15303949_10207726360221673_765431875_o

L’arena di canto

Il fagiano di monte è una specie poligama, il maschio cioè può fecondare più femmine. Sull’arena però solo pochi galli riescono ad accoppiarsi, generalmente sono i galli che occupano la posizione centrale, più vecchi ed assidui frequentatori di arena, che cercano di respingere i galli più giovani facenti pressione dalle zone periferiche. Le caruncole fortemente sviluppate sono influenzate dal livello di testosterone, l’ormone maschile e i galli che le hanno molto sviluppate sono molto probabilmente quelli più sani, più vigorosi e che riescono ad accoppiarsi. Se aumenta il numero di galli in arena i conflitti fra i maschi si fanno più intensi, con combattimenti, soffi e rugolii.

Ogni maschio si muove sull’arena in uno spazio virtuale ben definito e se un territorio viene invaso si arriva allo scontro fisico con colpi di becco ed ali. La carriera riproduttiva di un maschio può variare da una stagione a diverse, in base alla sua sopravvivenza annuale. Generalmente i maschi che hanno un maggior successo nella riproduzione sono quelli che hanno un età compresa tra i 2 e i 4 anni. Quelli di un anno e quelli con 5 o più anni sembrano avere un successo minore negli accoppiamenti. Normalmente le copule avvengono in arena ma sulle Alpi troviamo un numero rilevante di galli che cantano isolati e non si conosce il numero di accoppiamenti che avvengono in questa situazione.

Le femmine che entrano in arena comunicano la loro disponibilità ad accoppiarsi fermandosi ed accovacciandosi. Di norma si accoppiano una sola volta e la copula è sufficiente a fecondare le uova. Sono le femmine mature le prime ad accoppiarsi, scegliendo tra i maschi quello migliore che occupa la posizione centrale nell’arena. La gallina raggiunge la maturità sessuale all’età di 10-11 mesi ma contrariamente a qualche credenza che circola nel mondo venatorio sono le galline più mature quelle che scelgono il maschio più forte e che depositano un numero maggiore di uova. È stato appurato che le femmine adulte ed in buona condizione fisica producono più uova di quelle di un anno. Di conseguenza la credenza che le femmine più mature siano dannose perché improduttive e disturbatrici di quelle più giovani è infondata.

La deposizione e la cova delle uova

Sulle alpi la deposizione delle uova inizia a metà maggio e si conclude di norma entro il 15 di giugno. Le variazioni nel periodo di deposizione delle uova possono essere influenzate dal clima e dalla persistenza del manto nevoso. Un inverno mite, con scarso innevamento e alte temperature, seguito da una primavera calda ed asciutta favoriscono una deposizione ed uno sviluppo precoce dei giovani. Cattivo tempo in primavera e inverni duri e prolungati possono ritardare l’inizio dell’attività riproduttiva. La femmina prepara il nido scavando una piccola depressione sul terreno al riparo di arbusti o alla base di un albero. Solitamente viene rivestito con muschio, erbe secche, ecc.. Inizia a deporre le uova 7-10 gg. dopo l’accoppiamento e termina la deposizione in due settimane di tempo.

15271734_10207726156376577_732987247_o

Il nido di fagiano di monte contenente un uovo rinvenuto dallo scrivente in data 3 giugno. La femmina disturbata si è involata e nel nido è apparso un uovo, probabilmente deposto da poche ore e ancora caldo. Siamo ad inizio giugno, la deposizione ha appena avuto inizio.

 

La frequenza di deposizione delle uova è di uno ogni 36-48 ore a giorni alterni. Il numero di uova è variabile tra 6-11 uova, in media 7-8. Esse pesano 28-35 g ed hanno un volume di 30-34 ml. Se le uova vengono predate ci può essere una seconda covata di sostituzione con un numero di uova ridotto della metà (3-5 uova). La cova vera e propria inizia con la deposizione del penultimo uovo e si protrae per 25-27 giorni. La femmina abbandona il nido per alimentarsi e per defecare 2-4 volte nel corso della giornata. Durante la cova trattiene le feci nella cloaca per molte ore così che queste appaiono di dimensioni decisamente superiori rispetto a quelle normali. Durante i suoi allontanamenti dal nido, le uova non vanno in contro ad un aumento del rischio di predazione. I predatori terrestri infatti individuano con l’olfatto la preda. Con la femmina sul nido sarebbe maggiore la probabilità di contatto olfattivo e di predazione.

15322327_10207726149616408_1381443991_o-2

A sinistra fatte giganti della cova. La femmina si allontana dal nido 2 o 3 volte nel corso della giornata per alimentarsi e per defecare. A destra fatte di dimensioni normali.

L’allevamento dei pulcini

Il 95% delle uova giungono alla schiusa dando origine a pulcini che sono nidifughi, che si allontanano cioè molto presto dal nido e che iniziano sin da subito ad alimentarsi da soli. Non riescono a termoregolarsi perché non hanno ancora il corpo ricoperto da penne ma solamente da un leggero piumino. Per questo motivo la femmina li copre durante la notte e in caso di cattivo tempo. A dieci giorni compiono brevi voli e a tre mesi si separano dalla madre raggiungendo la completa indipendenza. Durante le prime settimane la crescita è davvero rapida. Grazie alle proteine di origine animale assunte con la dieta (larve, insetti, cavallette ecc.), i fagiani riescono a raggiungere in poco più di tre mesi il peso da adulto.

