A parte la “sagra” di notizie che abbiamo via via riportato relativamente alla passata annata anomala e l’attesa, tuttora in atto, di riportare un quadro europeo il più completo possibile. Vista una certa quiescenza della comparsa di altri dati (quelli francesi erano stati in parte via via sbozzati dall’ONCFS e ripresi dal CNB e già comunicati) o comunque di una discussione indispensabile in proposito….tanto per non dormirci troppo su e in risposta al sollecito dell’amico Peli, scrivo queste righe traendole dal quadro tracciato nell’esauriente articolo comparso sul recente numero (34/2018) dell’organo ufficiale del Club spagnolo Cazadores de Becada “Scolopax rusticola”.

Rientra nel “Progetto beccaccia” con i dati della stagione 2017/18 elaborati da Marc Pagès i Rubies e da Miguel Minondo Verdù (Presidente del CCB), raccolti da 175 collaboratori nelle Baleari, Asturie, Cantabria, Castilla Leòn, Catalogna, Navarra, Paesi Baschi. Iniziata nel 2006 l’iniziativa sta ben continuando con un costante aumento dei cooperatori.

Dopo una lunga analisi dell’andamento climatico mensile, si conclude che si può parlare di un autunno iniziato secco e caldo nella maggior parte del sud-ovest europeo che si è andato mitigando, soprattutto nel terzo settentrionale della Penisola iberica con i sistemi montuosi. Non altrettanto nelle zone dell’interno e dell’area mediterranea ove la siccità è stato il fattore predominante. Le temperature elevate e le scarse precipitazioni nevose nel nord Europa hanno caratterizzato l’inverno fino a metà gennaio, senza che si ripetessero le ondate di gelo degli altri anni.

In generale l’ ICA è risultato uno dei più alti delle 19 stagioni seguite (1999-2017), quindi tipico di un’annata molto buona. Ma localmente in tre (Castilla e Leòn, Paese Basco e Baleari) delle 8 regioni analizzate i valori sono stati sotto la media. Nel corso della stagione, ottobre è stato al di sotto delle speranze, mentre dalla seconda metà di novembre e dicembre ci sono state due forti calate. In gennaio uno spostamento (arrivo) di adulti rimasti indietro in Europa e mossi dal freddo di metà mese.

Il grafico dell’ICA dal 1999 al 2017 non mostra una chiara tendenza al basso o all’alto.

Il punto dolente, come altrove, è invece la percentuale di giovani nei carnieri: l’age-ratio è risultata la più bassa degli ultimi 6 anni (a partire dal 2012), pari cioè al 52,87 % (su 1767 ali esaminate), con 5,5 punti sotto la media (58,42% di giovani) della 19 stagioni di cui si hanno dati (1999-2017).

Quattro regioni sono addirittura rimaste sotto tale valore nazionale: Navarra (46%), Castilla e Leòn (40%), Catalogna (37%) e “Resto” (47%). A fronte altre hanno avuto age-ratio elevate (71% Cantabria, 64% Asturie, 60% Paese Basco, 70% Baleari). Evidente il forte contrasto tra regioni a seguito delle particolari condizioni meteo dello scorso autunno.

I pesi sono risultati nella media (306 g) e la % delle femmine al solito più alta (57%) di quella dei maschi (praticamente identica a quella della stagione precedente).

Sintetizzo una interessante primizia: Sulla stessa rivista L. Cazenave, responsabile della commissione meteo del CNB francese, descrive il primo monitoraggio di una traversata del Mediterraneo effettuata da una beccaccia radioequipaggiata dagli Spagnoli nell’isola di Maiorca nella primavera 2017 , andata in Russia, e nel ritorno autunnale, tra 13 e 15 novembre, a partire da un segnale dalla zona di Parma, le emissioni successive mostrano che muovendosi in direzione di Maiorca le condizioni meteo ne hanno deviato il tragitto condizionandola a raggiungere l’Algeria il 15 novembre, volando lungo il limite occidentale di una stretta depressione. In breve attraversando il Mediterraneo in circa 6 ore grazie ai venti che le hanno permesso di raddoppiare la velocità.