CACCIATORI DI MONTAGNA, DI BECCACCE E BECCACCINI

Il più felice non è assolutamente chi ammazza di più ne tantomeno chi trova di più e neanche chi ha i cani migliori, il più felice è semplicemente colui che trae il maggior godimento e divertimento nel trascorrere il tempo nel bosco o in montagna dietro la coda del proprio cane inseguendo le prede desiderate…….."magari in solitaria nel più alto rispetto di chi e di cosa lo circonda"

Cav. Gianni Puttini Scritto da Romano Pesenti tratto da www.cacciando.com

794_001Nasce a Cerea nel 1876 e dal nonno, grande cacciatore col fucile a bacchetta, impara da giovanissimo l’arte della caccia. Seguendo i suoi illuminati consigli ed insegnamenti cinegetici, diventa già a 16 anni un ottimo cacciatore ed addestratore del suo primo cane, un incrocio di bracco spinone.
Col desiderio di imparare e migliorare la sua cultura cinofila e venatoria, legge molto e lettore assiduo della rivista “Lo Sport Illustrato”, dove si parla anche di caccia e di cinofilia, rimane colpito e avvinto dalle relazioni dei giudici di allora sui successi ottenuti nelle prove dai cani istruiti dai migliori addestratori dell’epoca: Trebbi, Donesana, Sacchetti ecc.
Sulla rivista, scopre la recensione del libro “Il Cane” del cinofilo Vecchio e, leggendolo poi più volte come lui stesso affermerà poi nel suo libro, diventa un vero cultore e appassionato dei cani da ferma, soprattutto dei cani di pura razza, come consigliava il Vecchio.

Conosce in una cacciata l’Ing. Ernesto Pendini di Venezia, titolare dell’allevamento dei bracchi italiani con l’affisso di” Leonilda” che, venuto a conoscenza dei favolosi carnieri che coi suoi cani ottiene il giovane Puttini, lo volle conoscere e vedere i suoi cani al lavoro sul campo di caccia. Constatate le capacità del giovane cacciatore, il Pendini gli affida in addestramento una sua cucciolona nata da una recente cucciolata di bracchi : la Dama di Leonilda e gli regala nel contempo un libro: il ” Vademecum dell’addestratore” del grande cinofilo e braccofilo Delor, che leggerà e rileggerà, come afferma, fino ad impararlo quasi a memoria.
Per farla breve, dopo un periodo di intensa istruzione in mano al Puttini, la Dama parteciperà e vincerà a Milano la più importante prova del tempo per i giovani cani, il Derby, e non solo: parteciperà e vincerà anche la prova “classica” fra i continentali italiani adulti, battendo i più forti campioni del tempo, Po XIII° e Tel di Sandrigo, addestrati da quei famosi professionisti che leggeva sullo Sport Illustrato: il Trebbi e il Donesana.
Giudice di quella gara fu il grande Ing. Comm. Ulisse Bosisio, giudice di indubbia fama e capacità, che riconobbe da subito le alte qualità e doti della bracchetta, nonchè la perfetta preparazione, ubbidienza e collegamento col giovane conduttore.
La vittoria gli procura una tal reputazione e ammirazione, che molti ricchi cinofili ed alcuni noti allevatori gli affidano da subito i loro cani per l’addestramento. Da quell’evento, inizia la sua intensa vita professionale di addestratore .

Uno dei suoi primi e più importanti clienti fu il Gr. Uff. Comm. Ciro Matteucci di Pisa, vero signore e competentissimo cinofilo, proprietario di grandi setter inglesi ed irlandesi, la di cui frequentazione e competenza gli sarà d’aiuto, per i suoi preziosi suggerimenti nel campo dell’educare i cani.

Nel libro ringrazierà con” infinita riconoscenza” il Matteucci, che fu uno dei suoi primi più importanti clienti che diedero lustro e fama alla sua nuova professione.

Così come il cacciatore scrittore Barisoni scrisse che “cacciatore si nasce”, il Puttini scrive e dimostra che anche “istruttore cinofilo”..si nasce.

