
Foto di Eduard Cenolli
Le beccacce, i galli forcelli, le coturnici, sono uccelli completamente diversi tra loro, ma hanno una cosa in comune: sono rari e distribuiti in vasti territori con un habitat molto impegnativo. Quindi i cani adatti al reperimento di questi selvatici devono avere caratteristiche simili, ovvero coprire molto terreno in minor tempo possibile per molte ore di seguito per giorni consecutivi.
Non è una formula matematica, però in questo tipo di caccia la priorità è trovare il selvatico, perché se prima non lo si trova non ci sarà bisogno né di ferma né di consenso né di recupero e neanche di stile. Penso che un cacciatore di montagna la prima cosa che pretende dal suo cane sia il fondo e la tenacia perché molto spesso 3-4 ore di caccia non bastano per fare un incontro, quindi in primis il tipo di cerca che per sopperire alla scarsa densità di questi selvatici e al tipo di t erritorio dovrà essere la più ampia possibile, ma nello stesso tempo collegata al cacciatore.
Va da se che le razze più indicate siano quelle inglesi (setter e pointer) anche perché la situazione faunistica italiana non è più quella di una volta, di questi selvatici soprattutto in certe zone e in certi momenti, se ne trova uno per “montagna”, quindi più “montagne” facciamo in una giornata di caccia, più possibilità abbiamo d’ incontro abbiamo. Secondo me la dote più rara nei cani attuali è proprio questa tenacia, questa “voglia intelligente di non mollare mai” che da benzina anche alle gambe e al morale del cacciatore. Ho voluto sottolineare una cosa che pare ovvia, ma dall’ esperienza personale vedo che i cani che fanno la differenza in queste caccie sono questi fondisti, è chiaro che poi ci vuole tutto il resto, anche lo stile, ma senza questa “voglia d’ incontrare” prolungata nella giornata ci troveremo di fronte sempre a mezzi cani. Infatti cani che trattano bene questi selvatici anche in stile di razza se ne trovano, ma il cacciatore di montagna o di beccacce sogna il cane mai domo neanche dopo ore di caccia, magari sulla via del ritorno vada ad “inventarsi” con una beccaccia in modo da trasformare un “cap potto” in una giornata da ricordare. Dico questo perché la selezione attuata dalle prove non riesce a valutare questo fondo o questa tenacia quindi molto spesso ci troviamo di fronte a cani che fanno tutto bene solo per un ora e poi “staccano la spina” quindi in montagna sono inservibili anche se bellissimi da vedere. Anche le prove di montagna e a beccacce, pur essendo più attendibili per la qualità dei selvatici, hanno questo limite che però viene in parte ovviato dal fatto che i concorrenti essendo in gran parte dilettanti usano il cane anche a caccia, quindi quelle caratteristiche che dicevo vengono verificate prima di presentare i cani. Vediamo invece nel mondo delle prove per contro, gli scarti vengono destinati alla caccia. Penso che nel panorama cinofilo attuale sia più difficile trovare un buon cane da caccia che un buon cane da prove. Questo, valutando come sono ridotte le prove e come è difficile la caccia (intesa su selvatici veri) in Italia. Il cane da montagna deve avere quel qualcosa in più che anche il miglior tipo di prova non riesce a valutare quindi un cane che viene dalla caccia e poi viene presentato con successo alle prove, ha un plus valore dal punto della selezione perché oltre ad avere le caratteristiche di razza (stile, morfologia ecc…) sarà anche intelligente fondista, tenace ecc… che sono tutte doti trasmissibili come le altre e per noi cacciatori di montagna sono indispensabili.
Paolo Ceschina
Concordo in pieno con questo concreto articolo!
Concrreto come deve essere il cane cacciatore di montagna
Il fondo è la qualità che fa la differenza e penso c’è da riflettere sulle modalità di selezione con cui ci si muove di questi tempi perchè ho l’impressione che si stia correndo il forte rischio di trascrurare e perdere questa essenziale qualità che un cane da caccia deve aver.
Il fumo e l’arrosto… stiamo attenti a non selezzionare tanto fumo e poco arrosto!
Emanuele Stornati
Ottimo il riassunto del Carissimo Bravaccini, la verità è che la benzina del cane fondista, accorpata alla sua intelligenza, può solo che trasformarsi in una forte macchina, di cui noi sopra , ci facciamo portare ad alta quota.
ugo
complimenti al sig. Bravaccini: una sintesi perfetta…siamo stufi di prendere figli di pseudo-campioni che portati a caccia non hanno mordente, fondo, passione. SELEZIONIAMO I GRANDI CANI DA CACCIA, da questi usciranno i veri campioni
Capriccio salvatore
Finalmente leggo un commento degno di attenzione e scritto da un grande campione di gare su beccacce che esalta a mio parere la dote più importante naturale avidità. E fondo instancabile mai pago grande sig. Bravaccini