Sono stato molte volte in Croazia a caccia, e qualche volta ad addestrare i miei cani su starne in coppia a Marzo. A caccia sono sempre andato a beccacce, quando da noi il passo era agli sgoccioli, cioè in Dicembre: mi sono quasi sempre confrontato con uccelli già presenti da tempo, quindi piuttosto difficili : poche prede, grosse soddisfazioni. In Marzo mi sono divertito anche di più.
Quello che ho visto in Croazia, per contro, non sempre mi è piaciuto.
Ho visto schieramenti di croati sparare all’aspetto serale, sembrava una sagra. Ho visto italiani far loro compagnia, allegramente all’insegna del : “tanto non siamo in Italia, chi ci vede ?”. Questi medesimi italiani, li ho visti prestare fucili e cartucce agli accompagnatori croati, affinchè li aiutassero ad impinguare il carniere. Quando andavo ad allenare/addestrare in Marzo, ho visto nostri connazionali cacciare beccacce di ripasso in Marzo, amici miei, ma ci pensate ? Finchè, all’inizio degli anni Duemila mi sono rotto i cabbassisi – come direbbe Montalbano -, e in Croazia non ci sono più tornato, e non per i croati….loro sono (male) abituati in questo modo da sempre, bensì per coloro che fanno tanto i santarelli a casa loro, per poi mettersi a far vaccate appena si trovano nell’orto del vicino (peraltro assai compiacente, in quanto lautamente retribuito).
Ora la Croazia stà per entrare nell’ Unione Europea che spero, non si limiterà a dare direttive U.E. solo all’Italia, in tema di caccia.
E chiedo agli amici Silvio come nostro Presidente, e Marco come Vice Presidente Fanbpo, se possono intervenire nei tempi e nelle sedi che riterranno opportuni per cercare di dare una “regolata comunitaria” e porre non dico fine, ma almeno un freno a questo bengodi dei frustrati e degli sfigati che devono tornare dall’estero con un sacco pieno di Scolopax, non importa come sia ottenuto.
A mio avvisola l’ U.E. dovrebbe dare alla Croazia limiti di capi, di calendario e di orari….anche se rimarrà sempre il problema del controllo di chi, “per un pugno di euro”, continuerà a portare italiani (e francesi, tranquilli, ci sono anche loro!) a fare quello che è illecito nel loro Paese. Credo che un abbassamento del prelievo facile ed illecito oltre Adriatico gioverebbe non poco alla popolazioe europea di Scolopax rusticola, ed al nostro ceppo in particolare.
Personalmente, non apprezzo molto l’U.E., Bruxelles, la burocrazia U.E. e tutto l’ ambaradan annesso e connesso, comunque proviamoci, direi.
Nel frattempo anche questi habitués nostrani sarebbe opportuno si mettessero una mano sulla coscienza e smettessero di indurre i locali in…tentazione, ma su questo punto sono scettico, ho veramente poca fiducia, perchè le cattive abitudini sono le più dure a morire. Esempio, anni fa mi trovavo a una riunione di presidenti di sezione-cacciatori del nostro CAC; notai la presenza di due/tre individui che, nei bar, si erano pubblicamente vantati dei pingui carnieri di regine fatti cacciando in Romania, udite udite, in Aprile (!!!!!). Provocatoriamente invitai “coloro che avevano cacciato beccacce in Marzo e Aprile, ad alzarsi e andarsene, per una questione di buon gusto“. Indovinate? Nessuno si mosse…..
Capite il perchè della mia mancanza di fiducia??
Comunque, speriamo: spes ultima Dea…….
Mirco Peli
Bravo Franco, se le regole che noi abbiamo in Italia, fossero comuni per tutta la U.E. la beccaccia non correrebbe più rischi.
Marco
Ho appena letto il tuo articolo,e sinceramente condivido e approvo parola x parola quello che hai scritto.Ho quasi 60 anni,ho preso il p.d. a 16 e salvo il primo anno,che correvo dietro alle allodole,ha prevalso poi la passione di famiglia :il setter e la beccaccia.Quindi oggi,sono fermamente convinto,alla luce di come questa meravigliosa caccia abbia subito in passato ma soprattutto negli ultimi 15 anni, una notevole distorsione della sua “essenza”,e non stò ad elencarne i motivi,tanto in cuor nostro li sappiamo tutti,se non coinvolgiamo quei paesi dove si spara senza regole, facendoli capire che una gestione più oculata ma soprattutto più rispettosa,permetterà alla beccaccia di continuare a far parte del bosco.Tutto questo nel comune interesse.Per noi la passione e per loro il bisness.Forse qust’ultima parola non và d’accordo con “natura”.Ciao a presto e in bocca al lupo.
scaramuzza lucio
secondo me il problema non è la Croazia e neppure i cacciatori croati a cui nella stragrande maggioranza la beccaccia non interessa.Il problema é sempre il cacciatore italico,che spara alle beccacce alla posta per poi rivenderle in Italia,ed in questo cerca in certi casi di coinvolgere “l’amico” croato per vendere un bottino più pingue.
Come quasi sempre il problema siamo noi italiani , che crediamo d’essere cacciatori ,ma cacciatori non siamo ,siamo solo degli sparatori ,con il bramini corto. Prima d’insegnare agli altri cosa debbono fare sarebbe bene che guardassimo(ma non solo)a casa nostra.
GIAMBATTISTA ZOLIN
Caccio all’estero, da più di 35 anni, e non per fare carnieri scandalosi, ma semplicemente perché nei territori dove vivo la caccia ormai è a quota zero. Non ha mai sparato ripeto mai, ad una beccaccia all’aspetto, una o due beccacce in un fine settimana mi bastano e mi gratificano, l’importante è il lavoro dei cani che allevo, addestro e uso personalmente. Quindi, per favore, non fate d’ogni erba un fascio. Forse pochi ma ci sono ancora cacciatori con la C maiuscola.
Mi firmo con orgoglio; sono uno di questi
Giambattista zolin
Enrico Luciani
Purtroppo e con la compiacenza di molte guardie venatorie la posta alla beccaccia e la caccia di notte con i furistrada nei prati di montagna e collina viene sistematicamente praticata anche in Italia. I ristoratori pagano la beccaccia anche 50 Euro -commercio vietato ? basta invitare il capo -vice capo e famiglia a cena e tutto finisce a tarallucci e vino- povera italia.
Purtroppo il mondo è “governato” dai furbi.
Sopno pessimista in materia-non si risolverebbe nemmeno con la prevedibile prossima “chiusura ufficiale della caccia alla Beccaccia”.