LOUIS GUIZARD, Presidente del Club Nazionale dei Beccacciai, Membro del Consiglio internazionale della Caccia, Membro della Società Ornitologica di Francia e nell’Unione Francese, nell’aprile del 1957 scrive di Ettore Garavini…
Ettore Garavini è uno di quegli uomini coi quali si stringe relazione al primo incontro. Allorquando io vidi per la prima volta questo latino, tarchiato e versatile – eravamo allora nel gennaio del 1955 – compresi che egli sarebbe diventato subito mio amico e per sempre. Il nostro Club des Bécassiers aveva organizzato, con l’aiuto dei confratelli spagnoli, una gita cinegetica di due settimane in Spagna, nella provincia di Santander.
All’appuntamento di Saint Jean-de-Luz, dove la nostra carovana beccacciaia doveva oltrepassare la frontiera, noi troviamo dei compatrioti venuti dal Nord della Bretagna – per citare solo quelli che avevano accettato il più lungo spostamento – e pure degli svizzeri; ma il record della distanza spettava largamente ad Ettore Garavini accompagnato dal suo inseparabile Sandro Comini e dai pointers
(è necessario essere cacciatori per osare di citare, l’uno accanto all’altro, un rispettabile amico e dei cani) rumorosi e irrequieti (io non parlo che dei pointers) occupanti una vettura che aveva percorso più di 1600 Km e…ne restavano ancora non pochi da percorrere, senza contare quelli del ritorno. Io notai, sul davanti dell’auto, una grossa beccaccia in bronzo, Questi due segni furono sufficienti per farmi comprendere come il nostro compagno italiano era più “arrabbiato” di me stesso per la beccaccia. E non è poco l’ammetterlo…
Il nostro comune soggiorno in Spagna doveva confermarmi questa mia prima impressione: l’uomo era cacciatore. Egli era soprattutto beccacciaio, e questo mi sembra la migliore delle garanzie, il contrassegno più sicuro.
Ettore Garavini non è certamente solo qui: le sue altre qualità di ornitologo, cronista e scrittore cinegetico ci erano già note; noi avevamo letto diversi suoi articoli, apprezzato le sue osservazioni, i suoi studi ed ammirato la scienza contenuta nella sua opera “La Beccaccia”. Ma – e perché non confessarlo? – le mie origini di possidente terriero mi hanno insegnato a diffidare sempre un poco di certe affermazioni allorché non si è certi che la pratica le abbia già passate al suo severo banco di prova. E per questo che io fui felicissimo quando, sul terreno, fucile alla mano, potei constatare rapidamente che questo piacevole compagno era di una perfetta competenza.
Questa doppia autorità Ettore Garavini la sosteneva facilmente, la sera, sia nelle nostre riunioni, molto “internazionali”, presso l’armeria Previati, sia nei saloni dell’Hotel Bahia. Questo diavolo d’uomo si trovava a suo agio ovunque. Ampliando i gesti, variando all’infinito le intonazioni della meravigliosa lingua italiana, alternativamente gaio e convincente, chiaro e dimostrativo, divertente ed istruito, egli era sempre al centro di un circolo; si ascoltava. Era giusto: era lui che sapeva di più…
A misura che questo “safari beccacciaio” volgeva alla fine, noi apprezzavamo ogni giorno di più Ettore Garavini.
Ohimé, le cose migliori hanno una fine. Noi ci separammo, ma, da allora, le nostre lettere passano sovente i monti. Le sue mi portano ogni volta delle notizie: voglio dire delle notizie interessanti di cui approfitta la nostra pubblicazione: “La Mordorée”, organo del Club Nazionale (Internazionale od Europeo sarebbe più esatto) dei Beccacciai che, ogni giorno di più assume importanza in Francia come anche sul continente. Questi testi di Ettore Garavini sono, a loro volta ripresi (con la nostra autorizzazione) dalle più conosciute delle nostre riviste francesi di caccia: ciò fa sì che, presso di noi, questa firma italiana sia molto apprezzata.
Ettore Garavini è stato membro del Club National des Bécassiers, de la Sociedad Espanola de Ornitologia, de la Société Ornithologique de France, de la Société Romande pour l’Etude et la Protection des Oiseaux.
Enrico de Sortis
Che dire di Garavini, era un personaggio che ti faceva vivere con quel suo libro le emozioni della caccia alla beccaccia. Il libro lo acquistai anni fa. l’ho letto e poi riletto ed ancora mi rileggo i capitoli. Impresse nella ia mente il suo scrito : “pare che in questi posti si siano date convegno le beccacce di mezza europa”.. grande garavini, i miei posti. Lui girava sempre, maremma basilicata, ovunque ci fosse territorio ad accogliere quelle beccacce che oggi non ci sono più perchè questi fiori sono stati colti lì da dove provengono.
Questo è l’uomo e oggi chissà come garavini li avrebbe descritti, lui che era un amante della beccaccia, dei luoghi e della tradizione venatoria qui da noi.