Li ho sempre cercati, loro i famigerati becchilunghi dal bacio facile, ovunque andassi per il mondo con i miei cani. Fosse solo per addestrare oppure per cacciare, il loro fascino calamitava il mio spirito ed i miei passi quasi fossero ipnotiche divinità volanti. Ovunque mi trovavo i miei occhi mai smettevano di ricercare reconditi angoli di umido opportuni e confacenti alla loro presenza, praterie allagate, stoppie marcescenti o paludi salmastre.
Categoria: Roberto Scorta
Pensare ad un Setter Inglese. La prima emozione che vorresti trasmettesse alla tua anima. Un benessere spirituale che nasce dal osservare una amalgama di leggiadria di forme in simbiosi con una funzionalità psicofisica capace di ipnotizzare i tuoi occhi ed attrarli su di sé fintanto che ne sia protagonista. Facendo si che ogni sua sfumatura anche la più insignificante sia quella nota che trasforma la sinfonia in un capolavoro.
Mi sono sempre chiesto il perché del mio tiepido interesse per un selvatico di tale pregio e bellezza di tradizione venatoria e anche per certi versi cinofila. Di ambiente pregiato e suggestivo capace di stimolare emozionale reazione profonda e condivisa da tanti animi che ne ricercano con caparbia continuità e religiosa dedizione il contatto, anche solo fuggente, spesso sfuggente a volte solo percepito. Chiamatela Regina. Merita un deferente rispetto una composta nobile maniera ricca di gestualità tramandate da una lunga dedizione.
Per me la vita è credere di potere. Credere di essere capaci di creare anche ciò che ragionevolmente rende scettici e poco solerti ad accettarne le traversie. Avere davanti un cammino che svolta spesso attorno alla ragione per prendersene gioco con frivola eleganza approfittando della tua stupita espressione per giocarti un’altro tiro intriga e stuzzica il principio della sfida. Così dopo avere letto riletto straletto scendiletto e via dicendo che, uno degli argomenti che più mi appassionano anima e cuore, non sia possibile coniugare in un Setter Inglese resa venatoria resa operativa e classe eleganza taglia distinzione maniera che ne sono forte imprescindibile ed assolto marchio di fabbrica RESTO risolutamente convinto del contrario. E ne vado fiero ed orgoglioso. Ritengo infatti, diciamo con naso storto e amaro palato, miserevoli, diciamo leggere va, di convenienza, giustificazioni od opinioni?? Di coloro che sostengono questo concetto a volte espresso secondo me con un accento un po’ pepato.
Significa avere follia insita in se stessi, stravaganza ed assoluta anarchia mentale.
Vivere dentro una onirica dimensione di nebbia fango illusione.
Aborrire la ragione l’equilibrio il raziocinio la saggezza e la normalità.
Aderire ad una confraternita di adoratori dell’assurdo.
Volere tutto accontentarsi di niente per lo più di poco qualche volta… rara.
Quale è stato il motivo che ti ha portato a selezionare ed allevare il Setter ?
La mia passione risale al 1980 quando però era diciamo così più scura visto che fino al 1997 è vissuta per il Setter ma Gordon. In quegli anni però sempre ho avuto modo di incontrare gli Inglesi di cui ho sempre subito il fascino che trasmetteva la loro algida bellezza un connubio speciale di forza ed eleganza assoluto e unico. La classe la distinzione la raffinata maniera il contegno l’eleganza nel esprimerlo così come una distinzione assoluta nel interpretare il proprio istinto mi hanno sempre convinto che al momento in cui fosse arrivata la decisione di avere un’altra razza di cacciatori il Setter Inglese sarebbe stata la mia priorità su tutto. Lasciati i Gordon dai quali ho avuto grandi soddisfazioni oltre che per i campionati di Europa cui fui e furono selezionati i miei cani anche nella caccia. Beccaccini di cui ben sai la mia malattia ma anche starne.