Su questo tipo di caccia si è scritto e parlato talmente tanto che si corre il rischio di essere banali o ripetitivi. Vorrei sottolineare alcuni aspetti che la rendono così appassionante, e perché in questi ultimi anni è diventata, tra le cacce con il cane da ferma, una delle più praticate.
Una spiegazione semplicistica, anche se in parte vera, è quella dovuta alla progressiva scomparsa della selvaggina stanziale (soprattutto la starna) e quindi i cacciatori con il cane da ferma giocoforza hanno dovuto cambiare obbiettivo.
In realtà penso che questo sia stato l’inizio di un processo che a portato molti cacciatori a conoscere questo tipo di caccia e una volta conosciuta l’emozione che dà, hanno continuato a praticarla con passione a tal punto che, secondo me, non tornerebbero indietro neanche se ricomparissero le starne vere di una volta.
Perché la caccia alla beccaccia racchiude in se molti aspetti che la rendono unica; innanzitutto è un migratore e quindi racchiude il fascino della migrazione, cioè l’incertezza della presenza e, nello stesso tempo, la speranza della giornata eccezionale; molto diverso è con la selvaggina stanziale di cui in qualche modo riusciamo a prevederne la presenza, anche a seguito dei precedenti prelievi; quindi, anche se non si ha la certezza della cattura, si ha un approccio mentale diverso.
Anche dal punto strettamente cinofilo, pur riconoscendo alla starna (vera) il ruolo di selvatico ideale per il cane da ferma, la beccaccia racchiude in se dei comportamenti talmente diversi e soggettivi che fanno si che il cane da beccacce abbia difficoltà nettamente superiori a …negoziare con questo selvatico.
Ogni beccaccia è diversa dall’altra, e non si ha mai la certezza che, insidiata dal cane si comporti allo stesso modo. Si passa da quelle leggerissime che si involano al minimo rumore, a quelle pedinatrici come dei fagiani, a quelle che infine si fanno pestare; invece negli altri tipi di selvaggina i comportamenti si possono quasi standardizzare, ed è proprio questa incertezza che affascina il cacciatore.
Un altro punto a favore di questo tipo di caccia è l’ambiente in cui si pratica, il bosco, che è una condizione essenziale per poterla cacciare nel modo più sportivo.
Queste sono le peculiarità che rendono la caccia alla beccaccia cosi affascinante anche se, secondo me, per goderne appieno bisogna cacciarla da soli. A vedere un cane in ferma sulla beccaccia, circondato da più cacciatori, mi sembra sia di fronte a un plotone di esecuzione; penso quindi che tutti coloro che hanno provato l’emozione di prenderne una da soli dopo una bella azione del proprio cane desiderino ripeterla. Questo è un tipo di caccia dove contano di più l’emozioni che i numeri, e quindi provare per credere.
Da soli non bisogna sbagliare un piazzamento, non bisogna sbagliare a sparare, se si “padella” va ritrovata; in due poi potrebbe essere una beccaccia come un altra, un abbattimento banale, da soli invece potrebbe essere la beccaccia da ricordare.
duccio
io duccio bongini pur riconoscendo che la caccia alla beccaccia è bellissima piena di varianti mai noiosa anche nei giorni bui,non sono d’accordo che la caccia alla starna sia un tipo di caccia più facile e meno impegnativa.Parlo sicuramente di starne vere quelle che si caccciavano ad agosto e che a settembre s’involavanno già a 30 metri dal cane.Io facevo tutte e due perchè starne agosto settembre e metà ottobre,poi il bosco e la beccaccia Ricordiamo il detto starna settembrina una per mattina.Due tipi di caccia cmpletamente diversi dove secondo me le becc.possono essere cacciate anche con un cane mediocre le starne mai.I re del vento setter e pointer grande cerca grande velocità grande naso e grande ferma,grande spettacolo
Larry
Sono parzialmente d’accordo con il sig Bravaccini quando parla delle starne ma sono soprattutto molto poco d’accordo con Lei quando parla di cani medriocri per cacciare le beccacce…. Ritengo che ogni selvatico ha le sue peculiarità e i suoi difetti. Le beccacce “brocche” (molte sono giovani dell’anno) forse si trovano al passo cosi come le starne ad agosto….
Stesso avviene per le pernici artiche, per esempio in Lapponia, all’apertura i numeri sono interessanti ma poi…..
Dicevo ciò perché penso che ogni caccia ha bisogno di rispetto e soprattutto di specialisti!
Un saluto
Alberto Pasquali
Trovo molto interessante il confronto tra la caccia alla starna e quella alla beccaccia. Personalmente spezzerei una lancia a favore di Bravaccini che credo abbia solo la colpa di non aver motivato la sua considerazione della starna come selvatico ideale per il cane da ferma. Al di là del fatto che tale discussione è totalmente teorica data la quasi totale estinzione della starna in Italia, ritengo che la differenza la faccia l’ambiente e cioè il vento, assente in molti abitat della beccaccia. Infatti molti cani pluridecorati nelle prove a starne si rivelano piuttosto modesti sulla scolopacide. Due tipi di caccia affascinanti ma, a mio personalissimo parere, considero la starna meno impegnativa e mi dedico a tale selvatico (in quei pochi paesi dove è presente) per l’addestramento dei cuccioloni passando alla beccaccia in una fase successiva. Alberto Pasquali