Quindici ottobre 1952; mi son segnato la data perché è stata per me molto importante. Il tempo era splendido, un sole quasi settembrino. Erano le sei del pomeriggio. Uscito dall’università. giravo per Milano, felice dei miei vent’anni, guardando in giro come un cane da caccia.
Autore: Dingo (Page 1 of 96)

Foto trovata in rete
Domanda storica e ad oggi insoluta anche se assai dibattuta, almeno quanto alla Beccaccia eurasiatica, per quella americana la risposta sembra certa : una sola!
Nell’ autunno 2018 l’alta percentuale di giovani nell’altrettanto elevato numero di beccacce arrivate e prelevate nell’Europa occidentale – d’altra parte preannunciata dai ricercatori Russi che negli inanellamenti di settembre avevano rilevato un alto successo riproduttivo a fronte di quello molto basso della stagione precedente (2017/18) cui era seguito un basso ritorno di soggetti nei conteggi alla croule – ha indotto qualche curioso della specie a pensare che questa rapida ripresa, da un anno all’altro, potesse esser legata proprio alla possibilità di una doppia deposizione e allevamento successivo di due nidiate (ovviamente grazie a condizioni climatiche particolarmente favorevoli alla schiusa e sopravvivenza di giovani).
Molti scrittori/cacciatori hanno scritto del pointer. Sintetizzo in poche righe il loro pensiero su questo “signore del vento”.
Giulio Colombo. Da “Il cane da ferma”. — Il pointer e le due razze di setters, l’inglese e l’irlandese sono i cani della brughiera, dei risi, della montagna a rada vegetazione, dove c’è da far strada se si vuole scovare e risparmiare tempo e passi; …. Io impiego il pointer anche a beccaccini e me ne trova, soddisfatto e non condivido affatto l’opinione di chi li piange come sacrificati.
Comunicato Wilderness – AIW
E intanto le autorità, tanto per essere geniali, stanno organizzando un nuovo convegno con le autorità! Ora temono sempre di più che qualche aggressione a persone li precipiti nel baratro delle polemiche, magari anche col rischio di qualche apertura di fascicolo d’inchiesta su tanti fatti del passato silenziati o fatto presto dimenticare (anche con l’aiuto dei media e di tanti sigle “autorevoli” ambientaliste, non nascondiamocelo). Certamente finiranno col dire che è dovuto ai cambiamenti climatici (ormai, tutti spiegano tutto con questo fenomeno: utile per sgravarsi di ogni responsabilità!).

Foto trovata in rete
Jean-Louis Cazenave della Commissione meteorologica del Club National des Bécassiers ha descritto molto chiaramente l’andamento climatologico relativo alla appena trascorsa stagione migratoria autunnale sul n. 289 de “La Mordorée”, Rivista Ufficiale di quel Club.Sinteticamente ne traduco i passi principali. (Silvio Spanò)
Nell’ambiente venatorio e dei fields i più esigenti in fatto di stile sono, notoriamente, i setterman. Li si riconoscono a distanza perché raccontano del proprio cane agitando le braccia a stantuffo con la testa incassata fra le spalle, come chi si aspetta una legnata sulla schiena, mimando interminabili gattonate che finiscono, sempre, con uno spalancar di braccia a ventaglio, le dita delle mani tese ed un estasiato “brrrr…le starne !”.
Cosa sarebbe la Caccia senza gli Autori che hanno lasciato pagine indimenticabili sulla grande avventura cacciatoresca? Un mondo meraviglioso perduto.
La Bonicelli non e’ solo caccia e cinofilia ma anche formazione. Per gli appassionati del cane da ferma che hanno voglia di migliorare le proprie conoscenze, per chi e’ cosciente che non si finisce mai di imparare, per chi vuole affinare il rapporto con il proprio ausiliare, proponiamo questa importante opportunita’. Chi e’ interessato non esiti a contattarmi.
Parlare di cinofilia e di psicologia insieme parrebbe inconciliabile; uno parla dell’universo dei cani e l’altra del complicato mondo umano. Ma in fin dei conti, i parallelismi ci sono. Quindi, parlare di concetti umani come lo è ad esempio, il carattere è un ottimo spunto per parlare di quello che definiamo “carattere” del nostro cane.
Di cani di questa razza tedesca, nella mia lunga vita cacciatoresca, come dice il vulcanico amico Adelio, non ne ho mai posseduti.
Ho avuto dei suoi incroci con pointers, cioè i famosi bracchi-pointers dei nostri lontani tempi, anni cinquanta-settanta; cani di ottime doti venatorie, che assommando la velocità e la potenza di naso dell’inglese con la sagacia, la rusticità, la resistenza e la cerca meticolosa del tedesco, risultavano, spesso, essere grandi cani cacciatori.