La sua carriera di addestratore diventerà in breve tempo così importante che dal mondo cinofilo gli verrà da tutti dato il meritato appellativo di “Mago”.
Verrà in seguito insignito del titolo di “Cavaliere” per alti meriti cinofili dai reali di Casa Savoia, dei quali cani fu addestratore e conduttore nelle loro cacce nei loro possedimenti a la Mandria di Torino e in altre famose località.

Visse nell’epoca più importante per lo sviluppo, e ne fu fra i fondatori, della Cinofilia Italiana, sempre in contatto coi più prestigiosi Giudici, quali: Giulio Colombo, il dr. Solaro, l’Avv.Cavalli e Valentini, il dr.Rautiis, grande allevatore di famosi pointers, il Conte Roncalli e tanti altri; ma il Puttini non temeva il loro giudizio, poiché presentava soggetti sempre al meglio della loro preparazione.

C’era molta selvaggina all’epoca ed era abbastanza facile allenare i cani ed organizzare prove importanti in molti terreni, diventati poi famosi, come Bolgheri, Castellina in Chianti, Campoformido, Borgo d’Ale ecc., per l’abbondanza di starne, ma il Puttini seppe imporsi nel campo soprattutto per le sue innate doti e capacità di capire ed istruire i cani, sia per le prove sia per la caccia.

Non disdegnava, e lo dice, l’uso delle quaglie catturate per iniziare i giovani cani all’istruzione e, col suo metodo “dolce” di addestramento, riusciva a formare i cani nel miglior modo, perché da acuto psicologo,con rapida intuizione, penetrava l’indole dei soggetti e li plasmava secondo il loro carattere.

Non avrebbe mai adoperato, a mio avviso, i mezzi elettrici in uso oggigiorno ma, come confessa nel libro, al ribelle ostinato ed ostico agli insegnamenti, una leggera frustata ( di sale o pallini) nel posteriore…gli fa capire che cane e fucile” vanno sempre in compagnia”.

Il collegamento è per lui basilare e il cane da caccia intelligente, prima o poi, comprenderà che per far carniere occorre sì il suo naso, ma anche il fucile del suo padrone.

Il requisito più importante per un istruttore è quello di “amare il cane”, capirne il carattere e di conseguenza variare l’istruzione secondo l’indole del soggetto, dell’intelligenza e del temperamento, perché non esiste un metodo unico di addestramento.

Ed infatti la sua crescente esperienza di istruttore professionista gli darà ragione, laureando un numero illimitato di campioni alle gare e bravissimi soggetti a caccia.

Nella sua scuola di dressaggio, nulla è trascurato, nessuna difficoltà è ritenuta ostacolo, a tutto c’è rimedio: occorre lavorare con costanza e con pazienza, senza indurre il cane in uno stato di fatica e di mala sopportazione dell’esercizio. Deve agli inizi ritenerlo un gioco, piacevole e non stancante. Con la sua lunga pipetta in bocca, il Mago, occhi verdi e penetranti, alterna instancabile i turni dei cani, fino al completamento del programma giornaliero di addestramento.

Il grande Giudice, allevatore, cinofilo e critico Giulio Colombo, nella sua prefazione al libro di Puttini, dice: “Io non condivido in tutto le opinioni dell’Autore, ma questi è di tale indiscussa capacità – (e dico io, lo dimostrano i risultati che ha raggiunto) – da farmi dubitare se non sia per caso io stesso nel torto là dove io dissento.”

Puttini era un personaggio serio, che incuteva rispetto e soggezione a prima vista, ma di squisita gentilezza e di piacevole conversazione.

Sapeva incantare chi lo ascoltava, e le sue argomentazioni erano così precise, argute e profonde, da convincere sempre chi gli faceva domande sui cani.

In maturità, Giudice lui stesso in importanti competizioni, saprà con cognizione valutare l’azione del cane, se in tipo per la prova,coerente alla razza e, con giudizi pertinenti sulla qualità e sulle doti del cane,consiglierà al proprietario se farlo proseguire nelle competizioni o ritirarlo definitivamente. Con uguale saggio giudizio si rivolgerà al cliente per il cane che ha in addestramento, perché sa che se il valore del cane non sarà proporzionato alla spesa, non vale la pena spendere soldi.
La sua onestà di giudizio è sempre apprezzata e il merito gli fu sempre da tutti riconosciuto .

