
Tex (della Trabaltana) di Gianfranco Calì
Nel 1952, in occasione della fondazione del Club Amatori del Trialer, il grande Giulio Colombo egli ebbe a dire: “ Noi altri siamo innanzitutto cacciatori, non beccai, e vogliamo gustare l’arte del cacciare. La cinofilia, al pari della caccia, è uno sport costoso; in più, essendo anche cinotecnia, non può essere di massa, ma solo appannaggio di pochi competenti i quali hanno il compito di dare alle masse dei buoni cani da caccia derivati dai trialers e che affrontano forti sacrifici finanziari per poter riuscire.”
Annotazioni sul setter inglese da parte del Conte di Hamilton
Il conte di Hamilton, nato nel 1855, descrive il tipo di setter da lui allevato nella proprietà di famiglia esistente nell’ovest della Svezia: ”Un vecchio ceppo di setter inglese, importato in Svezia sin dal 1840 e allevato con cura per generazioni – tutti dello stesso tipo morfologico e dalle identiche doti venatorie. Ciò in un’epoca in cui né gli uomini né gli animali avevano tanta fretta come oggigiorno….. La ricerca delle starne non si spingeva in lacets molto estesi, ma era peraltro metodica e fruttuosa, e si svolgeva con un galoppo non tanto veloce. Appena il cane avventava la selvaggina, scivolava a terra come una pietra; e lì continuava a giacere immobile finché il cacciatore non fosse in posizione di tiro. Gli uccelli venivano involati con tutta calma, senza alcuna fretta e disattenzione.
Ho visto cani di questa linea di sangue comportarsi in tale maniera sin dal primo giorno che venivano portati sul terreno di caccia”.
filippo
Ancora oggi gran parte dei “cacciatori” utilizza cani da …”scaccia”, come ha avuto modo di dire il mai abbastanza compianto Carlo Gabrielli. Inglesi (i cani), che si allontanano 20 metri e…fanno una mezza “fermina”, purchè si “ammazzi”…il più possibile. Il resto, ai più…non interessa.