10610485_1454791068132459_5645032726498625006_n

Sempre più grave il degrado della caccia alla selvaggina stanziale. Frequenti i casi di coloro che per risparmiare comprano il fagiano vivo, lo liberano e quindi lo fucilano. C’è la caccia alla migratoria che ha la “C” maiuscola. Poi c’è quella alla stanziale che spesso – troppo spesso – della caccia ha solo la parvenza. Diciamo che oltre il 90% della stanziale che finisce nei carnieri è nata in voliera. Malgrado ciò non tutta la caccia su selvaggina liberata può essere messa alla stessa stregua.

Ci sono fagiani messi fuori in Luglio e che – se in ambiente idoneo – dopo un paio di mesi hanno acquisito un comportamento pressoché identico a quello dei nati in libertà. Non a caso fra questi un numero consistente non si adatta e muore nell’arco di poche settimane, vittima di nocivi o di altri incidenti che nulla hanno a che vedere con la caccia. Poi ci sono i fagiani liberati un paio di settimane prima dell’apertura, molti dei quali – con nostalgia della protettiva voliera – vanno vicino alle case di campagna nella speranza di trovare il mangime con cui sono stati cresciuti (e diversi si trovano morti investiti dalle macchine sulle strade asfaltate). Io che abito in aperta campagna e che ho diversi terreni incolti attorno alla mia cascina, ogni tanto me ne trovo qualcuno sul cancello o addirittura in giardino; l’altro giorno ce n’era uno appollaiato sul fico dove beccava avidamente un frutto che pareva gradire moltissimo. Per loro sostentamento mi limito a spargere becchime ai bordi degli incolti, dove del resto anche a fine caccia qualcuno si salva, non foss’altro perché protetti dall’estrema vicinanza con la mia casa. Dal canto mio, mi guardo bene dall’abbatterli, sia perché anche agli altri faccio rispettare la distanza imposta per legge dall’abitato, sia perché trovo divertente far fare tutto l’anno un incontro ai miei bracchi ogniqualvolta li lascio correre fuori dal cancello. Poi ci sono i fagiani che vengono cacciati in riserva …. e tutto dipende dalla natura dei terrei e dalla serietà con cui è gestita la riserva. Ci sono zone in cui la vegetazione offre un’ideale protezione, dove se i fagiani sono stati liberati anche solo poche ore prima della caccia, si comportano in modo non scandaloso: cioè vagano un po’ e si acquattano in un promettente rifugio da dove si alzeranno in volo allorché il cane li ferma. E per la caccia col cane da ferma direi che sono “niente male” (laddove i veri fagiani nati in libertà sono da “Springer Spaniels” e che un tempo gli appassionati del cane da ferma giustamente disdegnavano). Poi ci sono le riserve “senza vergogna” dove il cosiddetto cacciatore è di poco preceduto dal posatore col sacco in spalla intento a disseminare i pollastri lungo il percorso che l’accompagnatore farà subito dopo fare allo Sparafucile: la regola è che il 100% dei fagiani liberati devono essere incarnierati così da massimizzare il reddito dell’impresa. È questo il colmo? È questo il peggio del peggio? Nossignori, ci sono comportamenti ancor più deplorevoli. C’è chi va dall’allevatore di fagiani, compra cinque o sei capi, li mette in una cassetta, indi va sul terreno, se li posa dove gli fa più comodo (provvedendo ad imbambolarli perché non sia mai che si spostino a piedi), poi libera il cane – anzi magari la coppia – e li indirizza puntualmente dove sa di averli posati. A volte, per non correre il rischio di sbagliare il posto, lascia nei pressi il fazzoletto. Il cane – magari dopo essere passato e ripassato tre o quattro volte vicino al fagiano – alla fine fa una ferma schiacciata ad un metro dalla vittima predestinata. Il più delle volte bisogna metterlo in volo con la punta dello stivale e – se il cane non l’abbocca con un balzo – finalmente arriva la fucilata che pone termine alla farsa. Del resto c’è la crisi, bisogna risparmiare, e così facendo con pochi Euro si portano a casa dei fagiani che – se cacciati in una riserva – sarebbero costati tre o quattro volte di più. Proprio l’altro giorno, cioè domenica 20 settembre, una fuoristrada grande quanto un bilocale più servizi si è fermata davanti a casa mia. Sono scesi due cacciatori equipaggiati come per un safari, hanno trasportato una cesta in mezzo al campo incolto lì dappresso, hanno liberato alcuni fagiani e con l’ausilio di un paio di Setter scatenati, si son dati alla pazza gioia. Unica consolazione è che ne hanno sbagliati un paio che adesso razzolano sul cancello di casa mia.