Per iniziare scegliete un cucciolo della razza che più vi piace, ma tenendo conto del territorio dove cacciate. Serve porre attenzione alle giuste correnti di sangue e tra queste, scegliete il miglior soggetto che la vostra intuizione riesce a suggerire, ma non senza aver prima escluso soggetti con difetti fisici visibili, tipo eventuali ernie, prognatismo o mancanza di pigmento. Ci si può rivolgere ad un allevamento blasonato; questo, se alleva razze inglesi, spesso seleziona le cucciolate con soggetti che corrono in grande cerca e raramente su beccaccia per cui, potremmo quindi ritrovarci in mano un giovane puledro che potrebbe avere difficoltà a soddisfarci; almeno si consideri il fatto che i cuccioli figli dei cani che corrono la grande cerca, erediteranno questa indole.
Mese: Novembre 2018
Novembre 2018
Caro Silvio, questo autunno abbiamo inanellato 300 beccacce, di cui 80,4% giovani. Ho anche ricevuto dai cacciatori informazioni, raccolto foto di ali delle beccacce sparate. Questa raccolta foto non è ancora terminata, ma vi sono solo 67% giovani. La mio opinione è che il numero delle beccacce sia nel complesso in riduzione. Nella mia area di studio, vicino al mio villaggio, la croule 2010-2018 è risultata circa tre volte meno numerosa ogni sera di quello che era nello stesso luogo a metà anni 1990. La proibizione o riduzione di questa caccia primaverile non sembra avere avuto un impatto significativo su questo fenomeno. In Russia il pascolo bovino, la maggior parte delle zone di pastura notturna delle beccacce in autunno, sta scomparendo catastroficamente: Questa certamente è una tra le molte ragioni.
Sergei Fokin
Se ci voleva una prova, eccola. Inutile lanciare proclami di successo per la nascita dei cuccioli d’orso, quando è notorio per la scienza che almeno la metà muore prima di raggiungere la maturità. Era stato bello sapere che almeno due orse quest’anno avevano straordinariamente partorito tre cuccioli.
Federcaccia italiana (v.”Il cacciatore italiano” n.5, 2018. p,33) per la Cabina di regia delle Associazioni venatorie – in base ad analisi del suo Ufficio avifauna migratoria- ha proposto per la Beccaccia di considerare l’inizio della migrazione prenuziale/periodo riproduttivo a partire dalla TERZA decade di FEBBRAIO e non dalla seconda di gennaio come attualmente. E’ noto che a queste nozioni tecnico scientifiche si dovrà fare riferimento prioritario per una regolamentazione di una caccia che non sia dannosa alla conservazione della specie.
E’ cambiato il motivo che ci spinge a cacciare, ma non può cambiare il rispetto nei confronti della natura e soprattutto nei confronti della selvaggina.
Tutti sappiamo che la caccia è un’attività nata prima dell’uomo e che fondamentalmente è stata l’unica, insieme alla pesca, a garantire la nostra sopravvivenza e quella delle altre specie animali.
In realtà il fenomeno migratorio è già avviato, ma solo localmente nel Nord-est in alta montagna si ha avuto la sensazione che stia avvenendo: la massa di basse pressioni e relative perturbazioni che hanno sconvolto gran parte d’Italia, con i loro flussi da sud-sud-est certamente non ha favorito lo scorrimento (che praticamente non c’è stato) né tampoco il clima corrispondente.
Trasmetto la traduzione di un articolo inviatomi da Philippe Vignac, che ringrazio, nel quale individua un importante indice gestionale da utilizzare da persone preparate relativo al numero di beccacce sopravvissute su determinati territori alla chiusura della caccia e, ovviamente, prima della partenza pre nuziale.
Ci tengo a sottolineare come da molti anni in Russia si effettuano conteggi alla croule su molti punti programmati e su vaste estensioni che , certamente, hanno un buon significato sulla tendenza del numero di riproduttori “tornati a casa” negli anni. (Silvio Spanò)