Nell’interesse generale e quindi nel proprio interesse, il cacciatore deve cercare di distruggere tutti gli animali che recano danno alla selvaggina. Tali animali sono i peggiori bracconieri e di conseguenza dei rivali senza pari per quanto si riferisce alla sua passione venatoria.

 

 

 

Essi rappresentano un vero flagello per la selvaggina in genere e non esito a qualificarli altrettanto dannosi alla fauna, della stessa volpe, poiché tanto quest’ultima quanto il gatto  hanno in comune l’astuzia e una pazienza senza limiti.

Se incontrate un gatto, in aperta campagna e cioè distante dalle abitazioni, uccidetelo senza pietà poiché il medesimo, generalmente lasciato a stomaco vuoto dai propri padroni, sta, in tutte le ore del giorno e della notte, in agguato per impossessarsi di qualche capo di selvaggina.

Esso è un terribile nemico dei coniglietti, leprotti, perniciotti e degli uccelli ed uccelletti d’ogni specie di cui distrugge intere nidiate; e per lui la carne di questi è più succulenta di quelli dei topi.

Il gatto, assaggiata la selvaggina, sdegnerà ogni altro nutrimento; si acclimaterà subito nella foresta, all’aperta campagna; da vagante diventerà selvatico e non farà più ritorno nella casa che lo ha visto nascere.

Unico mezzo quindi di eliminare il nostro micio intraprendente o, per meglio dire, che ha ritrovato il suo primitivo istinto felino è quello di toglierlo dalla circolazione appioppandogli una buona fucilata.

In tal modo avrete reso un gran servigio alla selvaggina senza pur venir meno alla vostra coscienza di galantuomo in quanto tale uccisione è debitamente autorizzata dalle vigenti leggi del Testo Unico sulla Caccia, dove all’articolo riguardante gli animali nocivi, si legge quanto segue: “ E’ equiparato agli animali nocivi il gatto domestico vagante lontano dalle abitazioni “.

Uniamoci quindi, colleghi cacciatori, nel dichiarare guerra a tutti i gatti vaganti, ma, mi raccomando, solamente a quelli veramente vaganti !

Pietro Marguerettaz  – Fauna e Caccia in Valle D’Aosta  – Tipografia Marguerettaz Aosta, 1968