Dopo i primi di novembre le beccacce diminuiscono in selva, è la mia miglior zona da beccacce per tutto Ottobre, ma pochi sono gli anni in cui gli incontri si mantengono a novembre. Di conseguenza ai primi cappotti nasce l’esigenza di cambiare territorio. Con Mario abbiamo deciso di provare un’uscita al Prato del Noce, dove serve un fuoristrada vero per arrivarci; noi però non l’abbiamo, e dobbiamo mettere in conto un’ora a piedi. Puntiamo proprio sul fatto che essendo un posto scomodo, possa dar rifugio a qualche beccaccia in sosta.
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Il-Grande-Faloò di Giancarlo Bravaccini
L’etica a caccia è cosa antica, alcuni cacciatori sono stati o sono dei grandi signori, e non parlo di soldi. Oggi va di gran moda discutere se è corretto usare le moderne tecnologie a caccia o in nome della correttezza evitarle, e allora via discussioni: meglio il tradizionale campano, il biper è indispensabile, ma il satellitare è superiore per la sicurezza dei cani, canne raggiate per determinati territori, cartuccia dispersante per tutti, radio, telefonini, fuoristrada e viaggi venatori.
Chiariamo il fatto che la tecnologia una volta alla portata di tutti, è impossibile non usarla, magari si fa a meno di una di queste invenzioni, ma non di tutte, altrimenti non saremmo in questo millennio. La tecnologia quando c’è si usa, ma a caccia troppa è sbilanciata nei confronti della selvaggina che aimè non ha sviluppato tecnologia.
Allora soprattutto oggi serve etica, noi cacciatori di montagna e di beccacce facciamo una proposta.
Proposta per la verità non nuova, visto che già Giorgio Gramignani del libro “Tra cime, boschi e paludi” metteva in evidenza. Ovvero le beccacce vanno cacciate da soli, questo non significa che non si possa fare il viaggio con un amico, o condividere il pranzo e la serata assieme. Non necessariamente serve essere scorbutici per cacciare da soli, basta dividersi il terreno e darsi poi appuntamento, o sentirsi con i moderni mezzi di comunicazione.
E’ intenzione dei responsabili del settore scientifico del C.d.Beccaccia portare avanti uno studio sul grado di maturazione delle gonadi in gennaio. L’interesse riguardo tale specifico mese è dovuto al fatto che in una parte d’Italia, soprattutto nel centro-sud, la possibilità di cacciare tale specie si ferma alla fine della 2° decade, in quanto non vorremmo mai abbattere beccacce in fase di volo pre-nuziale: sembrerebbe infatti , che già in questa decade di gennaio, la specie abbia le prime spinte ormonali e quindi inizi la migrazione di ritorno verso le aree di nidificazione, con immediato stop della caccia per salvaguardare la specie . Altre nazioni europee non sembrano concordare con tale opinione scientifica: per esempio in Francia si caccia fino alla 2° decade di Febbraio così come in alcune regioni della Spagna e in paesi dell’Est addirittura fino a tutto Marzo.
Si potrebbe definire la carica dei 101 anche se il totale dei cani che hanno gareggiato nella prova su beccacce senza sparo nei due giorni 15 e 16 marzo è stato precisamente di 108. E’ una gara iniziata nell’aprile 2013 con lo spunto dateci dal dinamico maresciallo Camillo Cali scatenato cacciatore di becche che conosce i luoghi dell’Appennino piacentino, da buon siciliano, come (qualcuno dice meglio) di tanti cacciatori locali. Non è riconosciuta; l’organizzazione è della Delegazione SIS di Piacenza e la definiamo una gara sociale per soci e non soci senza limitazioni territoriali, tantè che erano presenti cacciatori provenienti dalle provincie di Milano, Reggio Emilia, Brescia, Lecco, La Spezia, Firenze, Asti, Parma, Lodi, Pavia, Cremona e difficile da credere ma vero, da Napoli con un bellissimo camper ed al seguito il carretto con i setter.
Informazioni a completamento dell’andamento del passo nella scorsa stagione.
Da due articoli comparsi su “La Mordorée” (organo del Club Nazionale dei Beccacciai francesi) di gennaio 2014 riassumo alcune notizie utili a completare il quadro – tuttavia solo fino a inizio dicembre – che abbiamo già tracciato nel precedente numero del “Giornale della Beccaccia”. J-L Cazenave, della Commissione meteo di quel Club, sottolinea che nella seconda decade di ottobre si è registrato un abbassamento delle temperature oltre la norma, con neve fino al 60° parallelo in Russia e Scandinavia, freddo che invece raggiunge appena il centro Europa dove, più ad ovest, permane invece un clima molto dolce. Questa situazione è alla base dei movimenti di fine ottobre/inizio novembre.
Notizie apparentemente contrastanti da zone diverse forniscono un quadro disomogeneofavorito da particolari condizioni climatiche. Come ogni anno, sulla base di quanto riesco a raccogliere da amici, conoscenti e corrispondenti, cerco di tracciare un quadro generale sull’andamento della stagione beccacciaia in Italia. Naturalmente, visto anche il decentramento geografico della Liguria-Basso Piemonte da dove mi giungono notizie più numerose e più dettagliate, posso essermi fatto un’opinione sbagliata per altre regioni italiane, ma credo di offrire a chi legge una situazione complessivamente realistica (fatte salve le eccezioni locali…che confermano la regola!).
Come una ballerina in un bosco incantato, fra macchie e felci, alberi di cristallo plasmati dal gelo, fra sorgenti nascoste da un manto di neve, sei scesa dai pianori librandoti nell’aria del mattino, sibilando nel vento, volteggiando fra pini e faggi in una danza eterea.
Alla tua apparizione un sussulto; una carezza di vento, il sapore dell’incanto, la magia del cielo.
Puntuale all’incontro sulla scia della tua poesia, hai scalfito l’anima infondendo un’emozione enorme in una visione reale, ma che di terreno non aveva radici. Era di cielo!
Sull’editoriale del numero 04-2012 luglio/agosto della rivista “Beccacce che passione”, abbiamo solo annunciato l’avvenuto cambio storico alla Presidenza del “Club della Beccaccia-Italia”, promettendo ai lettori che, ce ne saremo occupati in maniera più esaustiva sul numero attuale.
E quale modo migliore di affrontare l’argomento se non con i diretti interessati ?
Strano uccello davvero si è questo!
Sconosciuto da noi nel tempo della riproduzione, rifugiasi in quel tempo nelle foreste del nord-est e del nord dell’Europa, spingendosi fino alle freddissime terre della Groenlandia e dell’Islanda.
Là nella tranquilla pace di quelle selve fra l’aria aromatizzata dalla vegetazione resinosa, tra il dolce mormorio dei ruscelli, quest’uccello si riproduce, alleva con somma cura ed amore la prole; e quando questa è in grado di pensar per sé al lungo viaggio che deve compiere per isfuggire ai rigori dell’inverno che si avvicina, si abbandona ad una specie di gita di piacere. Non come fa la Quaglia o la Rondine, essa viaggia; non d’una sola volata compie il cammino prestabilito.