La frase è talmente famosa che sarebbe banale pensare si riferisca semplicemente al fatto che il cacciatore esagera sul numero delle prede e sul loro peso.
Il mio schema mentale mi porta spesso a semplificare e a dividere in categorie, cosi faccio pure per i cacciatori che divido in costanti e tiepidi.
I costanti, escono a caccia tre giorni a settimana dall’apertura fino alla chiusura, indipendentemente dal tempo che hanno, dalla meteorologia e dalla moglie.
Metti che uno di questi verso il 20 di Settembre si imbatta in un anticipo di passo ”succede nel nord Italia”, che lo porti ad incarnierare due beccacce delle tre trovate…
Voi pensate che tornato a valle si fermi in armeria o al circolo cacciatori a far vedere a tutti le sue prime beccacce?
Se casualmente si imbatte in un conoscente che non può evitare, e questo lo interroga sull’esito dell’uscita di sicuro risponderà “non c’è ancora niente, è presto ci vorranno ancora quindici giorni per il primo incontro, esco per allenare il cane”.
Ho cacciato parecchi anni con un amico, che non soffriva un concorrente che frequentava la nostra zona: “aveva offeso il suo cane, definendolo un brocco”. Per vendicarsi ogni volta che lo sentiva in zona o lo incrociava, poco dopo, sparava uno o due colpi e invitava il cane al riporto. Non ho mai condiviso questo suo modo di fare, ma lui ci godeva talmente tanto che alla fine, scappava pure a me una mezza risata.
Accà nisciuno è fesso, e tutti sappiamo che i tiepidi vivono sulla comunicazione “che oggi è in tempo reale”. Se vuole contenere la concorrenza il costante bene che vada tace, oppure mente.
E’ tanto vero ciò che affermo che personalmente, in particolare negli ultimi anni, per non sentirmi raccontare una bugia mi astengo dal chiedere ai conoscenti l’esito della giornata.
Succede però che nel bel mezzo del passo, fra le ore venti e le venti e trenta un amico telefona a casa del costante per avere notizie sul passo. Chi telefona è un tiepido e inoltre caccia in un’altra zona, questa la prima considerazione del costante, “ma proprio oggi che in due abbiamo fatto sei incontri e in frigorifero ci sono quattro beccacce doveva chiamare”. Il costante ha fatto sua la regola “se non vuoi far sapere qualcosa non la devi dire”, ma azzo questo è un amico come posso raccontargli balle?
Allora ricorre al “guarda lo dico a te ma devi promettere che non lo dici a nessuno”. Il tiepido promette, ma il costante è cosciente che la stessa frase prima delle ventidue avrà fatto il giro di tutti gli amici degli amici.
Lo consola il fatto che nel Bresciano il passo scorre veloce e “ il giorno dopo, resta il giorno dopo”.
La comunicazione fa ammazzare più del doppio delle beccacce che si prederebbero se questa non esistesse. Da sempre i ritrovi dei cacciatori e oggi il cellulare e facebook scaldano gli animi dei tiepidi che diventano leoni e invadono tutti boschi.
Il cacciatore è geloso dei suoi boschi, custodisce i suoi segreti e le bugie o i silenzi sono di volta in volta il tentativo di difendere il suo bosco o di vendicarsi dai torti subiti.
La famosa frase, non lo è diventata tale per la rima, è stampata in ogni dove ed è il vangelo del cacciatore.
Mauro Bonaccorsi
Sempre molto vero e appropriato.
Federico Gallo
Tutti vero e ben analizzato. Purtroppo ci sono anche quelli che non sono tiepidi ma anche sconsiderati e non vanno nemmeno quando sentono dire che ci sono beccacce e tutto il resto per tutti. Sono quelli che ti rispondono con enfasi raddoppiando la dose che tu hai denunciato. Non vogliono assolutamente essere sempre perdenti. Quelli vanno fuori dalle due categorie e sono i veri pallisti. Quelli che hanno fatto crescere l’inattendibilità dei cacciatori.
Primo
Vedi Federico per me che a 81 anni di caccia esclusiva te con il cane i palliati rimarranno tali anche nella vita ,e non saranno ma Cacciatori con la C maiuscola tantomeno beccacciari troppo piccola da far vedere