CACCIATORI DI MONTAGNA, DI BECCACCE E BECCACCINI

Il più felice non è assolutamente chi ammazza di più ne tantomeno chi trova di più e neanche chi ha i cani migliori, il più felice è semplicemente colui che trae il maggior godimento e divertimento nel trascorrere il tempo nel bosco o in montagna dietro la coda del proprio cane inseguendo le prede desiderate…….."magari in solitaria nel più alto rispetto di chi e di cosa lo circonda"

Categoria: Gianni Bernabè

Relazione di Gianni Bernabè al convegno di Lazise 2019

Il cane “specialista”: genetica, idealità e pratica.

Difficile il connubio “Idealità e pratica”, in parole povere “tra sogno e realtà”.

Per rendere ancora più chiaro il concetto, mi piace iniziare questa chiacchierata con un brano di Giulio Colombo, da cui ritengo essenziale partire:
Scegliere, perché in realtà nell’allevamento non si tratta affatto di saper produrre buoni o cattivi cani, come è d’uso credere, ma di saper scegliere bene fra quelli che la fortuna ci manda.

Questa è la difficoltà e dono di pochi e meritorio.

Non accontentarsi mai e non vedere in ogni lucciola la lanterna.

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CACCIA E CINOFILIA SOPRA LE NUVOLE: CHE CANE CERCHIAMO?

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Foto di Angelo Lasagna

Relazione di Gianni Bernabè al convegno Internazionale di Cinofilia 2010 svolto a Lazise

Il titolo del tema che è stato assegnato a me e all’amico Gian Gaetano Delaini, potrebbe far pensare ad una caccia/ cinofilia astratta, quasi di sogno, invece come ben sapete, fa esclusivo riferimento all’altitudine degli splendidi palcoscenici che vedono protagonisti in una schermaglia esaltante, cani e selvatici. Viene chiesto a me, uomo di pianura, nato e cresciuto ai piedi dell’Appennino, di parlare di caccia e cinofilia in alta quota. Mi piacerebbe accostarmi ad un mio quasi compaesano, che pur mangiando tortellini alla bolognese, se lè cavava sulle nevi alpine molto meglio di tanti valligiani, ma mi accorgo che la cosa è pretenziosa e improponibile: “Tomba ha vinto due Olimpiadi, io con i miei cani in montagna non so fare neppure lo spazzaneve”.

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Caccia e prove: lo stesso cane ? – Relazione di Gianni Bernabè al convegno di Lazise 2017

fSe la domanda sta a significare che per tutta  la carriera in prove lo stesso soggetto possa essere impiegato anche a caccia, rimarcherei alcune limitazioni od eccezioni a seconda delle varie note di concorso:

  • Grande cerca
  • Caccia a starne e a selvaggina
  • Prove specialistiche
  1. Grande cerca:

E’ la nota più alta dove il primo paragrafo della prestazione  cita:

è pretesa andatura molto veloce e sostenuta senza flessioni durante tutta la durata del turno; cerca intelligente e soprattutto estesissima ai lati del conduttore e di profondità adeguata

Non vorrei peccare di presunzione e insegnare ad altri l’iniziazione di un soggetto alla grande cerca.

Certamente nelle prime fasi di grande esuberanza e di redini sciolte al giovane trialler, per prendere passione e confidenza col selvatico per eccellenza del cane da ferma:” le starne”,  qualche “allenamento armato con abbattimento ”,  non guasta, darà passione e faciliterà poi i giovani puledri nella ricerca di quel selvatico in tutto l’arco della loro carriera.

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