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L’altra mattina sono arrivato al ritrovo della tappa del Saladini Pilastri sulle Alpi Comasche: mi sono trovato in mezzo al gotha dei conduttori delle prove di montagna, una cerchia ristretta di specialisti delle rampe, monomaniaci della cotorna o del forcello, atleti capaci di scatti in salita impensabili per noi semplici testimoni della prova.

Le facce sono quasi cotte dal sole, i sorrisi grandi e schietti, spesso barbe e capelli lunghi…

Ma sono nel comasco o sulle spiagge della California nei magici anni ’60?

Perchè questa è l’analogia più forte che mi suggerisce questa situazione… Come i grandi surfer, gli eroi del “Saladini” appartengono ad una comunità che vive la montagna come passione unica e fortissima, come i surfer seguivano le grandi onde nel circuito delle grandi spiagge di Hawaii, Sud Africa e Australia i nostri surfer delle cime seguono le tappe alpine alla ricerca della rampa che gli regalerà la ferma decisiva.

Anche i cani del “Saladini” sembrano avere un’espressione quasi di superiorità… Loro sono le “tavole” dei nostri surfisti, sono coccolati, lisciati (come si incerano le tavole), sono pazienti, hanno quegli occhi dolci con le palpebre sempre un po’ a mezz’asta, quasi sonnolenti, sornioni,.. Sanno che prima o poi toccherà a loro scivolare su e giù tra ontani e rocche, toccherà a loro allargare fino in fondo al vallone per cercare l’usma remota che li guiderà sul volo di cotorne.

Il falò sulla spiaggia con birra e spiedini di marshmallow da noi sono camini accesi in baita con stufati e grappe fatte in casa ma lo spirito penso sia lo stesso, è il momento dei ricordi, degli sfottò, delle storie della montagna. Il bello di questa comunità di appassionati della caccia in quota è che non potrà essere cambiata; non potrà essere commercializzata, non potrà essere inquinata da non appassionati, rimarrà una manifestazione piena di fascino e sincera perchè la montagna stessa veglia su di essa.

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Non puoi fregare la montagna, devi avere le gambe, avere il cane, avere la passione che ti porta fin lassù e quel pizzico di pazzia da “montanaro” che ti porta sempre all’estremo, che sia in cima ad una cresta o che sia in fondo ad un vallone, forse la stessa pazzia dei ragazzi dell’epopea del surf, quelli che stavano tra di loro, quelli che si conoscevano tutti, quelli che forse erano un po’ snob ma che certamente erano i migliori…

Ora dovrebbe partire un video di surfer californiani con sotto un coro di montagna o un video del Saladini Pilastri con sotto un brano dei Beach Boys?

Lascio a voi decidere, e intanto stringo forte la mano a tutti quelli che ho incontrato giovedì a Giovo, Aloha