Avevo compiuto quindici anni da una settimana, era Dicembre del 1996, quando ero entrato come apprendista nella fabbrica dove lavorava mia madre. Era stato uno scambio, entravo io e restava a casa lei. Con i sacrifici fatti come operaia la casa era finita e avendo una sorella più giovane la mamma aveva più tempo da dedicarle e crescerla. Il tempo, inesorabile, passava: da grigi a bianchi erano diventati i capelli dei miei nonni che, fortunatamente si erano trasferiti in una casa non lontana dalla nostra e così, anche loro beneficiavano delle gentilezze di mia madre, sempre presente, a volte in anticipo sulle loro necessità di “ anziani”.