Ribattere la stessa beccaccia più volte, è tecnica praticata specialmente durante la sosta delle beccacce di passo. Quando i giorni si accorciano e le foglie prendono il colore dell’autunno, i beccacciai aspettano le prime sporadiche beccacce, che in mancanza di altra selvaggina o con la caccia alla tipica di monte già chiusa, fanno si che nel nord Italia si inizi a cacciarle già dai primi di Ottobre. Considerato però l’esiguo numero dei primi arrivi  la “rimessa”, in questo periodo è tecnica praticata regolarmente, molto meno sulle beccacce svernanti.

Quando il gelo indurisce il terreno e i quercioli tengono la foglia secca, le beccacce svernanti, diventano molto leggere e fanno lunghe e strane rimesse, pertanto tentare di ribatterla è pratica poco redditizia. Ma anche  all’estero è caccia poco diffusa, considerata la relativa abbondanza si preferisce cercarne un’altra.

Le beccacce di passo si sa, non fanno gruppo, in genere sono distribuite su territori vasti e gli incontri giornalieri sono scarsi,  in particolare quando il passo non è ancora nel pieno vigore. La rimessa pertanto è praticata da tutti i beccacciai esperti perché relativamente alla portata di questi, avendo la beccaccia nella notte fatto centinaia di chilometri ed essendo in sosta di riposo se alzata non fa lunghi voli, prestandosi a questa tecnica. Nonostante ciò come è ovvio la conoscenza del territorio e l’esperienza aiuta, cosi come un cane esperto può fare la differenza.

Il cane specialista di questa caccia riesce a fare tutto da solo, individuando subito i territori idonei dove reperire lo scolopacide, ma anche la rimessa di questa; ma in gioventù il conduttore può facilitargli il compito, soprattutto se ha visto la direzione di volo della beccaccia. La pratica si fa nel bosco, battendo e ribattendo le beccacce, ma se si punta al successo dell’azione una regola va rispettata.

“Calma”

Alzata la beccaccia se si ha padellato o come spesso succede non si è potuto sparare, se avete un cane tranquillo, fermatelo sedetevi  e fate colazione. State fermi per un minimo di quindici minuti, (so che non è facile) evitare di fare rumori consente alla beccaccia di assodarsi sulla rimessa e pure i giovani puledri eccitati dal frullo, si calmano. La beccaccia pure è nervosa e pronta a frullare al minimo rumore e se ciò avviene tutto si complica. Pertanto calma, e oltre a fare colazione ragionate, serve più cervello che gambe.

You might be interested:  I PRIMI MESI — QUANDO INIZIARE IL VERO ADDESTRAMENTO di Giancarlo Mancini

Se siete in un bosco di montagna e avete visto la direzione, la regola dice che la beccaccia non sarà lontana, qualche centinaio di metri al massimo, ma afferma pure che sarà più in alto, guardando all’orizzonte rispetto alla posizione del frullo.

 

Ovvero qui entra in ballo il famoso sette, che nelle zone di montagna soprattutto se ripide viene effettuato di “regola verso l’alto”.  L’eccezione alla regola esiste, ma è più probabile che avvenga sulla seconda/terza rimessa, dove allora il sette può avvenire verso il basso. Inoltre il “sette può diventare un ferro di cavallo” e portare la regina a poche decine di metri dal punto dove è partita.  La conoscenza del terreno, vi porterà a valutare se ci sono strade, radure, ampi spazi aperti che la beccaccia difficilmente attraversa in particolare se già ha volato una cinquantina di metri; ma soprattutto piccoli rilievi sulla direzione di volo, questi ultimi saranno i luoghi preferiti.

Se già siete esperti e in questo caso non avrete neppure aperto l’articolo, avrete già fatto rimesse nella zona e sapete esattamente quali sono i luoghi dove le beccacce preferiscono buttarsi dopo l’involo, infatti il comportamento è spesso lo stesso anche con beccacce diverse e distanti nel tempo.