Da un peso iniziale alla nascita di circa 25 g, i giovani fagianotti arrivano in ottobre, quindi in poco più di 90 giorni,  a pesare circa 700-800 g nel caso delle femmine e 900-1100 g nel caso dei maschi. A titolo di esempio si riporta l’esempio di un fagiano giovane abbattuto nella prima decina di ottobre della corrente stagione, dal peso eccezionale di 1.280 g.

Bisogna però ricordare due aspetti molto importanti e cioè la perdita dei nidi e la mortalità dei pulcini dopo la schiusa. I predatori hanno maggiori probabilità nel contatto di una nidiata con molti pulcini che non di un nido ben camuffato nella vegetazione. I piccoli, nelle prime due settimane di vita sono indifesi perché ancora incapaci di volare. Inoltre giocano un ruolo fondamentale le condizioni climatiche proprio nelle prime due settimane di vita.

A inizio autunno quindi le covate si sono ridotte nel numero e generalmente il numero di pulli per covata è compreso tra 1 e 4 individui.

Alcuni casi particolari.

Come abbiamo precedentemente ricordato la femmina depone le uova nel mese di giugno. Può però succedere che l’intero nido venga distrutto dalla volpe, dalla martora o dal cinghiale. Può altresì succedere che la femmina sia costretta a lasciare il nido perché disturbata ripetutamente. Abbiamo anche visto che i pulcini, specialmente nei primi giorni di vita possono andare incontro a predazione da parte di mammiferi o uccelli rapaci o ancora morire a causa di sfavorevoli condizioni climatiche. Molteplici cause quindi possono concorrere alla distruzione del nido e della nidiata. In questo caso la femmina ha la possibilità di procedere ad una covata di sostituzione. Il numero delle uova è di circa la metà rispetto alla prima deposizione. Viene scelto un luogo distante qualche centinaio di metri rispetto al primo nido.

Durante le escursioni o l’attività di addestramento cani non è raro imbattersi in una nidiata di sostituzione. In particolare quest’estate e più precisamente il 21 di agosto è stato rinvenuto dallo scrivente un uovo di fagiano di monte in ambiente boscato molto vocato alla specie. A pochi metri dal rinvenimento dell’uovo, i cani hanno fermato una femmina con un pulcino di pochi giorni di vita, appena in grado di involarsi per allontanarsi dalla vista dei cani. Considerata la data del rinvenimento possiamo certamente attribuire il pulcino e l’uovo rinvenuti alla data del 21 agosto come una sostituzione di un primo tentativo fallito.

15310822_10207726140096170_1303749509_o-2

Uovo rinvenuto in data 21 agosto. A poche decine di metri i cani fermano una femmina accompagnata da un pulcino con pochi giorni di vita. Sicuramente si tratta di una covata di sostituzione.

 

Altro caso ancora più curioso è quello gentilmente segnalatomi da due cacciatori di galliformi alpini, Andriolo Roberto e Nieroz Bruno che ringrazio personalmente. Alla data del 21 settembre si trovavano intenti nell’attività di addestramento cani nel vallone di Menouves, ad una quota di 2080 m s.l.m.. Percorrendo con i loro ausiliari il territorio vocato alla specie si sono imbattuti in un nido di fagiano di monte.

15322469_10207726109775412_667090392_o-2

 Foto di Bruno Nieroz

Tre uova si presentavano schiuse, uno si presentava intero e il quinto presentava il pulcino in formazione. Nell’immagine sopra possiamo apprezzare il pulcino in formazione rinvenuto in uno delle cinque uova contenute nel nido trovato dai Signori Andriolo e Nieroz. Si nota dallo sviluppo del pulcino che manca ancora qualche giorno di cova per il completamento della struttura del corpo. Tre uova si presentavano schiuse e uno si presentava intero con il tuorlo al suo interno. Probabilmente non tutte le cinque uova sono state covate contemporaneamente oppure sono state deposte in tempi diversi. Questo potrebbe spiegare il diverso grado di sviluppo all’interno della nidiata.

Per concludere abbiamo visto sopra come sia le giovani femmine che quelle adulte siano in grado di procedere ad una buona deposizione e al conseguente allevamento dei pulcini. Il successo nella riproduzione è per lo più dettato da fattori esterni come il brutto tempo, con piogge persistenti e basse temperature, la predazione sia di mammiferi che rapaci, disturbi sulla femmina che cova di vario genere. Sarà importante in futuro cercare di quantificare il peso di ogni variabile ambientale e capire meglio quali sono i meccanismi che regolano il buon esito della riproduzione.

Desidero ringraziare ancora il Sig. Andriolo e il Sig. Nieroz che hanno reso disponibile la testimonianza e la fotografia del nido ritrovato in data 21 settembre.

Le segnalazioni dei cacciatori o degli escursionisti, degli amanti della fotografia naturalistica e dei fruitori dell’ambiente alpino in genere, sono informazioni preziosissime. Invito quindi i cacciatori a conservare e non tenere segrete queste informazioni personali che possono rivelarsi di interesse pubblico e possono contribuire ad una migliore conoscenza della biologia di queste specie.

Angelo Lasagna