CACCIATORI DI MONTAGNA DI BECCACCE E DI BECCACCINI

Il più felice non è assolutamente chi ammazza di più ne tantomeno chi trova di più e neanche chi ha i cani migliori, il più felice è semplicemente colui che trae il maggior godimento e divertimento nel trascorrere il tempo nel bosco o in montagna dietro la coda del proprio cane inseguendo le prede desiderate…….."magari in solitaria nel più alto rispetto di chi e di cosa lo circonda"

I cacciatori con la mente offuscata, ma c’è speranza – di Mirco Peli-

Crocedomini lago della vacca

Due Crocedomini a coturnici nel regno delle bianche

Sono anzianotto e penso di aver imparato qualcosa durante la mia lunga militanza nella categoria dei cacciatori e seppur sappia che è sempre sbagliato generalizzare, posso dire che la dove il territorio diventa insufficiente e la selvaggina pure, i cacciatori che praticano la loro attività diventano strani, gli si offusca la mente. Fatto questo che non si verifica, la dove ci s’incontra raramente e la selvaggina è sufficiente per tutti, anzi in questi casi i comportamenti dei cacciatori diventa da gentiluomini.

Voglio però parlare del primo caso, che è la realtà dove ho maggiormente cacciato, e per supplire a certe carenze negli anni mi sono dato una regola, quella di limitarmi al saluto di chi incontro senza mai chiedere l’esito della giornata, evitando di attaccare bottone, perché è inutile perdere tempo a raccontarci delle frottole.

Certo che alcuni episodi che riporto mi hanno segnato, e reso difficile accettare quanto possa cambiare le persone la passione per la caccia, la dove non ha più senso praticarla.

Inizio a raccontare il più simpatico, mi sto allacciando gli scarponi appoggiando alternativamente il piede sul paraurti della macchina, quando mi avvicina un cacciatore più anziano di me, proprietario di un fondo nei pressi dove ci troviamo e dove entrambi inizieremo la caccia. “ Certo che il tuo cane, ha una cerca impressionante, io lo sento”, mi dice l’anziano cacciatore  “ non trascura neanche un angolo di terreno” e si rispondo io è un birichino. “ No, no è un gran cane, però da quando ho comperato la valle della Pozà, i cacciatori non sono più entrati perché sanno che ci vado io” Resto un attimo a riflettere, e penso ma cosa ci fa qui di primo mattino dove libero io, se hai il tuo riservino; io non devo venire sul tuo terreno e tu di primo mattino rubi il terreno agli altri. Gli metto la mano sulla spalla e gli rispondo, hai ragione non ci verro più.

Un mattino anni fa, ero seduto a godermi il nascere il nascere dell’alba, e vedere lo spettacolo dei tordi che entravano, speravo anche di vedere qualche beccaccia, quando mi si fa sotto uno, tutto affannato e mi dice che devo aprire il fucile e fargli vedere se è carico fuori orario. Lo guardo bene e mi rendo conto che non è un guardiacaccia ma un cacciatore che conosco di vista. Comincia ad inveire che le regole vanno rispettate e che l’aspetto alla beccaccia è vietato. Rispondo che lo so bene e che il fucile è scarico, ne approfitto per aprirlo, ma questo non si calma e mi rovina l’alba. Per anni l’ho incontrato in giro per la montagna senza fucile, gli hanno ritirato il porto d’armi per una storia di cinque camosci uccisi e per minacce alla vigilanza.

Accade se vai in un certa zona, che c’è uno che come ti vede e chiunque vede, lo avvisa immediatamente che ha appena trovato una beccaccia,  solo che una mattina me lo dice che era ancora buoi e non aveva ancora liberato il cane, ma disse che l’aveva alzata con i piedi. Che fai, che significato ha questo comportamento, uno solo, vattene che ci sono io tanto se l’ammazzi e la mia.

