CACCIATORI DI MONTAGNA, DI BECCACCE E BECCACCINI

Il più felice non è assolutamente chi ammazza di più ne tantomeno chi trova di più e neanche chi ha i cani migliori, il più felice è semplicemente colui che trae il maggior godimento e divertimento nel trascorrere il tempo nel bosco o in montagna dietro la coda del proprio cane inseguendo le prede desiderate…….."magari in solitaria nel più alto rispetto di chi e di cosa lo circonda"

Categoria: Federico Gallo

ADDESTRAMENTO DEL CANE DA FERMA – La farfalla e lo sparo – di Federico Gallo

Ghibli di Fabrizio Baloci

Proseguendo queste note di addestramento del cane da caccia passo a due argomenti che tratterò insieme. In realtà c’è poco da dire anche se sono molto importanti per la riuscita di un buon cane. Tutti i cinofili di vecchio stampo sanno cosa sia la “farfalla”, quasi tutti hanno usato questo stratagemma per divertirsi col cucciolo nella speranza di capire se esso ferma, come ferma e come si comporta nell’accostata. Basta legare ad un lungo bastone o una canna un filo di pochi metri, legarci un batuffolo di lana bianca o rossa che sia, e agitarla davanti al cucciolo che seguirà attento il movimento di questo U.F.O. davanti al suo musetto.

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ADDESTRAMENTO DEL CANE DA FERMA – Il trascuro e il rimorchio – di Federico Gallo

Demo D’Allesandris

Due atteggiamenti o difetti che il cane da ferma non deve avere assolutamente sono il trascuro e il rimorchio. Purtroppo spesso si manifestano ma fanno parte di quelle caratteristiche che un amante dei cani non desidera mai riscontrare. Di che si tratta e perché si manifestano? Intanto cominciamo a dire che il trascuro è l’errore che commette un cane quando, a favore di vento e con buone circostanze di tempo e di luogo, non avverte la selvaggina disponibile sul terreno quindi non la marca con la ferma. Come possa accadere ciò è cosa dipendente da alcuni fattori che mettono il cane in difficoltà. Il più importante ovviamente è la mancanza di doti olfattive eccelse o almeno sufficienti.

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ADDESTRAMENTO DEL CANE DA FERMA – Il guinzaglio – di Federico Gallo

_DSC3915Nessuno si azzarderebbe mai ad uscire con un giovane allievo senza averlo prima abituato al guinzaglio. Appare una cosa ovvia ma anche questa pratica richiede una precisa prassi. Il vostro cucciolone non sa cosa vuole dire essere legato quindi reagirebbe in maniera molto “vivace” se, da un giorno all’altro, voi decideste di legarlo e portarlo con voi. Ci resterebbe molto male e lo prenderebbe come un’offesa e una tortura vera e propria. Rischiereste di farvelo nemico. Questo è uno dei punti fondamentali dell’addestramento per non incorrere in atteggiamenti di scontrosità e che vanno insegnati e graduati fin dalla tenera età.

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ADDESTRAMENTO DEL CANE DA FERMA. – L’età delle prime uscite – di Federico Gallo

per seterfotoProseguendo il nostro approfondimento vi ricordo che nel “decalogo” dei problemi ho indicato dieci punti essenziali. Non li ho messi in fila come per significare che uno sia più importante dell’altro o uno sia da eseguire prima dell’altro. Se lo avessi fatto vi avrei portato per mano e invece voglio farvi riflettere su ciò che è più importante o meno importante. Io dico che lo sono tutti, molti di voi forse non saranno d’accordo e allora ne discuteremo in seguito. Intanto cominciamo dal primo problema da risolvere. Quasi tutti i nuovi cinofili commettono lo stesso errore; portano il cane troppo giovane a confrontarsi con la realtà dei campi e dei boschi.

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ADDESTRAMENTO DEL CANE DA FERMA. – Il consenso – di Federico Gallo

 14191436_1097078557040616_664555585_oColoro che cacciano con due o più cani dovrebbero avere dei soggetti con la ferma di consenso. Questa caratteristica, infatti, è cosa necessaria non solo utile. Anche se si cacciasse da soli sarebbe sempre e comunque desiderabile perché si possono incontrare colleghi cacciatori sullo stesso terreno. Mettiamo il caso che fuori da un boschetto ci sia collega che vi precede o affianca. Mettiamo che abbia il cane che ha incontrato e fermato la selvaggina, sarebbe veramente deprecabile che il vostro cane lo caricasse o sorpassasse andando ad involare il selvatico che stava nascosto sul terreno.

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ADDESTRAMENTO DEL CANE DA FERMA – I continentali – di Federico Gallo

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Trattando di questi cani e del loro collegamento ho diviso in due macro categorie le razze. Sono le categorie tradizionali in cui vengono divisi per le loro caratteristiche ed origini. Infatti, gli inglesi da ferma sono i Pointers e i Setters, di tutte le razze. Gli altri cani da ferma si chiamano “continentali” perché originati, selezionati ed usati nel continente europeo ma fuori dalla Gran Bretagna. Va da se che queste due macro categorie ormai sono superate dai fatti.

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La caccia col cane da ferma è finita. ii Federico Gallo

BICEZIA DELLA RISERVA REALE

BICEZIA DELLA RISERVA REALE

Ovviamente mi riferisco alla caccia classica che richiede selvaggina classica per il cane da ferma. Per primo La Starna e dopo Coturnice, Pernice, Quaglia e Beccaccia. Non includo il fagiano perché trattasi di un surrogato che spesso rovina i cani da ferma invece di aiutarli ad esprimere le loro potenzialità. La fine delle caccia col cane da ferma coincide con la fine dei terreni coltivati e mantenuti da agricoltori e mezzadri, usati da pastori e vaccari, colonizzati da intere famiglie di fruitori del territorio agro-silvo-forestale per tutte le attività che ha visto crescere il genere umano. Insomma faccio riferimento a quella che era chiamata : la civiltà contadina.
La conseguenza è che il terreno si è “inselvatichito” e le colture, a macchie di leopardo a regime vario, appetibili alla selvaggina, sono andate via via sparendo per lasciare il passo alla monocoltura cerealicola e alla foraggiera per l’allevamento in stalla.

Addio ai fontanili e alle pozze d’acqua curate per l’abbeverata,addio ai sentieri e alle decespugliazioni intelligenti, addio alla deforestazione programmata scientificamente e accompagnata da forestazioni controllate e corrette con la ricrescita del ceduo e con piantumazioni ex-novo di essenze di alto fusto.

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A caccia con gli Inglesi di Federico Gallo

Federico

Ho notato, che molte persone si accompagnano con cani inglesi, setters e pointers, pretendendo da essi cose che non sono nelle loro corde. I cani inglesi, si ribadisce con forza, sono stati allevati, selezionati e specializzati per fare cerca ampia, veloce, continua e profonda, ardimentosa, sagace, larga e avventurosa. Insomma devono andare a trovare la selvaggina dov’è e non dove la vogliamo noi. Il conduttore si deve dunque adeguare mentalmente e fisicamente al suo passo altrimenti deve cambiare razza di cane e passare ad un soggetto continentale.

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