Personalmente ho avuto spesso cani che eccitati dal frullo della beccaccia, non accettavano di stare fermi ad aspettare che la beccaccia si assodasse, se li fermavo al guinzaglio abbaiavano in continuazione, è pure capitato che strappasse il ramo a cui lo avevo legato. Con i cani di questa tempra, vista la direzione di volo della beccaccia, li conducevo in direzione contraria per il tempo necessari alla beccaccia di tranquillizzarsi  e nel contempo permettere al cane sfogarsi nella ricerca sfrenata; con questo inganno ottenevo che si calmasse un poco pure lui. Poi recuperato e messo al guinzaglio lo facevo riposare, solo quando la respirazione si presentava normale, prendevo la giusta direzione.

You might be interested:  IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO di Mario Di Pinto

Apro e chiudo una parentesi, nelle rimesse comode sarebbe molto utile un cane ubbidiente e silenzioso che faccia colazione con il conduttore, che apra poco e non abbia al collo neanche il campano. Devo però ammettere che oggigiorno le rimesse comode  sono rare, le beccacce nascono già nervose e quasi sempre le rimesse sono di conseguenza.

Cacciando su montagne sconosciute, miste con bosco tipico e zone che a prima vista non sembrano idonee per la sosta della beccaccia, spesso le rimesse le fanno cani che l’autonomia e il coraggio li porta in posti dove noi non lo  avremmo condotti.  Il vero specialista è talmente ossessivo rispetto all’usta della regina che tutto per lui sparisce all’infuori dell’obiettivo, non sente dolori e non avverte stanchezza vuole solo ripetere l’incontro.  Certo poi sparare su queste rimesse diventa complicato, ma ripaga la soddisfazione per l’azione del cane.

Personalmente sono contrario all’affermazione che fanno numerosi autori, secondo i quali  “per andare a beccacce non serve un cane di grande naso”. Questo è vero solo in presenza di beccacce rimaste tranquille in modo che abbiano lasciato  molta emanazione sul terreno, ma cacciando di rimessa, l’emanazione sul terreno è proporzionale alla permanenza della beccaccia e spesso non è nemmeno di pochi minuti. Cogliere l’emanazione di una beccaccia appena posata, senza che questa abbia fatto un passo, e magari appiattita a terra pronta a ripartire, serve un cane di grande naso, e solo chi non pratica la rimessa può dire il contrario.

Il gioco della rimessa, può continuare tutto il giorno, infatti ricordo episodi di gioventù che mi hanno portato a fare 10/15 rimesse prima di risolversi, in un verso o nell’altro. Anche se in questi casi sorge il dubbio che non si tratti di una sola beccaccia,  l’unico modo certo per saperlo sarebbe stato quello di sparare dritto, allora se la beccaccia era nel carniere, continuare a trovarla è la prova che si tratta di una diversa.

You might be interested:  IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO di Mario Di Pinto

Consiglio però di sospendere sulla seconda/terza rimessa al massimo, per completare il giro previsto. Questo consente a valutare la giornata, che potrebbe anche essere di ottimo passo e sarebbe un peccato sprecarla su una sola beccaccia,  che inoltre a ogni rimessa diventa sempre più cattiva. Nel caso invece risulti sia l’unica beccaccia del circondario è molto meglio ripassare nel pomeriggio, la tranquillità avrà reso la beccaccia abbordabile come appena arrivata, e non di rado si troverà allo stesso posto dove è stata alzata al mattino.

Il cane quando è esperto e bravo, anche nel caso non abbiate potuto vedere la direzione di volo, farà comunque una traversa a destra e uno a sinistra, se senza esito, compiendo dei giri concentrici che si allargano, in particolare se dotato di ottimo naso riuscirà a fermare di nuovo la beccaccia.

Il cane esperto se non lo fermate è in grado è di reperire velocemente la rimessa; all’involo della beccaccia spesso nei primi metri di volo, naso per aria, ne segue l’emanazione aera e la va a rintracciare in pochi minuti dopo l’atterraggio, fermandola di nuovo. Però in questi casi non è detto che la beccaccia appena posata abbia voglia di tenere la ferma.

Ripeto che se l’intenzione è abbattere la beccaccia è indispensabile fermare il cane e non avere fretta, sempre che la concorrenza ve lo consenta.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *