Pernaja, Finland

Cacciatore sin da giovanissimo, Denes Fluck è oggi segretario della FANBPO e presidente dei Beccacciai d’Ungheria. Attraverso le sue parole scopriamo quali sono le rotte migratorie delle beccacce tra l’Italia e la terra magiara.

La mia chiacchierata con Denes Fluck comincia con queste sue parole.

“La caccia è una tradizione della mia famiglia e la mia conoscenza delle lingue mi ha fatto viaggiare molto, all’inizio per la mia professione di ingegnere, poi come turista. La prima beccaccia che ho visto è stata quella di mio padre: la portò a casa più eccitato che per un trofeo di cervo! Sfortunatamente dopo la seconda guerra mondiale, all’inizio del regime comunista, ha dovuto lasciare il fucile. Dopo vent’anni, il suo ritorno a caccia è stata un festa di famiglia. Seguendo i suoi passi sono diventato cacciatore negli anni Settanta”.

E adesso sei segretario della FANBPO e Presidente dei Beccacciai d’Ungheria.

Ho approfittato di tutto questo tempo senza fucile per leggermi tutta la grande letteratura di caccia ungherese, così ora la mia biblioteca di caccia contiene circa 5.000 libri di caccia, in tutte le lingue.

Mi ricordo quando un giorno mi hai chiamato dicendo “Paolo, stanotte le beccacce sono partite dall’Ungheria, attento!” E dopo circa due giorni sono apparse sull’Appennino. Puoi spiegare ai beccacciai italiani il ruolo del tuo Paese, l’Ungheria, per la migrazione verso l’Italia?

In generale le beccacce arrivano da nord-nord/est e partono verso sud-sud/ovest. Quando migrano attraversano i Carpazi e la grande pianura ungherese. Quelle beccacce svernano in Italia e nel Mar Mediterraneo. La posizione dei Carpazi rappresenta per le beccacce la rotonda automobilistica, e i viaggiatori scelgono la loro direzione. La letteratura di caccia ungherese, infatti, racconta la rotta slovena, croata e italiana come le autostrade delle beccacce.

Il bacino dei Carpazi è dunque cruciale per la migrazione.

Quando lessi il libro del Club National Becassier La Mordorée sono rimasto sorpreso nel vedere una pagina bianca riguardante i Carpazi: i miei amici francesi non avevavo informazioni sull’area. Allora ho deciso, come cacciatore di beccacce, di fargli conoscere le dinamiche della migrazione nel mio Paese. Ho aderito al CNB e la strada mi ha condotto alla fondazione della FANBPO. In certi casi la migrazione è più consistente a sud dei Carpazi e delle Alpi, che a nord. I Carpazi rappresentano una rotta delicata e difficile da superare. Le alte montagne infatti sono veri ostacoli che vanno aggirati secondo le opportunità climatiche.

E la migrazione verso l’Italia dipende dalla porta nord dei Carpazi?

La migrazione è in funzione del tempo, specialmente della direzione del vento al momento della partenza delle beccacce giovani. Per i giovani attraversare l’Europa è una vera avventura; non conoscono le difficoltà che troveranno, grazie al loro codice genetico sanno solo di dover intraprendere la rotta sud/ovest in autunno. Se il vento è favorevole economizzano l’energia di salita e attraversano i Carpazi da nord, su valichi ad altitudine di mille metri. Altrimenti da sud, dove i valichi raggiungono al massimo i 500 metri di altitudine… praticamente dove gli Ottomani hanno attaccato l’Ungheria medievale!

Denes, tu sei anche un esperto inanellatore di beccacce. Immagino che molti anelli ripresi riguardino l’Italia, vero?

