15087044_581181105340018_1747026894_nE’ sin troppo noto che la caccia alla beccaccia, nel Paese e in tutta Europa, andrebbe meglio regolamenta cancellando, di fatto, tutte quelle forme di accanimento predatorio (caccia all’aspetto, caccia in caccia in momenti di gelate improvvisa ….) che sono espressione più bassa e volgare di un istinto che, certamente, non può definirsi caccia.

Tutte queste affermazioni di principio si infrangono contro l’egoismo, la superficialità e la supponenza dei più, che, normalmente, hanno il sopravvento sulla ragionevolezza, l’etica e l’armonia.

Partendo da queste considerazioni credo che l’unico modo per dare un senso alla caccia e per ritrovare rispetto ed equilibrio sia collegare cinofilia e caccia, addestramento cinofilo e rispetto del territorio, cultura e preservazione dell’ambiente.

Se con uno sforzo educazionale non modesto, cominciassimo a concepire la caccia alla beccaccia solo come l’epilogo di un’azione cinofila valida, trascurando per convinzione tutto ciò che ne è al di fuori, avremmo risolto il problema!

Le competizioni cinofile su beccacce sono di recente introduzione e, negli anni, abbiamo assistito ad un rapido e progressivo miglioramento della qualità dei soggetti presentati in prova e ad un aumento dei cinofili che cercano cani sempre più “specialisti”.

Se, da una parte, questo fenomeno ha fatto crescere, in modo smisurato ed inopportuno, l’offerta di “cani da beccacce” e le proposte di caccia in Paesi idilliaci, dall’altra ha acceso la passione per un particolare tipo di caccia che senza un cane valido non può essere esercitata

E’ questo il momento di valorizzare, al massimo, la cinofilia “seria” fatta di competizioni in zone idonee, giudicate da esperti cacciatori che pongano come fine ultimo delle prove, la segnalazione di soggetti idonei alla riproduzione.

Se noi continueremo su questa strada dovremmo riuscire a creare una mentalità fatta di “ricerca dell’armonia cinofilo-venatoria” che non è altro che la convinzione che cinofilia, caccia, rispetto del selvatico e dell’ambiente debbano essere il senso della nostra peregrinazione nei boschi.

Ho sempre biasimato le affermazioni estreme, poco legate alla realtà e frutto, spesso, di esasperazioni smisurate: cacciare con un piccolissimo calibro (è ampiamente dimostrato che si perdono molte beccacce ferite) con un fucile ad un solo colpo, magari con un occhio bendato …..

Non è questo il senso ed il fine di un’autoregolamentazione che deve venire dal di dentro!

È importante maturare una comune visione del problema basata su concetti realistici, scientifici, dimostrabili e collegati al nostro DNA cinofilo.

Cacciamo solo col cane, spariamo solo sotto ferma e dimentichiamo tutte le altre sciocche fantasticherie!