso. Andate con calma e non chalance a fare la passeggiata come l’avevate sempre fatta prima. Non portatelo assolutamente nella direzione dove avete visto posarsi le quaglie, allargatevi quanto più è possibile e dirigetevi in quella zona solo molto dopo che il cane si sarà sfogato e inquadrato. Portarlo direttamente sull’animale è un grosso sbaglio, specie se farete come alcuni che vanno a depositare le quaglie con le mani; non vi pentirete mai abbastanza di averlo fatto perché il cane presto capirebbe e andrebbe a cercare gli animali seguendo la pista che voi avete creato.

Andate in giro come se faceste una vera cerca di caccia e lasciate al cane la maggior parte dell’iniziativa. Quando arriverà in emanazione sarà una vera sorpresa che lo ammalierà e reagirà come voi potrete vedere. Forse fermerà, forse forzerà ma la cosa non ha importanza. Avrà comunque insegnato qualcosa al vostro allievo.

Nel primo caso ad aspettarvi per concludere “insieme” l’azione, andate e non siate ansiosi, non forzate le cose, accarezzatelo e fatelo assodare, fingete che sia una cosa normale solo una bella sorpresa, fatelo guidare ed alzare l’animale.. e lasciatelo rincorrere a perdifiato. Per questo vi ho consigliato il terreno di collina. Perché potrà rincorrere senza acchiappare l’animale, cosa del tutto “indesiderata” perché potrebbe compromettere la solidità della ferma o la ferma stessa.

Nel secondo caso ad una eventuale forzatura non preoccupatevi, al primo e al secondo incontro e anche al terzo non ci sono problemi. Dovrà calibrare il suo naso e i suoi istinti ma poi fermerà sempre che si tratti di un soggetto di buona razza. Ma oggi ormai le razze sono altamente consolidate quindi dovremmo essere sicuri di non dovere intervenire. In seguito ne riparleremo.

Nel caso che il cane non dovesse incontrare non vi preoccupate ma non commettete l’errore di farlo dettagliare o di indicargli dove sta la quaglia con gesti o scagliando oggetti nella direzione presunta della sua stazione. E’ cattiva norma che non si confà con l’attività di un cane di classe.

Semmai legate, tornate all’auto e ristorate il cane con acqua eccetera e poi ritentate. Se non andrà bene nulla di male, andate a casa. Le quaglie resteranno lì e saranno buone per un’altra volta.

 

 

 

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2 Comments

  1. alessandro vattimo vattimo

    bello complimenti ,molto soddisfacente

  2. Salvatore Toggi

    Niente male argomento interessante

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