Alla fine degli anni ’50,giovane studente, ma già appassionato di cinofilia competitiva, accompagnai un amico più anziano che coi suoi due setters Ticinensis di Ridella, partecipava a una prova classica a starne in Friuli nei pressi di Udine.

In quell’occasione, vidi e conobbi…di striscio… il famoso Puttini, che già Giudice affermato,ma molto anziano, presenziava in qualità solo di osservatore di un cane setter condotto dal suo aiutante Fanton.Fui subito conquistato dalla sua forte personalità e per la riverenza che tutti i presenti cinofili gli riservavano.

Pipa in bocca ed elegante con bianca camicia e cravatta, al margine del campo, osservava con attenzione i turni, ed alla fine della prova, con molti cani in classifica, con i giudici vicini e sollecitato da loro stessi, fece una relazione molto tecnica, veramente di alta cinofilia indicando, a suo parere, chi meritava il primo premio, cosa che, ça va sens dire, azzeccò fra gli applausi dei concorrenti e presenti alla prova.

Negli anni a venire, ebbi l’occasione di acquistare un suo cucciolone setter, Sting di Cerea (detto Jumbo per la sua felina potenza), figlio del grande Campione Pino di Cerea ; cane che poi mi darà molte soddisfazioni, vincendo alcune prove di caccia pratica su selvaggina naturale e che poi ,nelle mie cacce alpine,si rivelerà un grandissimo cane.
Fu anche maestro del mestiere e i suoi aiutanti Ziviani, Guandalini, Visentini e, soprattutto, Gigi Fanton, col suo esempio e con i suoi preziosi insegnamenti, si affermeranno tutti come addestratori professionisti.

Chi lo potrà poi ricordare con più affetto e riconoscenza sarà il suo prediletto allievo, il dresseur di setters inglesi e altre razze, con l’affisso di “Cerea”, Gigi Fanton; uomo di burbere maniere e aspetto, ma discepolo di forte memoria e vitalità, che dal Mago e Maestro ha recepito ogni risvolto e capacità del mestiere.

Stessa strada seguirà, per continuarne le qualità il fratello Ernesto e sulle idee dello zio, poi il nipote Gastone Puttini, a Gaggiano in località Bettolina, anche lui valente ed ancora allevatore e dresseur professionista, che tanti cani ha portato al successo e al titolo di Campioni in prove nazionali e internazionali .

Puttini muore a Cerea nel mese di giugno del 1962 a ottantasei anni.

Che dire di più ?
Oggi il grande Puttini, detto il Mago, fra i tanti Principi dell’addestramento dei cani da caccia, dopo i suoi maestri, il Vecchio, il Delor e l’altrettanto grande Delfino e, naturalmente, fra i tanti altri che più avanti andremo qui a valorizzare, lo possiamo definire come senz’altro il più famoso “Istruttore di cani da caccia”, cioè il Re.

La sua importante Opera.
Nel 1948 – QUARANT’ANNI DI ADDESTRAMENTO –(s.d.), edita da Ind. Graf. Ediz. Pizzorni, Cremona. In 16 di 185 pagine con 19 illustr. e 15 tav. Tratta della sua vita e del suo metodo di addestramento, suddiviso in VIII capitoli contenenti passo passo le fasi dell’ istruzione da lui suggerite ai cacciatori che vogliono addestrare il proprio cane da caccia con il suo metodo,partendo dalla fase di cucciolo fino al compimento dell’istruzione. Una Bibbia.

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2 Comments

  1. Enrico de sortis

    GRANDE GIANNI PUTTINI. HO CONOSCIUTO I LUOGHI DOVE HA VISSUTO E SONO STATO GRANDE AMICO DI UN SUO PUPILLO : GIGI FANTON – IL MAESTRO L’HO CONOSCIUTO ED APPREZZATO SEMPRE PIù DALLE PAROLE DI GIGI ALTRO GRANDE LUI E I SUOI CEREA

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