
Agli inizi del mio lavoro, nei primi anni sessanta del secolo scorso, andavo spesso a trovare il medico condotto dell’ultimo paese in fondo alla valle di C.
La strada per arrivarvi, tutta curve, non finiva mai, e il buon medico che aveva da fare praticamente solo con montanari ingrugniti e poco loquaci, mi accoglieva sempre con gioia e simpatia. Un giorno mi chiese perché mai percorressi tutta quella strada, anche d’inverno, per arrivare fin lassù.
– Il fondovalle e la città sono pieni di medici, più comodi da visitare. Perché diavolo vieni fin quassù? E’ una scelta tua o è una direttiva dell’azienda per la quale lavori?-.
– No, no, è una scelta mia, nessuno mi obbliga a fare così tanti chilometri. E’ solo la mia passione per la caccia in montagna. Quando c’è questa passione, la tua meta è salire, salire, sbucare in una valle, in un’altra ancora. Un’ ansia mi divora di vedere posti nuovi dove m’illudo di essere il primo a scoprirli. E poi sono solo col mio cane e l’illusione di essere il padrone di questo mondo-.
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