COGLIONI NEL SENSO DI TESTICOLI di Cesare Bonasegale

Prendendo spunto dalla celebre poesia del Carducci, si disserta sulla castrazione di vari animali. Inspiegabilmente per la castrazione del cane la nuova legge esclude il maltrattamento.

“T’amo pio bove, e mite un sentimento di vigore e di pace al cuor m’infondi….eppure, incredibile ma vero, sei tu che – prima che un cruento intervento chirurgico ti riducesse al rango di lavoratore dei campi –“a las cinco de la tarde”  contendevi a Manolete la gloria dell’arena; ed ora invece “rispondi co’  lento giro dei pazienti occhi” a chi “ti esorta e ti punge”. Perché il bue, anche quello che a fianco dell’asinello scalda il divino bambino nel presepe, altro non è che un toro castrato. E non mi risulta nessun animalista abbia mai ipotizzato che una simile pratica chirurgica costituisca maltrattamento (o quantomeno non sono a conoscenza di una legge che riguarda la castrazione dei tori). Anche a molti cavalli la castrazione viene sistematicamente inflitta, generalmente all’età in cui cessano d’essere puledri, cioè a circa due anni, nel timore che il cavallo – diventando stallone – sarebbe meno docile a farsi gestire. Perché la castrazione, oltre a spegnere i bollori sessuali, incide notevolmente anche sul carattere. Ma la castrazione dei cavalli si presta ad interessanti commenti. Non tutti i cavalli infatti vengono castrati: gli Arabi, per esempio, abituati a vivere a stretto contatto con il loro cavallo che spesso addirittura divideva la tenda del padrone, non hanno mai praticato la castrazione, proprio perché la selezione ha fatto escludere dalla riproduzione gli stalloni scarsamente docili. Un fenomeno analogo avviene per i cavalli da corsa fra i quali il grande campione vale non tanto per i premi che vince, ma per la montagna di soldi che procura al suo padrone coi diritti di monta; di conseguenza i testicoli vengono gelosamente preservati. Ed infatti la selezione dei cavalli da corsa ha fatto sì che, senza essere castrati, i cavalli siano mansueti e si lascino allenare in gruppo senza mostrare controproducenti bollori e distrazioni sessuali. Quindi così come per i cavalli arabi, anche per i cavalli da corsa invece di castrare si è selezionato. Molto peggiore invece il destino dei cavalli da sella utilizzati nelle varie discipline di sport equestri sui quali la castrazione è la regola, o quasi. Evidentemente per loro la selezione è una strada troppo lunga e faticosa. È maltrattamento la castrazione dei cavalli? No. Come per i tori, niente maltrattamento per la castrazione dei cavalli ed anche in questo caso non ci sono articoli di legge specifici in materia. E gli animalisti … zitti e mosca!. Per i cani la sterilizzazione non solo non è considerata maltrattamento, ma è espressamente contemplata dalla legge sul benessere degli animali in via d’approvazione che ammette questo intervento chirurgico altamente cruento, invasivo e che deforma profondamente il carattere ed i comportamenti. Ed anche il disegno di legge denominato “Codice per la tutela degli animali d’affezione” prevede esplicitamente “il controllo delle nascite degli animali d’affezione incentivando la pratica delle sterilizzazioni neglli animali di proprietà”. Capito ? Non dei randagi…. ma dei nostri cani … ovviamente ad opera del “servizio veterinario ufficiale” e con la collaborazione dell’Ordine dei medici veterinari.. È maltrattamento oggetto di codice penale tagliare la coda …. ma non lo è tagliare i testicoli.

Ed è un approccio la cui giustificazione mi sfugge. Ho sempre avuto cani da quando avevo i pantaloni corti, mediamente sette o otto maschi e femmine assieme, non ho mai avuto necessità di far castrare un mio cane o di far sterilizzare una mia cagna e mai – dico mai – mi sono nati cuccioli indesiderati. E ciò perché avere i cani vuol dire prendersene cura in tutti i sensi: non basta dar loro da mangiare, non basta portarli a far pipì e farli correre, non basta vaccinarli e portarli dal veterinario quando son malati. Bisogna anche custodire adeguatamente le femmine in quelle due settimane all’anno in cui sono feconde. Solo due settimane su cinquantadue! Quanto poi ai maschi, proprio non capisco il motivo per cui bisognerebbe castrarli: perché diventano inquieti quando la cagnetta del vicino è in calore? Che diamine … se qualcuno non accetta simili piccoli inconvenienti, chi glielo fa fare di tenere un cane?!?! Che se invece la castrazione è motivata da specifiche patologie, non c’è bisogno di una legge per autorizzarla: così come si opera  per asportare un tumore o incidere un ascesso, allo stesso modo si tolgono i testicoli se sono oggetto o causa di una patologia. Che poi ci siano veterinari ai quali non par vero di praticare castrazioni a più non posso in virtù delle quali emettere salate parcelle… è un altro discorso che non è il caso di affrontare in questa sede. Come dire però che la legge sembra confezionata apposta per loro. In conclusione:  Malgrado l’operazione provochi notevole dolore post operatorio e abbia irreversibili conseguenze sul carattere e sui comportamenti, la legge voluta dagli animalisti non prevede maltrattamento per la castrazione di un cane o la sterilizzazione di una cagna.  La medesima legge prevede sanzioni penali per chi taglia la coda ai cuccioli delle razze per le quali la caudotomia è contemplata dallo standard morfologico, malgrado l’intervento – praticato nei primissimi giorni di vita – non provochi dolore, in assenza del quale il maltrattamento è insostenibile. Non è facile comprendere la motivazione etica e razionale di questa diversità di approccio alle due diverse amputazioni ….a meno che venga ipotizzato che per un veterinario il taglio della coda mediante applicazione di un elastico al cucciolo appena nato non consente di emettere una parcella che si rispetti, laddove l’intervento chirurgico di amputazione della coda ulcerata di un cane adulto rappresenta una fonte di guadagno decisamente più consistente. Certamente è solo una malignità del tutto priva di fondamento…ma i veterinari devono pur campare! Comunque sia – ed indipendentemente da chi ne tragga beneficio – resta il fatto che quando c’è di mezzo l’amputazione la legge dice: NO per la coda … SI per i coglioni! Coglioni nel senso di testicoli. E coglioni nel senso di noi cinofili!