Poi c’e quello che parcheggia su al limite del bosco dove entra un sentiero e logicamente pensi parta li, sapendo che su è occupato  io libero più in basso, nulla di male se non fosse che dove libero io mi ritrovo i suoi cani, il primo giorno penso, sono cani cha allungano, pazienza. Ci sono rimasto male quel giorno che mi ha confidato che lui parcheggia in alto molto presto, ma poi si abbassa per tagliare il giro a chi parte sotto.

Succede una mattina di Dicembre che dopo due giorni di pioggia incessante, mi ritrovi la strada interrotta da una frana, non ho molta scelta o ritorno a letto, oppure giro la macchina e cambio valle, e ciò che decido di fare. Arrivo in un posto che frequento di primavera per addestrare, ma poco durante la caccia, noto che c’è gente, un fuoristrada e tre persone che guardano se entra qualche beccaccia. Scendo dalla macchina saluto e mi presento in punta di piedi, spigando cosa mi ha portato li, i locali mi conoscono di nome e facciamo quattro chiacchiere, il più anziano dei tre e proprietario del fuoristrada lungo 4 metri, fra le varie chiacchiere ci tiene a farmi sapere che essendo titolare di un officina meccanica, ha tempo per la caccia solo il mercoledì e la domenica. Fatto chiaro chiedo dove hanno intenzione di dirigersi e io prendo la parte opposta. Destino vuole che faccia due beccacce, ma ce ne sono altre in zona. Il sabato mattina ancora con la strada della mia valle interrotta e confortato che il tipo dell’officina non ha tempo per la caccia il sabato, sono di nuovo sul posto, ma… sorpresa c’è anche il pelato dell’officina che subito si rivolge a me dicendomi cosa ci faccio ancora li, “ be mi hai detto che il sabato non cacci e avendone prese due mercoledì… piuttosto tu cosa ci fai qui che mi hai detto non hai tempo” risposta “si ma se non lo trovo ora che ci sono le beccacce quando vado, anzi siccome ho poco tempo, torna dove hai cacciato fino a ora e non farmi concorrenza.”

Prima mattina apertura in zona A ma non vado a galli resto in pineta, ho il cane giovane e mi sono portato sul posto per tempo, aspetto l’alba e penso che mi piacerebbe proprio fargli incontrare una beccaccia, so che una c’è e poi il 3 Ottobre può essere iniziato anche il passo. Spunta l’alba e sono appoggiato alla macchina quando sopraggiungono altri tre cacciatori che mentre mi sorpassano senza neanche salutare, gli dico ei andate a galli o cosa? Risposta “a quello che incontriamo” e bellamente liberano i cani davanti a me, pensare che sono di quelli che in pubblico sostengono che dobbiamo rispettarci.

Questo che segue è un fatto che mi ha fatto particolarmente male, ho cacciato per dieci anni con una persona che nella vita di tutti i giorni lo considero ancora un amico, abbiamo cacciato tanto assieme e ci siamo tolti molte soddisfazioni, abbiamo  fatto la Grecia per due anni. Lui più giovane di me di 15 anni mai domo, tanto che un giorno ho dovuto dirgli guarda io non ce la faccio più a starti dietro tutto il giorno, preferisco fare solo mezza giornata e pertanto andrò da solo, cosi con due macchine siamo liberi di rientrare quando vogliamo. Dopo una stagione lui per esigenze che capisco benissimo si è fatto un altro socio della sua stessa tempra e età, vanno a galli coturnici ecc. e va bene, ma non per forza dovevamo diventare concorrenti. Succede che un giorno di pieno passo decido di fermarmi tutta la giornata e avendo battuto il mattino una zona, nel pomeriggio pensando che il posto sia libero avendoci già cacciato il mattino, puntando sulla bravura del cane lo voglio toccare, “qualcosa resta sempre indietro”. Raggiungo in macchina la casa di montagna del mio ex socio a quota 1500 “ ho ancora la chiave della sbarra che porta in quota da quando cacciavamo assieme” Ma mi ero sbagliato sono ancora li e se ciò da un lato conferma che qualcosa hanno lasciato, dall’altro mi secca aver sbagliato previsione e non essere solo, sentendo la macchina esce dalla porta della casa il mio ex socio e riconoscendomi senza neanche salutare mi dice “un’altra volta la macchina lasciala alla sbarra”.

