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La Starna ( Perdix perdix ) ha subito un grave declino in gran parte d’Europa (dove in 50 anni la contrazione delle popolazioni è stata stimata in oltre il 90%) e rientra nel gruppo delle specie ornitiche più vulnerabili, in quanto legate alla qualità degli ecosistemi agricoli aperti, molto spesso manomessi dalle moderne prassi di coltivazione.

Il taxon endemico per l’Italia, la Starna italica, è stato formalmente descritto come Perdix perdix italica Hartert, 1917 e come tale è elencato nell’Allegato I della Direttiva Uccelli, pur essendo probabilmente estinto in natura per le ragioni ambientali richiamate e, soprattutto, per scorrette prassi di gestione (prelievo eccessivo, ripopolamenti con taxa alloctoni). La Starna italica presentava, infatti, una frequenza allelica in parte propria, a testimonianza di una pregressa lunga fase di isolamento riproduttivo (popolazione geografica). Analisi fino ad ora effettuate su campioni prelevati in natura hanno confermato la presenza di marcatori genetici esclusivi in una sola popolazione naturale (Valcerrina, AT-AL) e in stock allevati. Tale biodiversità va conservata, anche considerando che in Italia la specie si colloca al margine meridionale dell’areale e non è dato conoscere un eventuale valore adattativo (principio di precauzione).
 
Il piano è finalizzato a conservare la residua biodiversità della Starna autoctona e ad avviare un graduale processo di miglioramento dello stato di conservazione della specie, fondato anche su una strategia di gestione biologicamente sostenibile e su operazioni di reintroduzione tecnicamente corrette, nella consapevolezza che si tratta di un taxon oggettivamente esigente sul piano ecologico e gestionale.  Queste iniziative potranno essere condotte con il coordinamento istituzionale del Ministero e tecnicoscientifico dell’ISPRA, in coerenza con il “ Management Statement for the Italian Grey Partridge Perdix perdix italica”, approvato anche dallo Standing Committee della Convenzione di Berna. 

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