Presentazione
Sono felice e onorato di aver seguito e quindi ottenuto il permesso di tradurre in italiano questo notevole lavoro di ricerca, raccolta e comparazione di numerosi dati, importanti per l’interpretazione e la corretta gestione della Beccaccia in Francia, Paese che più ha studiato il problema, interpretandolo da due lati opposti: ottimista e pessimista.
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Con la rabbiosa ripresa della pandemia nell’autunno 2020 e le conseguenti limitazioni più o meno drastiche nella possibilità di spostamenti e –direttamente o indirettamente – della caccia, mi sono più volte sbilanciato ad affermare, parlandone con gli amici, che forse lo svernamento sarebbe stato “felice” per le beccacce, meno per i beccacciai!
Philippe Vignac e Franck Ricaud hanno da pochi giorni pubblicato sul loro ottimo sito web www.lachassedelabecassedesbois.com un attento studio delle situazioni climatiche nei principali Paesi di nidificazione della Beccaccia svernante in Europa occidentale valutandone i riflessi sul successo riproduttivo.

Matteo e Jack che pensano al futuro della beccaccia
A riguardo mi hanno gentilmente permesso di tradurlo in italiano e di metterlo su questo sito, chiedendomi anche di inviarlo ai nostri Amici Russi, cosa che faccio molto volentieri.
Si tratta di un lavoro originale, scrupoloso, sintetico e panoramico insieme che, nei pronostici, ci porta finalmente una voce ottimistica.
Grazie agli Autori (Silvio Spanò)
Il 29 luglio 19 Sergey Fokin, capo del gruppo di ricerca di Mosca “Beccaccia”, ha così risposto alla mia domanda sugli incendi che i “media” avevano annunciato per tutta la regione sub-artica, Siberia in particolare; fortunatamente per le “nostre” beccacce occidentali parrebbe che le cose siano andate meglio, anche se per avere un quadro generale sarà meglio aspettare la fine di agosto! (Silvio Spanò)
In seguito ad una mia richiesta esplicita, con la solita gentilezza e tempestività l’amico Sergey Fokin capo del Gruppo di ricerca sulla Beccaccia di Mosca, il 24 giugno u.s. mi ha risposto queste prime notizie cui ne aggiungo altre due (Silvio Spanò)
Caro Silvio,
Abbiamo avuto una primavera assai secca nella Russia Centrale. Giugno è stato caldo e secco. In foresta manca l’umidità e il terreno è asciutto. Le beccacce sono arrivate un po’ prima della norma. La croule è stata buona, le beccacce erano più numerose del solito.
Il 19 marzo 2019 sono stati pubblicati su Applied Science gli interessanti risultati di una ricerca effettuata sul Cedrone in un Sito di Natura 2000 del Trentino e riteniamo utile darne un riassunto in questo sito che si occupa di caccia, ma anche gestione conservativa della “piccola” fauna alpina, attualmente protetta ed ecologicamente assai esigente .
Da sempre interessato alla nostra Fauna, a partire dal 1962 ho insegnato Zoologia all’Università di Genova, con indirizzo applicativo sulle specie di Vertebrati terrestri che via via venivano a cambiare il panorama faunistico del nostro Appennino.
Fino a metà degli anni ’70 ero allarmato della situazione del Lupo appenninico, tant’è che la campagna di salvaguardia portata avanti in primis dal WWF appoggiandosi a studiosi specialistici (prof.L.Boitani in testa) è riuscita a far considerare la specie non cacciabile (proibendo altresì l’uso dei bocconi avvelenati) col Decreto Ministeriale”Natali” nel luglio 1971, reso definitivo dal Decreto Ministeriale (Marcora) del 22.11.1976 col quale la specie fu integralmente protetta. Dal 1992 il Lupo rientra nell’elenco delle specie particolarmente protette della Legge n.157, art.2. Sottolineo che, inoltre, l’Italia ha recepito Convenzione di Berna nel 1981, la Direttiva Habitat (CEE)nel 1997, e la CITES ( ratificata in Italia nel 1975) .

Woodcock Eurasian Woodcock Displaying Finland
L’Effettivo riproduttore europeo
Dopo una stagione 2017/18 complessa non solo in Francia, ma in tutti i Paesi di svernamento. Tenuto conto della scarsezza degli effettivi sopravvissuti constatata alla chiusura della caccia, sapevamo che l’effettivo riproduttore ne avrebbe potuto risentire. La conferma ci è giunta dai Russi che hanno validato una diminuzione significativa del numero dei maschi in croule.
Spendiamo qualche parola per chiarire perché la “regina del bosco”, l’”arcera”, la “mordorée”, la “dame aux feuilles mortes”, la “signora dagli occhi di velluto”, abbia il potere di smuovere tante persone nella ricerca “di un uccello che potrebbe anche esserci, ma che nella maggior parte dei casi non c’è” come magistralmente scrisse l’indimenticabile Gin Bardelli.