Quando le Prove su beccacce? C’è chi vorrebbe metterle nel repertorio di quelle di caccia, con le Prove d’alta montagna e quelle su beccaccini. Ma chi potrebbe programmare con esattezza una data per essere sicuri del passo, e come seguire i turni tra i boschi per valutare esattamente l’azione di un cane? No!
Mese: Gennaio 2017 Page 1 of 4
Un primo consuntivo sulla migrazione della stagione. Le tremende conseguenze dell’ondata di neve in gennaio. Dal Flash-info n°.2 dell’ONCFSRéseau-Bécasse, datato 11 gennaio 2017, traggo preliminarmente alcune linee per tracciare un quadro europeo d’insieme sulle comparse di beccacce nella seconda parte di quest’annata particolare. Premetto che i dati sono ancora incompleti ed in seguito si dovremo certamente fare rettifiche.
Poco dopo la prematura e improvvisa scomparsa dello scultore Cesare Rabitti, avevo scritto un piccolo articolo in sua memoria per raccontare e condividere alcuni episodi “di vita privata” che negli anni precedenti ci avevano casualmente avvicinato, facendomelo davvero apprezzare, per non dire amare, come artista e come uomo. Il mio pezzo “I sogni di un poeta” era stato così pubblicato all’epoca su “Diana”, “Il Cacciatore Trentino”, “Urca Informa” e via-via altre riviste del settore, ma per comprendere a pieno il valore emotivo che ha, soprattutto per me, questa storia vi invito a leggerlo (nella pagina Racconti del mio sito internet www.StefanoFranceschetti.com)

Primo e Lares
L’intima intesa cane-cacciatore per esplicare un’attività che la nostra passione trasforma in arte. Il lavoro, gli hobbies, il tempo libero, lo sport, le religioni sono anche passione… e possono essere vissuti a fondo solo a condizione di comprenderne lo spirito che li anima: in caso contrario creano solo sconcerto e confusione. La caccia non fa eccezione a questa regola.

Renzo Antonacci e Gimmy
Aspettando il Saladini Pilastri
Alectoris graeca graeca (Meisner). Nomi dialettali più in uso nell’Italia centrale: cotorno, cotorna, cuturna, pernice. Francese: bartavelle; spagnolo: Perdiz grieja. Ordine: Galliformi (Galliformes); sott’ordine: Fagiani (Phasia-nidae); genere: Alectoris; specie: graeca.
La contraddizione degli “esperti”: far aumentare i lupi e far diminuire i loro danni!

Foto di Mario Salomone
I “lupofili” del progetto europeo Life WolfAlps ne stanno pensando un’altra delle loro per far girare il carrozzone di soldi europei che secondo loro dovrebbero servire a proteggere il lupo. Anziché chiedersi il come mai della dismisurata presenza e delle origini di questi branchi di Lupi “alpini” che nel giro di quasi due decenni hanno ripopolato le Alpi piemontesi e la Liguria occidentale (animali assolutamente diversi dai lupi originari del Centro e sud Italia che, pur aumentati, non hanno le caratteristiche di quel fenomeno di “crescita esplosiva” e “domesticità comportamentale” che esiste tra Francia ed Italia, del quale nessuno si meraviglia), stanno pensando a censirne la presenza sguinzagliando studenti sulle loro tracce.
Oscar Monaco è un personaggio che non ha bisogno di alcuna presentazione. Credo faccia parte di quella ristrettissima cerchia di persone che ebbero la fortuna di sperimentare il livello più profondo dell’amicizia di Romano Saladini Pilastri. Ci affida i suoi ricordi in uno scritto sintetico ma ricco di significato.
L’origine del cane da ferma
L’origine del cane da caccia risale al tempi preistorici; questo hanno accertato gli studiosi dell’antichità, specialmente con l’osservazione dei fossili (uomini, cani, selvaggina) rinvenuti nelle caverne abitate dall’uomo primitivo. E’ da supporre che le qualità del cane utilizzato In caccia dall’uomo primitivo si limitassero all’olfatto, velocità e forza; doveva trattarsi di cani da seguito e da presa.
PRIMO SEMESTRE
26.02.2017 Cagliari- Mostra Speciale CAC CACIB in Expo Internazionale- comitato organizzatore Gruppo Cinofilo Cagliaritano; giudice richiesto Sig. G.Mentasti.

Albania Gennaio 2017 grazie a Gjurmuesi Shenja che ci ha fornito questa testimonianza fotografica.
Nel 1991 sul Notiziario del Club della Beccaccia (“La Regina del Bosco”) Mirco Ragaini, noto pittore e scultore e pertanto profondo osservatore della natura, riportò osservazioni sull’argomento in titolo, ulteriormente aggiornate in occasione dell’Assemblea del Club del 1992. Confermò così autorevolmente quanto di tempo in tempo veniva (e tuttora viene) affermato da qualche beccacciaio, di aver cioè aver sentito frullare una beccaccia da un albero e , ancora, di averla vista appollaiata, soprattutto alla biforcazione dei rami più grossi (è nota infatti una scarsa prensilità delle sue dita).