Ho riattivato l’inanellamento in Ungheria grazie all’aiuto di Jean Paul Boidot che mi ha donato sutta la sua esperienza, così come il gruppo del CNB Barbe, Fialon, Launay, e il supporto dell’ONCFS con il signor Etienne. Purtroppo gli uccelli migratori cacciabili sono quelli meno studiati con l’inanellamento. E’ un grande errore dei cacciatori contemporanei. Catturare, inanellare e ridare la libertà ad un uccello per me è incomparabilmente più emozionante che cacciarlo. L’inanellamento durate la migrazione ci ha consentito la registrazione di riprese in Italia, Slovenia, Francia, Russia e Bielorussia. Sto aspettando le riprese di anelli riguardanti anche la Grecia e la Turchia.fluck-denes-2

Inanellamento o radio-tracking per la beccaccia?

Oggi per la ricerca moderna la tecnica dell’inanellamento è indispensabile. Prima di collocare un segnalatore satellitare sulla beccaccia occorre catturarla viva… Tra i vari problemi che presentano i segnalatori satellitari vi è che le cellule fotovoltaiche non si ricaricano bene all’ombra, sul dorso della beccaccia; inoltre il loro prezzo è molto alto. L’inanellamento tradizionale è ancora più redditizio e ci fornisce più dati statistici.

Lo studio delle carte meteo è un altro tuo compito all’interno della FANBPO.

La metereologia è cruciale nella vita della beccaccia. Ancora conosciamo poco il suo impatto sulla migrazione di un uccello di 300 grammi che compie più di mille km esposto ai venti e alle pioggie. In seno alla FANBPO abbiamo costituito una Commissione Meteo collegata al CNB, che in qualche anno di analisi ci darà le prove dell’interazione di certi fenomeni atmosferici con la strategia di migrazione della specie.

Quali sono le regole della caccia alla beccaccia in Ungheria?

La caccia alla beccaccia col cane da ferma in Ungheria è vietata da circa 60 anni. Era consentita solo la caccia all’aspetto al ripasso di primavera, vietata dopo l’ingresso dell’Ungheria in Europa e la necessaria armonizzazione legislativa. In questi anni senza caccia abbiamo monitorato 900 luoghi di raccolta dati sul ripasso primaverile. Il prelievo è quindi consentito soltanto per motivi scientifici (e sempre all’aspetto) in luoghi individuati a tale scopo; il numero degli abbattimenti è definito ogni anno dalle Facoltà di Scienze Naturali delle Università di Budapest e Sopron. Il programma prevede il coinvolgimento di cacciatori autorizzati ed è finalizzato allo studio della migrazione di ripasso, basato sulla raccolta delle ali e di altri parametri del capitale beccaccia.

Sei stato molte volte in Italia, hai partecipato a convegni e seminari sulla beccaccia, fino a consegnare la tua esperienza, lo scorso inverno, al gruppo di inanellatori del CSB di San Rossore.

In Ungheria le beccacce si fermano per poco tempo sui siti migliori per l’inanellamento. Al contrario della tenuta di San Rossore, dove svernano regolarmente e… aspettano solo di essere inanellate. E’ importante scambiarsi le esperienze per approfondire le conoscenze della migrazione. A San Rossore abbiamo passato momenti indimenticabili e trovato cari amici, naturalmente abbiamo catturato e inanellato beccacce!

Da due anni sei segretario della FANBPO, qual è il tuo bilancio personale?

E’ un compito che svolgo con piacere, essendo in pensione posso contribuire agli obiettivi della FANBPO, tra i quali il più importante è quello di conoscere meglio la nostra beccaccia. Ringrazio il presidente Boidot per la fiducia che ha riposto nel sottoscritto e vorrei pertanto compiere al meglio il mio lavoro.

Pensi che tuo nipote avrà la possibilità di cacciare la beccaccia in futuro?

Per diventare un cacciatore appassionato occorre cominciare abbastanza presto, come ho fatto io… sulle ginocchia di mio nonno nel 1948. Mio nipote ci segue bene nelle foreste ed è già un buon camminatore, per avere solo tre anni. Camminare per 4-5 chilometri non è male. Io, come beccacciaio, cerco di impegnarmi al massimo perché lui possa continuare la nostra tradizione di otto generazioni di cacciatori.

 

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