Lapponia

Cacciare il forcello in Lapponia non é la stessa cosa che ho descritto nella caccia al cedrone.

Pur vivendo nelle stesse foreste, questi selvatici presentano abitudini diverse e amano ambienti diversi.

Mentre il cedrone favorisce foreste vecchie e di alto fusto il suo cugino forcello vivacchia nei boschi giovani.

Abeti, betulline e sorbi di 3/4 metri, e/o ai bordi di quelle marcite che cosí frequentemente si incontrano nel sottobosco lappone.

Il bosco fitto non é il suo ambiente, invece ama spazi aperti dove lui può vedersi intorno e avere controllo su qualsiasi intruso che violi il suo regno.

Spesso in autunno i forcelli rifanno i ”giochi” nelle arene primaverili (ma in autunno, al contrario della primavera, non partecipano le femmine), ed é lí, intorno alle arene, che si soffermano a fare colazione (ed é lí che io normalmente li vado a cercare).

Forse come bellezza il forcello supera il cedrone ma la bellezza é sempre una opinione personale!.

L’eleganza di un forcello maschio e ben piumato é proverbiale tra i cacciatori di montagna e io devo ammettere che, per favorendo la caccia al cedrone, tutte le volte che mi sono trovato un gallo piumato tra le mani ne sono rimasto affascinato.

Vediamo come si svolge una azione di caccia tipica a questo tetraonide.

Premettiamo subito che il gallo forcello se disturbato pedina anche lui come il cedrone (in genere io ho costatato che tutti i pennuti maschi pedinano e sicuramente molto di piú che le femmine, sia che siano fagiani, starne o altro); ma il gallo forcello non la tira alle lunghe come il cedrone.

Lapponia

Difficilmente si imbrocca ma tende a mantenere una distanza di c/a 30/40 metri dal rumore che si avvicina e, se il rumore in avvicinamento persiste, non dimostra nessuna pazienza o tolleranza….attimo di ferma per ragionere sul da farsi …… saluta tutti e vola via (sempre che voi non abbiate la fortuna di essere nelle vicinanze!).

Naturalmente e per fortuna (per noi cacciatori!) ci sono anche delle eccezioni: se nel percorso di pedina incontra un bel abetino che ha i rami bassi e a contatto col terreno, puó rimanere tentato a nascondersi lí sotto e affidarsi all’immobilitá (lui non sa che il cane usa l’odorato).

Io, quasi tutti i miei galli, li abbatuti cosí:

1-sotto ferma del cane che puntava un abetino.

(Intendiamoci bene, il fatto che lui ama gli spazi aperti, non toglie che allo sfrullo si comporterá come una beccaccia. É un maestro a volare e mettere un albero o un ostacolo tra lui e le vostre canne).

2-segando via mezza pianta e il forcello che volava dietro di lei.

Quindi morale della favola: non cercate di prendere la mira, del tipo: ”qui lo vedo, li no!” Imbracciate immediatamente e tirate il grilletto fidandovi del vostro istinto.

Il cane per questa caccia deve avere una buona resistenza fisica (.. e anche voi!) perché, al contrario del cerdrone, voi (tu e il cane) dovrete cercarlo nei boschi giovani (quindi bassi) o nei terreni a marcita e sicuramente ambo gli ambienti presentano: muschi, morbiditá dove il piede sprofonda (spesso in acqua), insomma un sacco di fatica extra per le vostre gambe (vostre a quelle del cane).

L’attimo del tiro

Un consiglio pratico: non tentate di attraversare quegli slaghi cosí invitanti e aperti delle marcite perché spezzano veramente la gambe; meglio costeggiarli.

Vediamo qualche dato tecnico:

Condizioni metereologiche buone, ancor meglio se é una bella giornata di sole (tutto il contrario del cedrone!), con temperature vicino allo zero (io lo caccio sempre alla fine di settembre).

Piombo del 6 in prima canna e 5 in seconda con contenitore; a qualcuno potrá sembrare troppo leggero ma credetemi che se il tiro é ben fatto (alias: ”ci picchiate dentro”) e alla distanza giusta (se no, non si deve sparare!) lo fulminate in aria e inoltre in quel ambiente spesso si puó incontrare le pernici artiche (ma questa caccia la descrivo alla prossima puntata).

Abbigliamento leggero (con giacca nello zaino) e assolutamente calzature impermeabili oltre la caviglia se non volete andare con i piedi bagnati per tutto il giorno.

L’amico Moreno sulle Alpi Italo/Francesi

Schiamazzi zero, esattamente come con il cedrone; comunicazione a cenni con il cane (o al compagno di caccia) e senza fretta. Lasciate lavorare il cane, dategli tempo perché ogni marcita la dovrá esplorare canteggiandone i bordi.

Ultima nota: Io mi sono fatto l’opinione che i mirtilli al forcello (al contrario del cedrone) piacciono aspri o almeno io li ho trovati quasi sempre in quelle pasture per cui, di tanto in tanto, assaggiateli e sappiatevi regolare sulla validitá di cercare in quel posto.

Detto ció: In bocca al lupo!