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Righe di cinegetica leggere ed amichevoli, di chi ha accudito i propri cani sempre con gioia e non è stanco di farlo a cominciare dal quotidiano spalare m… .

Sussurri nella cuccia.

Figlio, oggi ti guardavo correre nella grande stoppia: eri magnifico!

Purtroppo gli anni che ho trascorso con il nostro capo sono ormai tanti e presto non dovrò che vivere di ricordi. La mia andatura non sarà mai più quella di una volta. Devo dirti che la bellezza del tuo movimento ricorda molto quello della tua splendida madre morta nel darti la vita: di lei hai l’eleganza e la classe ma in te c’è in più la forza del giovane maschio.

Padre, ero felice nel percorrere con te quei terreni  anche se tu rimanevi indietro ma più felice di noi due era il capo, che ci ha accarezzato a lungo seduti all’ombra fresca lungo il fiume. I mesi trascorsi a scuola dal pur bravo dresseur dal fischietto perentorio, sono stati per me lunghi e duri. A scuola ho capito e maturato molte cose ma era una  vita assai diversa   da quella che ci raccontavi in cuccia da cuccioli. Ricordo il tuo entusiasmo nel ricordare di quando cacciavate in montagna i cotorni con la mamma per ore ed ore e giorni e giorni: nulla di tutto questo mi attendeva a scuola. Tutte le mie uscite venivano troncate dopo per me pochi minuti: la mia grande passione, che mi hai trasmesso nel sangue e poi con il buon esempio, dovevo cercare di farla esplodere tutta in  pochi minuti correndo velocissimo per battere  più terreno possibile. Ma non mi sono mai divertito. Terreni sempre uguali, privi di ostacoli naturali, con quaglie maleodoranti distribuite regolarmente lungo il percorso e non nascoste come tu mi avevi insegnato, in posti  reconditi più ospitali  per loro. L’odore su cui mi bloccavo in ferma era lo stesso del mangime secco che tutte le sere divoravo nella ciotola. Eppure ho ancora bene nella mente l’odore esaltante delle profumate  beccacce trovate nei boschi durante le uscite a caccia in autunno: non avevo che 8 mesi. Che altra cosa! Che fatica, che attenzione richiedevano quelle rare beccacce.

Sii sincero figliolo, tu non le trovavi ma ero io che le fermavo e tu consentivi rispettoso e, un po’ troppo curioso, mi accostavi venendo ad avvertire quell’ odore che ti ho insegnato io a bramare e reperire con tanto duro ma ripagato sacrificio.

Oltre a te, padre, è stata la mia sorella più grande, a pazientare i miei errori di inesperienza ed esuberanza. Tu e lei sarete sempre i miei idoli da imitare .

Che bello figli miei, ritrovarsi qui insieme nella nostra vecchia cuccia morbida di foglie di acero, come ama viziarci il nostro capo. Presto sostituirà queste foglie con altre del ciliegio, che cadono tutte insieme rapidamente in dicembre. Ne fa dei sacchi pieni con cui ci rinnova il letto accogliente e asciutto. Questa notte piove e farà più freddo: è la temperatura  dell’autunno e con questo tempo il capo ci porterà  presto in montagna e tra i boschi.

Padre, speriamo che il capo non si faccia mai più riprendere dalla voglia di migliorarmi e di farmi gareggiare con cani mai andati per monti e boschi come noi fin da cuccioloni: mi fanno proprio pena! Sono cani che altro non sanno fare che correre velocissimi . I loro padri e nonni non hanno nulla da raccontare in cuccia a questi loro poveri figli,cresciuti senza esperienze di caccia con una vita triste tra  lunghi viaggi e brevissime esibizioni. Non hanno proprio niente da insegnarmi: preferisco stare qui con voi e uscire dando soddisfazioni alla doppietta invece che al fischio.

Tu, figlio, anche se ancora giovane e poco esperto sei arrivato alla giusta conclusione: siamo onesti e felici cani da caccia e il capo sembra proprio soddisfatto di noi. Ci basta questo.  Ma su … un pò di ironia: più uomini e cani andranno per gare e meno ce ne saranno a caccia, lasciando tutto godimento per i pochi come noi e il nostro padrone cacciatore per nostra fortuna.

Accipiter