Ricordo la partenza con la mia alfa romeo per quel raduno dell’ottobre 1992  che si sarebbe svolto in un circuito poco distante da Roma,per l’ultima prova del trofeo “alfetta GT”. ero molto indeciso se parteciparvi, in quanto era fine ottobre e più dell’entusiasmo per la rossa alfetta il mio pensiero era …per la mia setter “Briciola” che in quei giorni non sarebbe uscita a caccia…giorni che si preannunciavano ricchi di presenze nei boschi della mia selvaggina preferita,la beccaccia.

Dentro di me non riuscivo a pensare come avrei potuto tradire,anche se per pochi giorni,la mia grande passione!Ma ormai era deciso..sarei partito per Roma per la pista di Tivoli.Il viaggio sarebbe stato bellissimo con accanto mia moglie     Rosella, sempre sorridente e disponibile ad accompagnarmi  in ogni luogo di mio gradimento.

Inoltre,dopo la gara di velocità sulla pista,con l’occasione avremmo visitato la città di Roma. Per tutto il viaggio,mentre ero al volante osservavo,attraverso i vetri dell’auto, gli alberi dei boschi dipinti con i colori che solo l’autunno sa dare…vi era in me un sentimento di rammarico pensando alla setter e ai giorni perduti tra i boschi alla ricerca della beccaccia!

Tutto andò a meraviglia, Rosella era felice…l’alfetta andò benissimo guadagnandosi la coppa, io andai sul podio come terzo classificato……visitammo Roma come non avevamo mai fatto prima, ci fu da guida un socio del club alfa romeo persona molto simpatica e conoscitore alla perfezione della stupenda città.

Ritornammo a notte fonda dopo aver viaggiato per quasi sette ore.;come arrivai corsi a salutare la setter…..All’alba del giorno dopo ero già sulla collina,ricordo che camminavo con stanchezza…ma quando la setter Briciola scovò la beccaccia mi pareva di aver le ali ai piedi per raggiungerla mentre era in ferma…e quando me la riportò.. pensai ai tanti chilometri che la regina dei boschi(la beccaccia)aveva fatto in volo per raggiungere quel bosco,certamente molto di più di quelli che avevo fatto al volante della mia alfetta.

Ritornato a casa deposi la beccaccia accanto alla coppa vinta e pensai che quella coppa l’aveva meritata molto di più quella povera beccaccia che tanta strada aveva fatto per donarmi un momento di irripetibile di felicità.