Per me la vita è credere di potere. Credere di essere capaci di creare anche ciò che ragionevolmente rende scettici e poco solerti ad accettarne le traversie. Avere davanti un cammino che svolta spesso attorno alla ragione per prendersene gioco con frivola eleganza approfittando della tua stupita espressione per giocarti un’altro tiro intriga e stuzzica il principio della sfida. Così dopo avere letto riletto straletto scendiletto e via dicendo che, uno degli argomenti che più mi appassionano anima e cuore, non sia possibile coniugare in un Setter Inglese resa venatoria resa operativa e classe eleganza taglia distinzione maniera che ne sono forte imprescindibile ed assolto marchio di fabbrica RESTO risolutamente convinto del contrario. E ne vado fiero ed orgoglioso. Ritengo infatti, diciamo con naso storto e amaro palato, miserevoli, diciamo leggere va, di convenienza, giustificazioni od opinioni?? Di coloro che sostengono questo concetto a volte espresso secondo me con un accento un po’ pepato.
Io considero il Setter Inglese un unico esclusivo speciale rappresentante di una razza ben definita da uno standard piuttosto chiaro e di comprensibile interpretazione. Scevro da qualsivoglia adattamento ad uno specifico tipo di caccia o peggio ancora di fruitore umano. O frustrato tiratore di grilletto. Capisco ed accetto che la caccia abbia un fine, lo concepisco e ne faccio anche io un mio valore, ma contesto che pur di arrivare a questo si deteriorino preziosi rappresentanti costati anni di impegno e rigorosa selezione ai grandi maestri allevatori che hanno con costante impegno fissato caratteristiche e maniere uniche vestendo con queste uno dei più affascinanti cacciatori a quattro zampe. Ribadisco perciò il mio fermo disappunto per constatare quanti siano fuorviati da questi scritti che ultimamente nascono numerosi quasi che volessero essere di spunto ad una linea di facile traguardo. Anche monetario perbacco. E la mia delusione per una così povera conoscenza della materia è quasi stupefacente per me. E non pensiate che giustifico la cinofilia agonistica. Anche li purtroppo avanza una forma mentis sconcertante e avviata ad una squallida distribuzione di favori degna della peggiore politica romana anziché finalizzata ad un miglioramento zootecnico lontanissimo dalle loro furbesche furfanterie. Alcuni cani vincenti ultimamente nelle prove di grande cerca sono ai minimi se non sotto taglia dello standard di razza altri costruiti a misura di prova e di conduttore. E anche in quel caso la mia meraviglia resta attonita e preoccupata davanti a tanto battere di mani e di rincorse a monte strapagate o cuccioli che?? Operati da una folla numerosa ed entusiasta esuberante e convinta….ma che ai miei occhi resta una bolgia di inspiegabile stravagante mente blandita da un illusionista furbo e solerte ad ingrassare il proprio conto in banca. Ebbene e allora a questo punto il certo diventa aleatorio si potrebbe pensare che fanno tutti così e se lo faccio anche io va bene. E quanti entrano in questa tasca comoda e confortevole e ci si crogiolano in una realtà priva di grane musicale e tiepida come una buona brioche la mattina. E ma non ci si accontenta di una tiepida brioche la mattina se nella testa si ha un prototipo di razza certo definito chiaro e forte come un urlo che ti rimbomba nel sangue ogni qualvolta ti imbatti in uno di questi surrogati che grufolano sul terreno di caccia o sgambettano alle prove. E da ciò nasce ancora più forte e determinato in chi sente questa musica stonata alle sue orecchie di darsi ad un impegno ancora più rigoroso a dare forme strutture taglie importanze distinzioni cervelli angolazioni modi e maniere di certa e sincera provenienza e certa assoluta forte predisposizione predativa capace di sostenere azione continua e duratura oltre che abile a gestire uno stress psico fisico dato da utilizzo costante frequente duraturo impegnativo concreto. Questo secondo me è obbiettivo di allevamento.
merante vincenzo
considero il setter inglese il miglior cane per la caccia alla beccaccia