CACCIATORI DI MONTAGNA, DI BECCACCE E BECCACCINI

Il più felice non è assolutamente chi ammazza di più ne tantomeno chi trova di più e neanche chi ha i cani migliori, il più felice è semplicemente colui che trae il maggior godimento e divertimento nel trascorrere il tempo nel bosco o in montagna dietro la coda del proprio cane inseguendo le prede desiderate…….."magari in solitaria nel più alto rispetto di chi e di cosa lo circonda"

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SETTER INGLESE NOTIZIE STORICHE -Autore sconosciuto-

Il setter inglese è senza dubbio un épagneul migliorato che i cinofili inglesi hanno, con allevamento intelligente e selezione severa, reso di forme più armoniose, con andatura più vivace e cerca più estesa di quella posseduta dagli épagneuls continentali. Per giungere alle attuali condizioni, sia in conformazione che di attività venatoria, gli allevatori inglesi hanno applicato una rigorosa selezione per molte generazioni, sino ad ottenere il tipo desiderato.

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Articolo del 1983 A beccaccini oggi di Adelio Ponce de Leon

Emma foto di Mirco Peli

Nonostante gli inquinamenti delle acque e dei terreni, i diserbanti e l’intensa coltivazione di pioppi e di granoturco, nella valle Padana ne passano ancora parecchi.  La caccia è ancora possibile ed i carnieri possono fare invidia a quelli di venti o trenta anni fa. 

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RITRATTO PSICOLOGICO DEL VERO CACCIATORE di Adelio Ponce de Leon

La caccia è una passione, una forte passione. Ma cosa è la passione? E desiderio energico e durevole, radicato in una profonda impressione di qualsiasi natura. Ora, esaminare l’influenza della passione per la caccia, di questo mottis animi in un animo normale, ben equilibrato, costituisce la “psicologia del cacciatore”. Il campo di azione della caccia è funestamente ricco di soggetti patologici; ciò si spiega facilmente ponendo in risalto la debolezza della psiche e la gagliardia e violenza della passione venatoria.

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DETTAGLIO DELLO STANDARD DI LAVORO DEL SETTER ATTUALE a cura di Fabio Cajelli

Bhak di Giorgio Lugaresi

ANDATURA

Galoppatore dal movimento leggero ed elegante, dovrebbe essere in realtà meno veloce dei pointer, sia per motivi strutturali che psichici, ma non sempre questo si verifica, anche se lo standard lo asserisce con sicurezza. E vero però che i soggetti meno veloci sono spesso i più stilisti, più morbidi e composti nel movimento, che si dovrebbe compendiare in due sole parole: in linea, radente. Ciò significa che il setter inglese nella sua caratteristica andatura deve assecondare ogni più lieve ondulazione del terreno.

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Genio con genio, uguale a genio. Provate –di Giulio Colombo–

Foto di Angelo Lasagna

Da genitori intelligentissimi discendono troppo spesso figli incolori e degeneri e viceversa. Non vi consiglierò però mai di allevare accontentandovi di riproduttori di scarsa intelligenza: a contatto con l’uomo, la famiglia, la casa, il cane dà manifestazioni di alta comprensività, giungendo fino a connettere. Fra i più intelligenti nella vita familiare troverete quasi sempre i più dotati per la caccia, perché il cane non è mai macchina da ferma e riporto, e la caccia richiede cervello capacissimo e sveglio, spirito di osservazione, iniziativa, prontezza di decisione e carattere, tanto nel cane che nell’uomo.

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“A beccacce con il Pointer” Intervista a Silvio Frisone di David Stocchi

Fury a punto su forcelloHo sempre ammirato questa razza, tra l’altro, penso che quando dispone di mezzi e caratteristiche che rispecchiano lo standard, riesce a trasmettere fascino ed emozioni come nessun’altra.

Ultimamente ho seguito molto ed ho anche avuto la fortuna di cacciare insieme ad un Pointer eccezionale come Palazienzis Fury detto Dior di Giancarlo Bravaccini che in una sola stagione di prove ha collezionato un campionato europeo Pointer su selvaggina di montagna, è stato vicecampione europeo Pointer su beccacce, ed ha ottenuto eccellenti qualifiche con tanto di cartellini in Italia nel Trofeo Giorgio Gramignani.

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INTERVISTA A SILVIO SPANO’

Silvio Spanò a Vormsi

Da dove nasce la tua passione nei confronti della Beccaccia ?
L’11 novembre 1956 da buon “cacciatore generalista” ligure, in un oliveto della Riviera di ponente, tirai ad un uccello, involatosi da terra, che pensavo fosse un “notturno”….Luca, il mio giovane cugino che mi accompagnava, corse e raccattò, con emozione, una beccaccia! Da quel momento cominciarono a tremarmi le mani (e mi tremano ogni volta) e conservai a lungo quel bossolo grigio, di GP cal.20.

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ADDESTRIAMO ASSIEME TELL DI GIULIO COLOMBO A beccacce

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Giancarlo Bravaccini un beccacciaio

Tell sia munito di bùbbolo, perchè dovendo esso lavorare quasi costantemente al folto e necessitando di distanziarsi’ fuori vista, sia consentito a voi sapere sempre approssimativamente dove staziona l’ausiliare e da qual parte attendere l’ovattato sfarfallar della beccaccia che si sottrae dal bosco.

Distanziarsi?

Intendiamoci: se c’è collaboratore dal quale dovete pretendere il più stretto collegamento, quello è proprio il cane beccacciaio, gli è lecito però allontanarsi anche a grande distanza, durante l’esplorazione quando voi state appostato in basso all’imbocco della valletta di ontani o di castani a castello folto; allora il cane ha il compito preciso di risalire la valletta fino in cima, evitando a voi di avventurarvi nel folto;

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LE FOLLIE DELL’AMORE di Adelio Ponce De Leon

Beccaccino

Beccaccino

Le evoluzioni del beccaccino nella stagione degli amori secondo le osservazioni di illustri ornitologi e naturalisti.

Su questo argomento hanno scritto quasi tutti gli ornitologi e trattatisti che hanno parlato del beccaccino. Quelli italiani hanno riportato quasi integralmente le parole usate dagli scrittori nordici che sono i soli che hanno potuto vedere le sue evoluzioni durante la fase amorosa, osservare i nidi, controllare le uova, le nascite ed il comportamento dei piccoli.

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Miti e leggende popolari nel Bresciano

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“baièti” o latrati nelle Pertiche di Valle Sabbia da la Caccia nel Bresciano di Carlo Sabatti

Parlando delle Pertiche, lo storico Ugo Vaglia nel 1947 riferì la stória dei baièti o latrati, collegati a misteriose battute di caccia. U. VAGLIA, Curiosità e leggende valsabbine, pp. 156-158.

Piccoli casolari pastorizi si vedono per le coste montane e fin sotto le vette, ma sono abitati solo dai mandriani nei tre mesi dell’estate. D’inverno, quando la montagna è tutta bianca, le pozze sono di ghiaccio e il vento ti gela la faccia, tutti ritornano nel paese ove con la terra e le case si preparano alla lotta consueta contro l’imperversare della stagione. Si tappano nelle stalle e pare che là dentro impigriscano in minuti trastulli […].

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