Dicevo c’e speranza, questo lo costato se vado indietro con i ricordi, per decenni se volevi cacciare la tipica di monte dovevi costringere il cane a cacciare con la museruola, lo salvavi dai bocconi avvelenati. Successivamente la situazione è migliorata e se andavi con due gomme di scorta forse la sera tornavi a casa in macchina, si perché le gomme a terra erano almeno due. Siccome sono convinto che i cacciatori a caccia chiusa siano delle brave persone, l’unica spiegazione per questi comportamenti è sicuramente lo spazio a disposizione e la quantità di selvaggina.

Previous

Finita! di Adelio Ponce de Leon

Next

IL VALORE CINEGETICO DELLA BECCACCIA tratto da “La Beccaccia” di N. Camusso del 1920

2 Comments

  1. Federico Gallo

    CHE DIRE? dopo una lettura simile mi sono detto che ho fatto bene a smettere.. Anche se a me non è mai accaduto nulla di simile. Ma forse peggio:
    ” un giorno d’apertura vado solo come ho fatto spesso. Faccio un giro col cane per le quaglie e ne prendo due. Appena c’è luce mi apposto su un dirupo dove ho visto transitare i colombacci e le tortore. Brucio qualche cartuccia e ne prendo tre. Stanco e accaldato rientro a casa, conto di rifocillarmi e riposarmi poi tornare nel pomeriggio.Il luogo non dista molto dal centro abitato. Appena svolto l’ultima curva noto un capannello di cacciatori; mi fermo per i soliti commenti. Tu cosa hai preso. Lo dico senza vanteria e mostro i pezzi. Noi invece poco o nulla ma dove sei stato? Perché? Mah, se ci portassi con te?… Perché no, trovatevi qui verso le tre. Ma dov’è il posto? Io spiego puntualmente senza alcuna gelosia……. sono amici!? Alle tre sono lì puntualmente. Nessuno! aspetto un quarto d’ora, Nessuno!? Decido di andare pensando che hanno avuto un’idea migliore. Vado. All’arrivo la sorpresa, sono in tre ad occupare il posto; logicamente nelle migliori posizioni. Mi fermo faccio qualche osservazione e arrivano scuse puerili……. Tiriamo avanti. Cerco un sito dove nascondermi alla vista dei volatili. Dopo breve tempo un volo di colombacci (sette o otto) puntando verso le frasche e le rocce dove sto appollaiato. Non respiro nemmeno pensando alla sorpresa che farò loro di lì a pochi attimi. Invece no. Sento tre schioppettate rabbiose, mi do su e guardo. I colombacci sono ormai lontani ma erano distanti dalle fucilate almeno 100 metri. Mi alzo eretto apostrofando “L’ AMICO”, ma che fai, perché hai sparato?. Lui candidamente: Non venivano a me quindi ho sparato perché li volevo salvare per un’altra occasione a mio favore…. Più o meno. Non replicai, pensai solo CORNUTO!!!!! Giurando che né lui né gli altri due sarebbero venuti più a caccia con me. Così fu. Ho raccontato un pezzo di vita di alcuni cacciatori, giudicate voi chi ha avuto un comportamento migliore. Io non sono capace, sono troppo colpito ancora da quella storia.

  2. scaramuzza lucio

    IL problema della caccia in Italia sono i cacciatori, se continuiamo a parlare d’altro non andremo da nessuna parte . se la selvaggina fosse di proprietà come nel resto del mondo ,tutto quello che avete descritto non potrebbe succedere….

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén

Welcome!

Alcune foto e articoli presenti su www.setterfoto.com ora cacciatori di montagna e di beccacce sono in parte prese da Internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione potranno segnalarlo all’ amministratore – [email protected] – che provvederà prontamente alla rimozione del materiale utilizzato.

Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi