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Giacomo Giorgi con Eva di Crocedomini

Situazione stazionaria per il cane da montagna. Se l’anno scorso si è parlato di ribasso (constatazione che ha sollevato non poche critiche e qualche malumore, ma che con il senno di poi è stata condivisa da molti), quest’anno da questo ribasso non ci siamo mossi: solo tre i Cacit rilasciati, molti soggetti dall’andamento altalenante, qualche rivelazione mancata, qualche conferma non pervenuta, mancano sempre le punte di diamante capaci di rapire il cuore con prestazioni esaltanti.

Ha vinto, Tilò, un cane serio e cacciatore: si impegna, usa il naso, ha un ritmo che va bene, gli manca un po’più di coraggio e autonomia, pur avendo già un’azione di bel respiro, anche se il metodo non è ancora quello desiderabile. Al secondo posto nella classifica del trofeo si piazza Aris: è un po’ che non lo vedevo, ormai maturo, che sa quello che deve fare e lo fa da solo; non sempre ideale il collegamento e quando ciò capita purtroppo gli manca l’intervento deciso del conduttore. È un cane che si esprime meglio su terreni puliti a cotorni, anche se si difende bene anche nello sporco e con più polso nella sua conduzione avrebbe raccolto decisamente di più. 

Se vince un cane nuovo, è senz’altro un dato positivo perché il rinnovo è sempre importante e ogni persona e ogni cane nuovo sono una ricchezza per il mondo delle prove, ma è anche segno che tutti gli altri, i cosiddetti “esperti” sono venuti meno… bisogna quindi riflette su come stanno tutti gli altri partecipanti. Per il Ras di Pensa quest’anno doveva essere quello del riscatto, invece ha di nuovo fatto tutto il Saladini senza fare un punto cosi come lo scorso anno e a questo punto non si può più credere alla sfortuna…; Lupin era un altro setter da cui ci si aspettava qualcosa di importante invece non è stato all’altezza delle aspettative. Con me ha fatto un secondo Eccellente a Foppolo con una bella conclusione su due galli che ha guidato per 100 metri, ma alla fine all’economia del Saladini è stato irrilevante, quando invece doveva essere il suo anno di consacrazione.

Zippo della regina del bosco, forse il più completo cane da montagna per intelligenza venatoria, metodo e autonomia- offre prestazioni sempre buone, ma commette alcuni errori sulla selvaggina che gli impediscono di arrivare il più delle volte in classifica: strappa un solo cartellino e viene meno così nel rendimento che l’età gli imporrebbe. La stessa scuderia Virano/Vacca presenta poi Romeo della Regina del Bosco: anche per lui un cartellino, ancora non è affidabile alternando belle prestazioni a dei fuorimano. Se Zippo è affidabile nella prestazione ma viene meno nella positività e nella continuità dei risultati, Romeo è un setter che ha tutte le caratteristiche per ambire in alto, ma dovrà mettere la testa a posto. Anche nel comparto femmine manca la continuità perché se la Mara di Grazioli si è guadagnata il Cacit sul Grappa, ha poi fatto solo un altro risultato (3 ECC) alla Presolana. Aspettavo la Cora di Vacca, che è un cane con un grosso potenziale, ma ha avuto problemi a causa di una gravidanza isterica e si è rivelata assolutamente inattendibile, andando spesso anche lei – come Mara- fuorimano. Poi c’è la cagna di Cossali, la Kita: ha migliorato il galoppo, il portamento di coda, ha ancora qualche fase di dettaglio a terra sulle emanazioni, però sta prendendo il ritmo e la mentalità e si vede che c’è la mano di Cossali che la sta plasmando a mò di Gip e di Po’. Al momento ritengo risenta un po’ del dressaggio fermando poco: aspettiamola. In classifica anche Shila, che sicuramente usa il naso, cacciatrice, però non la vedo assolutamente ancora nella nota della caccia in montagna: nelle prestazioni le manca il coraggio e l’autonomia, facendo molto riferimento al conduttore. Per lei, secondo me, questo è un anno da considerare di approccio e maturazione, anche se la cagna ferma e non sbaglia sugli animali. Infine, da menzionare, c’è Eva di Crocedomini, miglior femmina lo scorso anno, che però ha avuto una stagione di prove compromessa da un calore appena prima del Saladini, che ne ha pregiudicato la preparazione. Per il resto ci sono una serie di onesti e buoni cani cacciatori che si impegnano, che conoscono la montagna, che conoscono il selvatico e che sicuramente possono accompagnare in modo proficuo nelle giornate di caccia, ma ai quali però manca qualcosina di quello che ricerchiamo nel cane da montagna ideale.

Il fatto che ci siano stati solo tre Cacit in un circuito di otto prove è sintomatico del fatto che manchino le punte di eccellenza.

Per quanto riguarda la selvaggina, direi che quest’anno è stato buono: tutte le batterie che ho seguito io sono state positive, in Val Seriana siamo stati in una zona nuova eccezionale, con uno, due e perfino tre galli per turno, per cui spettacolare. Buonissimo il Siltri a Bergamo, dove -nonostante ci sia stato un cane che al primo turno ha fatto un gran fuorimano disturbando la selvaggina presente sul terreno- tutti i cani meritevoli hanno incontrato e nei richiami hanno trovato sette o otto galli. Anche a Brescia –nella prova dell’Alpe Rossello, curata in maniera maniacale- la mia batteria era in una zona buona sotto tutti i punti di vista, con animali più che sufficienti per una verifica zootecnica, perché va bene la prestazione, va bene il metodo, poi però i cani vanno visti a contatto con gli animali. È il confronto con gli animali che chiude il cerchio per la valutazione complessiva del cane viceversa tutto rimane sterile.

Solo nella zona a cotorne non hanno incontrato, però sappiamo quali sono le difficoltà di una zona a cotorne, dove anche il comportamento dei conduttori può pregiudicare l’esito della prova e se i cani non hanno il coraggio di andarle a cercare diventa estremamente dura. Ai vertici della classifica abbiamo quindi un cane che personalmente non avevo mai visto e al suo secondo Saladini se non erro, e uno che ha già visto troppe primavere… cosi come i rispolverati Orfeo di Crocedomini, Raf della Geminiola e il Red dei vari Giorgi, Caldinelli e Pironio a far loro assaporare il sapore della vittoria e a denunciare contemporaneamente l’assenza di nuove leve all’altezza. E ora il Campionato europeo, per il quale ho selezionato – posto che i soggetti della scuderia Virano/Vacca son stati ceduti all’estero- sei soggetti di cui l’unico che ha fatto un Cacit nella sua vita è stato l’Aris più di tre anni fa. Andranno in Francia per il Campionato: Tilò di Grosso, Aris di Sacristani, Berri di Fiorona, Varenne II di Salvi; Aceto di Mosca e Cody di Fiorona a disposizione come riserve. Sei buoni cacciatori, questo è indubbio, ma da un circuito di prove importanti si dovrebbe pretendere di tirar fuori qualcosa di più. A malincuore non ho potuto mettere nessuna femmina perché non mi davano nessuna affidabilità.

tratto da www.marzales.it