Ho passato gran parte della mia ” vita venatoria” a chiedermi SE FOSSE GIUSTO O NO MOSTRARE AGLI AMICI CACCIATORI, con malcelata vanagloria, I MIEI CARNIERI. Chiaro è che con l’avvento dei social network l’assillo del dilemma è rientrato subito in una sfera quasi ridicola rispetto a quel contesto. Mi sono formato come cacciatore insieme a compagni di ventura integerrimi. Dove il massimo rispetto dei carnieri previsti dai calendari venatori era supportato da un’etica al limite della ferocia. La caccia (era) è un portare morte per mantenersi in vita. Predare per non soccombere, garantire sostentamento a se stessi e al proprio “branco”. Va da sé, almeno nei miei convincimenti, che la caccia è una cosa intima, riservata, poiché contempla la morte.