CACCIATORI DI MONTAGNA, DI BECCACCE E BECCACCINI

Il più felice non è assolutamente chi ammazza di più ne tantomeno chi trova di più e neanche chi ha i cani migliori, il più felice è semplicemente colui che trae il maggior godimento e divertimento nel trascorrere il tempo nel bosco o in montagna dietro la coda del proprio cane inseguendo le prede desiderate…….."magari in solitaria nel più alto rispetto di chi e di cosa lo circonda"

Categoria: Orlando Fabbri

Cani a misura d’uomo di Orlando Fabbri allevamento Radentis

Pepe e Cora

Molto meno difficile del previsto.

Nel numero scorso abbiamo cercato di spiegare l’inspiegabile: perché un cane o un lupo selvatico non può essere mordace ne confronti di un altro essere vivente! Essendo carnivoro può catturare e masticare per ragioni connesse con la propria alimentazione o, tutt’al più, potrà difendere la propria incolumità fisica, ma mordere un uomo mai. Dovremmo anche aver compreso che è per questa ragione che i soggetti che nascono con istinti diversi da questi non possono sopravvivere in natura né, andare in riproduzione.

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Cane Diritto, Cane Rovescio di Orlando Fabbri allevamento Radentis

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Se un cane, nel bel mezzo di una giornata, salta una staccionata di protezione ed attacca sino a dilaniare un ignaro passante e se casi analoghi si ripetono sempre più frequentemente, una ragione dovrebbe esserci.

Basteranno quelle spiegazioni di mamma televisione che tendono costantemente a colpevolizzare l’uomo cinofilo e, forse, il passante rompiscatole e distratto?

Sarà utile e di buon gusto informare dell’apertura di cliniche psichiatriche, con annesse ambulatori attrezzati per ospitare canidi in analisi?

E se queste esistono davvero ed hanno clienti, ci sarà una ragione!

Invece se uno splendido lupo selvatico affamato tenta di predare una pecora (cosa che i suoi antenati hanno fatto per millenni) si trova a dover fare i conti con una nuova razza di lupi che la difendono (a pancia piena).

Il concetto di predazione ha esclusive ragioni alimentari, per questo è sicuro che un ghepardo a pancia piena non rincorrerà una gazzella, né un falco pellegrino penserà di predare prima di aver digerito totalmente la pernice catturata giorni prima.

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I Radentis: Orlando Fabbri si racconta tratto da Passione SetterInglese.it

401328_120818854704705_663329313_nAlla fine degli anni 50 non avevo ancora compiuto i fatidici 16 anni; per questa ragione debuttai nel ruolo di “guardone” seguendo ogni cacciatore che avessi l’avventura di incontrare. Guardare, per qualche anno, divenne la mia attività ricreativa orientata alla caccia e, col senno del poi, riconosco che fu decisiva nella formazione del mio futuro cinegetico. Infatti correvano gli anni in cui i cacciatori che frequentavo non guardavano tanto per il sottile razze, iscrizione all’ENCI e stile; cacciavano con il cane che si ritrovavano purché fosse bravo. Il concetto di bravo, però, era già il gradino più alto negli approcci selettivi e ricordo che questi cacciatori finivano con accoppiare solo cani bravi anche se di razze diverse! Nella mia formazione incominciai ad orientarmi in direzione dello studio della fenomenologia con la sua conseguente analisi: era necessario saper conoscere sul serio le innumerevoli caratteristiche alle basi del cane bravo e a prescindere dalla razza. Districarsi tra cani bastardi imponeva, a parer mio, molta attenzione ed attitudine alla osservazione. Di conseguenza guardando ogni volta ed a caccia insieme cani diversi, avendo come compito la sola osservazione, era facile imparare a guardare e maturare convincimenti.

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IL CACCIATORE di Orlando Fabbri allevamento Radentis

603491_371979132872913_206072864_nTutti i giorni il carniere annuale di un cacciatore italiano medio. Eccezion fatta, naturalmente, per chi caccia in riserva dove il carniere può viaggiare parallelo al portafoglio.

Il fatto è che il mattino, quando fa luce, se ti trovi in larghe sconfinate di pianura libera alla caccia in compagnia di decine di auto in ogni angolo e gli occupanti di quelle che ti guardano come se tu fossi un marziano, una ragione ci deve essere. Claudio è conosciuto, poco capito e discretamente snobbato; vederlo prepararsi alla battuta in territorio libero con una splendida doppietta finemente incisa, il doppio fischietto al collo e quattro setters scalpitanti al guinzaglio, non tranquillizza nessuno. Il quadro è composto da distese sconfinate di terre arate, intervallate da medicai già bruciacchiati dal primo freddo, qualche argine di canale, bordi di carraie e piccoli gerbidi a tratti parzialmente allagati.I cacciatori portano a spasso la pancia, lungo gli argini alti, in rigorosa fila indiana oppure procedono a rastrello, a cinquanta metri uno dall’altro, lungo le terre arate in compagnia di simpatici cani visibilmente imbarazzati dal contesto. Nessuno nei medicai.

