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Il cane ha un’anima, occorre scoprirla. Trovatala è facile ottenere tutto ciò che si vuole“. Mulaz.   

Il modo migliore per comprendere il cane è porsi nella condizione che lui ci riconosca suo capobranco.  Pochi i concetti per addentrarsi in un mondo ancora in gran parte inesplorato. Il più importante però è nella consapevolezza che “l’apprendimento è il mutamento individuale temporaneo o duraturo di un modulo comportamentale innato, dovuto alle esperienze fatte dall’individuo a contatto con l’ambiente” (Brunnel).

Vi sono movimenti (coordinazioni ereditarie) innati che danno origine a reazioni conseguenti come accade quando un cane, messo in allarme da un rumore, aumenta l’attenzione e cerca di identificarne la fonte oppure, sul terreno, si concentra ancor più avendo avvertito un leggerissimo effluvio. I segnali vengono decodificati e selezionati nei centri nervosi e soltanto alcuni (stimoli chiave) possono poi dar origine a quelle reazioni definite “meccanismo scatenante innato“.

Gli atti istintivi fanno parte del patrimonio individuale. La femmina – ed è un esempio – anche se alla prima cucciolata – è già in grado di accudire i piccoli ed allattarli sapendo già in che posizione deve collocarsi perchè trovino i capezzoli. Prima del parto prepara il giaciglio e appena il cucciolo è nato taglia il cordone ombelicale.

Occorre inoltre distinguere fra atti appetitivi che indicano una richiesta e atti consumatori in cui avviene la reazione che può essere difficilmente bloccata. Esemplificando è appetitiva, cioè segnala un desiderio, l’azione del cane che prima di mettersi a riposo gira su se stesso manifestando la necessità di dormire o comunque restar accucciato mentre è consumatorio lo scatto per abboccare la preda.

Il movimento intenzionale consiste in un’eccitazione suscitata da uno stimolo ma alla quale non dà seguito e resta quindi appena accennata. Accade in addestramento quando l’allievo è costretto a riportare più volte un oggetto. Ci s’accorgerà che gradualmente sopravviene stanchezza fino a quando rinuncerà ad eseguire il comando. Si ha quindi un “affaticamento dell’istinto” e fate in modo di non constatarlo mai in un vostro allievo.

Il movimento alternativo è un comportamento di sostituzione a cui ricorre se non è in grado di incanalare nella direzione voluta la reazione. E’ facile constatarlo ad esempio quando si sta per mettere il guinzaglio per la passeggiata oppure nei preparativi per la partenza per la caccia: qualora ci si attardi comincia a guaire, girare su se stesso e persino grattarsi. Si ha la sostituzione di oggetto quando vi sono differenti emotività che si sovrappongono e la reazione avviene non sull’oggetto che l’ha provocata ma su un altro. Per questo quando al cane che riporta viene data una leccornia, un pezzetto di carne secca od altro cibo a lui gradito in modo da ricompensarlo non tanto per la prestazione in sè ma perchè rinuncia, lui predatore, al bottino. La reazione può anche scatenarsi in atti di sostituzione. Impossibilitato a raggiungere un antagonista che si trova al di là di una siepe morde un compagno di rango inferiore che gli sta vicino oppure prende in bocca un oggetto ed inizia a sbatacchiarlo.

La territorialità genera comportamenti specifici. Se  si trova in una zona che considera sua ha un comportamento dissimile da quello tenuto in altra. Si sente padrone e come tale agisce. Vi sono però anche riguardo al luogo precise distintizioni: la dimora di primo grado è il posto in cui dorme o mangia e non raramente mostra propensione a difenderla, di sicuro non la sporcherà mai. Nella dimora di secondo grado, zona confinante con la prima, tollererà la presenza di altri animali che considera però amici. I segnali scatenanti sociali (sono indicati anche come movimenti espressivi) altro non sono che azioni istintive per regolarizzare i rapporti fra simili. Pelo arruffato e muscoli in tensione in modo da far apparire il corpo più massiccio, sono segnali precisi al rivale a cui intende mostrarsi ancor più possente. Posizione sociale: ha notevole importanza nei rapporti non solo fra cani ma anche fra cane e padrone. Questi deve avere sempre la supremazia, essere considerato il capo, il punto di riferimento.  Distanza di fuga: è il limite entro cui un animale consente ad un altro che ritiene nemico di avvicinarsi. Se la distanza è inferiore a quella di sicurezza vi è un attacco che ha scopo difensivo. La distanza individuale  consiste proprio nel confine oltre cui un animale consente altro di stargli vicino. L’avvertimento è un modo per attrarre l’attenzione e lo si ha in caccia quando in ferma segnala l’ubicazione del selvatico o che comunque ci si trova in prossimità di una possibile preda. Proprio considerando il legame che si instaura fra ausiliare e conduttore si comprende anche la cosiddetta tendenza all’assimilazione: si manifesta quando pare che alcune doti o difetti dell’uno si rispecchino nell’altro e viene sintetizzata nel proverbio “come il padrone così il servitore“. Significa che il cane assimila anche parte del carattere della persona e così sarà ben difficile vedere un cane gioviale e festoso al guinzaglio di un individuo costantemente adirato.