22119790_10210129352214971_951072266_oAlle ultime luci del giorno, quando la notte sta per scendere sulla foresta, si fatica a vedere. Ad ogni minuto che passa le forme si fanno sempre meno distinte, i colori vivi dell’autunno si fondono in tante tonalità del grigio. Ma è questa l’ora del cervo. E io lo attendo. Ancora cinque minuti, mi dico mente scruto nel binocolo, seduto alla base di un vecchio larice. Una cincia si posa per un attimo sul ramo più vicino e poi riparte, verso il suo riposo notturno. Ma sotto il lieve battito di ali percepisco un altro suono, diverso. I miei sensi si allertano e lo sento di nuovo, più vicino. È un lieve calpestio sulle foglie, seguito da un colpo secco, legnoso. È lui!

Un cervo maschio, che ha cozzato il trofeo su un ramo. Avanza fiero, senza dubbi, carico degli ormoni dell’amore, sicuro di essere il Re. Sento il mio cuore, come lo avessi fra le mani, che comincia a pulsare più veloce. Calma. L’aria è buona, spira nella mia direzione. Se sarò abile non si accorgerà di me. Ora mi raggiunge anche il suo odore: intenso, muschiato, inconfondibile. Sento ancora un fruscio e poi, finalmente, lo vedo, emergere magnifico fra le fronde, a una quarantina di metri dalla mia postazione. Mi faccio di pietra, la mia bocca è socchiusa: per lo stupore di fronte a questo spettacolo e per respirare senza emettere rumori. Credo che siano immobili persino le mie palpebre. Ma, insieme all’emozione, anche la ragione non smette di lavorare. Mentre lo osservo, lo analizzo, quasi automaticamente. È un cervo maturo, di prima classe. Non il cervo giovane previsto nel piano di prelievo. L’emozione non diminuisce, ma il respiro rallenta. Non sparerò. La mano destra, che era già corsa alla carabina, si rilassa. Lo guardo, non voglio perdere un solo istante del nostro incontro così intimo. Ma il grande cervo mi regala solo una manciata di secondi. Poi scompare, nel folto, nell’oscurità. Attendo un bel po’ prima di andarmene, per non disturbare l’animale che ho osservato. Sarebbe un fastidioso neo in una piccola storia perfetta. Un’inutile mancanza di rispetto verso il padrone di casa. È buio, quando scendo lungo il sentiero. E non posso fare a meno di pensarci. Mi vedo in faccia il sorriso del bambino che ha appena ricevuto un regalo inatteso. Sono felice. Sono un cacciatore e stasera non ho preso nulla. Ma che importa, porto a casa sensazioni che mi hanno fatto vibrare nel profondo. L’incontro col grande cervo non lo dimenticherò.

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