
foto di Mario Salomone
(Le affermazioni degli anticaccia vanno esaminate una per una)
Dopo aver tratteggiato cosa la caccia “non è”, viene la parte più difficile: spiegare in che consiste.
Nella caccia l’attività materiale visibile dall’esterno non aiuta a capire, perché è solo il veicolo che innesca nell’animo del cacciatore quella partecipazione coinvolgente ed emotiva che è l’essenza dell’attività venatoria.
La caccia appare essere una serie coordinata di atti materiali tutti funzionalmente connessi, e perciò singolarmente privi dì autonomia e di significato: ma l’emozione finale che prova il cacciatore, è la metabolizzazione delle singole fasi comportamentali assorbite da una dimensione rituale, nella quale i simboli sostituiscono la realtà.
L’attività venatoria è evocazione metaforica e liturgica (accessibile solo agii iniziati, e inaccessibile ai profani), di un universo occulto antropologicamente connaturato alla natura urbana.
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