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RADENTIS: nati cacciatori per riprodurre se stessi nei figli di Orlando Fabbri

54Nasceva con obiettivi dichiarati e, per sviluppare con successo, doveva fare i conti con l’esistente sopra menzionato:

– una razza estremamente numerosa e variegata

– di complicata utilità in una corretta selezione metodologica

– con credenziali progeniche poco affidabili

– con elementi fenomenologici labili e di difficile utilizzo

Il virus che avevo contratto era talmente virulento che i miei equilibri cinegetici entrarono in confusione e mi portarono subito in rotta di collisione con il sistema.

In cuor mio ero travolto dalla voglia di fare qualcosa di particolare che muovesse intorno all’obiettivo necessario di formare una famiglia di setters perfettamente riconoscibili attraverso il fenotipo; solo questo, infatti, sin da allora mi sembrava l’unico strumento possibile ed affidabile nella selezione canina; esso poteva concretizzarsi attraverso i seguenti irrinunciabili elementi fondamentali:

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BECCACCE DA CORSA di Orlando Fabbri

FOTO_47sLa giornata è caratterizzata da scrosci violenti di acqua tiepida, intramezzati da squarci di sole che giocano contrasti di luci improvvise ed ombre lunghe fino all’orizzonte. Non proprio ideale, come giornata da beccaccia; tanto più che il bosco di giovani quercioli irramati, alti non più di tre metri, aggravano l’impaccio dell’impermeabile e del cappellaccio legato in gola. Rarissime le piazzole, ed il sottobosco è vicino allo zero. Molto meglio la mulattiera, anche se allagata e con buche così profonde da rischiare il rabbocco degli stivali. Cammino con gli occhi a vedere dove metto i piedi, mentre cuore e cervello sono nelle orecchie a godersi il campano che trasmette in tempo reale spazi, ragioni, azioni ed emozioni di una cerca ampia, determinata e dal giusto intrigo.

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La fenomenologia di Orlando Fabbri allevamento Radentis

FOTO_44E’ l’insieme delle caratteristiche manifeste di un individuo, da quelle morfologiche a quelle comportamentali, da quelle psichiche a quelle intellettive, da quelle di relazione con i suoi simili a quelle di relazione con il conduttore, con ogni altro animale, allo stato libero e nelle avversità oroidrografiche ed ambientali in genere.
In riproduzione conteranno solo le caratteristiche istintive cioè quelle esistenti ed osservate nei primi dieci mesi di età, e cioè prima che qualche maldestro confonda le acque; analogamente non si riprodurranno mai quelle che appaiono solo dopo l’intervento dell’uomo.

Infatti i cani che sembrano non riprodurre in effetti riproducono se stessi allo stato naturale (ahinoi!) e mai ciò che sono diventati sotto costrizione. Le caratteristiche manifeste possono essere migliaia ed altrettanto possono essere quelle latenti o parzialmente latenti; tutte sussistono, però, per una ragione certa : una ragione progenica.

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Taccuino, Novembre 1998 di Orlando Fabbri

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RADENTIS NOMAR

Spiegare è difficile, anche capire?

La bufera di neve e freddo incontrata ieri in Austria e Cecoslovacchia (-8 gradi) qui è passata da qualche giorno. La temperatura è mite, il cielo sempre buio e sul terreno persistono due centimetri di neve in dissolvimento. Il paesaggio è quello tipico dell’inverno polacco: il territorio appena ondulato, spoglio ed apertissimo è delimitato, a confine dei paesi, da lembi di bosco così lontani tra loro da non vedersi; sulle cime dei rami più alti fanno spicco rarissime cesene rigonfie di freddo; null’altro si intravede o si intuisce nell’aria o sul terreno, neanche lo scricciolo o il pettirosso che ormai da due mesi hanno preso la via dei paesi più caldi, gli stessi passeri, bighellono arruffati sulle staccionate o di gronda ai pochi comignoli fumanti.

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Setter inglese: italiano doc. di Orlando Fabbri allevamento Radentis

399910_116156201837637_565031962_nIn principio, per cacciare le pernici, non era necessario il cane né tanto meno quello da ferma.
Il gusto della caccia trovava la sua unica espressione in cucina, per amore della quale il miglioramento delle tecniche e delle specializzazione erano materia che interessava esclusivamente la sfera dell’individuo cacciatore.

Il cane da ferma fu evento molto più recente, come scelta tecnica orientata al raggiungimento del migliore risultato con il minimo sforzo.

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Dal setter inglese a quello d’Italia di Orlando Fabbri allevamento Radentis

Andalucia-003In cinegetica i concetti di bravo, buono e campione sembrano soffrire di particolare relatività; insieme ad essi i giudizi e le verità riportate a voce come in libreria sembrano avere più il sapore di favole che di cronache.

Sino dagli anni ’60 per il setter inglese i concetti di relatività venivano ulteriormente moltiplicati; infatti la razza era già esageratamente numerosa, estremamente variegata, dispersa in rivoli di famiglie più virtuali che sostanziali rappresentative di piccoli segmenti di un immenso patrimonio già composto di centinaia di migliaia di soggetti.

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