Chi conosce le mie idee non si meraviglierà di quanto andrò esponendo.

Dal momento in cui sono entrato in cinofilia mi sono sempre schierato per la prevalenza assoluta, schiacciante delle qualità naturali su quelle acquisite.

Se queste ultime, come ha sostenuto qualcuno, hanno un certo valore nel dare indicazioni sulla facilità maggiore o minore che può presentare il cane ad adattarsi all’educazione e possono in certo modo anche acquistare il carattere di trasmissibilità, tuttavia agli effetti della riproduzione e della ereditarietà sono ben lontane da avere l’importanza di quelle essenzialmente naturali e trasmissibili.

Nel passato vi furono discussioni e polemiche, e si arrivò anche ad affiancare alla gara classica una gara denominata « gara attitudini naturali » in cui le qualità in discussione trovavano la loro giusta e piena valutazione.

Le gare attitudini andarono a poco a poco in disuso per ragioni pratiche in quanto con la divisione tra setter e pointer (almeno a quaglie liberate) e tra continentali italiani ed esteri si era arrivati ad avere come minimo dodici gare in ogni manifestazione dovendo i programmi contemplare anche una gara per cani inferiori a due anni che si chiamano oggi «gare cuccioloni», « primi passi » ma la cui denominazione originale, caratteristica era quella di «derby ».

Ed è di queste gare che noi dobbiamo parlare e l’argomento è tanto più di attualità quest’anno in cui la Società S. Uberto di Genova ha re istituito, o meglio ripristinato, una gara del genere riesumando anche la denominazione classica originale di «derby» ed attribuendo a questa gara un carattere permanente ed un’importanza, soprattutto tecnica, superiore a quella della gara libera stessa, cosa che, del resto, noi approviamo pienamente.

Quello che invece non possiamo approvare è il criterio con cui queste gare vengono giudicate, criterio che non si scosta gran che da quello della gara libera quando non coincide affatto con questo.

Ho visto nelle ultime gare a selvaggina naturale, nella gara giovani svoltasi alla Cattanea e nello stesso famoso derby della S. Uberto di Genova, eliminare dei trialers. dei grandissimi trialers, uno perché fuori mano, un altro perché ha rincorso.

Ma che cosa hanno a vedere questi errori occasionali o questi difetti affatto correggibili con la classe di un cane che è la cosa che deve contare più di tutto in un derby?

Se le gare adulti o libere si fanno per vedere i riproduttori, i derby costituiscono la conferma del valore di questi riproduttori attraverso i loro prodotti, l’omologazione dei riproduttori stessi.

E questo interessa che avvenga il più presto possibile, prima perché il riproduttore possa essere sfruttato in tempo utile e non venga valorizzato quando è vecchio e non può più dare prodotti non diversamente da quanto avviene per un pittore i cui quadri acquistano valore quando è morto e non può produrne più, secondo per non mantenere inutilmente, almeno agli effetti delle gare e della riproduzione, dei mangia pane a tradimento, cioè dei cani che non hanno le qualità basilari. Non dico di sopprimerli, almeno la maggior parte di essi; si passino alla caccia pratica dove potranno anche eccellere ma non vengano ad infestare le prove sul terreno e ad imbrogliare le idee di qualche giudice, specie dei giovani, che non abbia in proposito concetti ben chiari.

Ma perché questa selezione possa avvenire presto, anzi prestissimo, è necessario che il giudizio di un derby si basi esclusivamente sulle qualità naturali; andatura, olfatto, decisione all’incontro, ferma, guidata, consenso. Vada il cane dove e come crede purché lo si possa vedere e seguire con l’occhio e rincorra magari anche a fondo.

Meglio se il cane è vergine di ogni istruzione perché così si potranno vedere al nudo le qualità ed i difetti.

Più presto avviene la selezione meglio è.

Bisogna anche tener presente che, molte volte, i veri grandi trialers, dal temperamento esuberante sono anche più lunghi da correggere oppure non conviene correggerli, trattenerli, per non frenarne lo slancio.

D’altra parte sono appunto questi che interessano di valorizzare e di valorizzare presto.

Di qui la necessità di non tener conto che delle qualità naturali.

Io rimango del mio vecchio parere anche nei riguardi delle gare libere ma se in queste, per ragioni non tanto tecniche quanto di opportunità, direi quasi di prestigio, è questo che le qualità acquisite debbono concorrere con quelle originarie, sostengo invece che nelle gare cuccioloni, primi passi o derby, che dir si vogliano, non si debba tener conto che delle qualità naturali e che sia dannoso agire altrimenti.