
Tuono su beccaccini del sig. Plati Antonio
Nel cane da beccaccini più del naso conta come viene usato il naso. Le variabili ambientali e climatiche che influenzano il lavoro del cane. Il “cambio di passo”.
Quello di cui scriverò su queste pagine non è frutto di lunghi studi sui sacri testi cinofili, ma della scuola della vera caccia, dove i maestri hanno quattro zampe. Quel che ho imparato io – e come me altri cacciatori solitari – viene dai buoni cani specialisti, che ho avuto la fortuna di osservare ripetutamente e per varie stagioni. Ringrazio quindi la mia buona sorte che mi ha dato l’opportunità di far tesoro e di bearmi di cotanta scuola e di aver riempito la mia vita di cacciatore con episodi cinofilovenatori che l’hanno resa meritevole di essere vissuta.
La prima difficoltà è di trovare il cane che “tratta” il beccaccino, cioè che quantomeno lo fermi, visto che per la maggior parte dei cani così non è. Ed ai nostri giorni è un’impresa veramente ardua per i problemi che si riscontrano nel mettere il cane nelle buone condizioni di contatto col beccaccino, problemi che sono riconducibili a fattori ambientali, di industrializzazione agricola, di affollamento venatorio, eccetera, eccetera.