Caccia e prove a beccaccini tratto da “Il gazzettino del Beccaccino” organo ufficiale del Club del Beccaccino

So già che queste mie riflessioni sul discernimento dei cani che vanno a beccaccini saranno oggetto di discussione da parte dei beccaccinisti praticanti e non alcuni saranno del mio parere, altri mi criticheranno.

Tutti sappiamo come dovrebbe comportarsi il cane beccaccinista: rallentare (il cambio di passo) quando avverte la prima emanazione (sia di pasture, calde o beccaccini), risolvere, possibilmente senza fermare, le pasture e le calde, arrestarsi in presenza di beccaccini.

Consideriamo due convinzioni abbastanza generalizzate:

•è luogo comune affermare che il cane che non ferma pasture e calde non fermi neanche i beccaccini;

•è anche opinione generale che in generale il cane fermi l’odore del respiro dei selvatico e ciò è confermato dal fatto che un selvatico ferito che tende a trattenere il respiro è molto piùdifficile da individuare e recuperare. Anche nei “marais” francesi è evidente questa opinione sul comportamento dei cani, data dal fatto che il vento forte e costante porta al naso dell’ausiliare solo l’emanazione del beccaccino (il respiro) dissolvendo tutte le altre.

Ma allora mi chiedo: perché i nostri cani fermano anche le fatte, le calde e le piume?

La risposta sembra ovvia: perché non hanno discernimento. Ne siamo sicuri?

Credo che affermare che il cane che non ferma calde e pasture non fermi neanche i beccaccini sia giusto, l’odore del selvatico è composito e il beccaccino è uccello nervoso, il cane non lo può trattare come una quaglia. Farebbe brutte figure; l’importante è che quando si accorge che il selvatico non è presente risolva e riprenda la cerca.

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Tutto facile a parole ma il problema (per il cane) sta proprio qui, e cioè riuscire a capire quando il selvatico non è presente.

Diamo per scontato che il cane ferma quando l’emanazione è molto forte; quando quest’ultima è tenue,   cerca   di   risalirla   fino   a   che   la   stessa   aumenta   abbastanza   per   farlo   fermare,   oppure diminuisce fino a fargli riprendere la cerca.

Ora   non   sappiamo   se   tutti   i   cani   hanno   la   stessa   potenza   di   naso   perché   non   abbiamo   un apparecchio che possa misurare tale potenza, però sappiamo che pochi cani hanno la sensibilità (potenza di naso) di avvertire e fermare i beccaccini. Non mi interessa sapere il perché questo avviene ma come avviene.

La domanda è: perché un cane ferma in presenza di pasture o calde e un altro sulle stesse pasture o calde fila e se ne va? Il fatto che il primo fermi può indicare che ha un gran naso e che il secondo ne abbia di meno, oppure anche il contrario.

Nelle   mie   esperienze   di   caccia   ho   avuto   cani   che   filavano   sulle   pasture   ma   che   ogni   tanto sfrullavano o lasciavano sul terreno qualche beccaccino, ed altri che fermavano qualche pastura o calda in più ma che difficilmente sfrullavano o lasciavano indietro i beccaccini.

Io penso che il cane che ferma anche qualche calda o pastura abbia più naso di quello che fila sulle pasture e che ferma solo il beccaccino. Il primo farà fare al cacciatore più strada per andare a servirlo anche quando non ci sarà il selvatico (cosa da non sottovalutare dopo ore di spaludamento) mentre il secondo rischiando di più di sfrullare ti farà sicuramente sparare su ogni ferma.

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Tutto questo per quanto riguarda la caccia e i cani da beccaccini che sono lasciati liberi di riportare, di rincorrere il selvatico e che non sono oggetto di dressaggio.

Nelle prove il problema del discernimento aumenta perché la correzione al frullo è una costrizione che provoca nel cane un’ulteriore tendenza a fermare anziché a risolvere.

Come ho già detto la mia preferenza va al cane che fa qualche ferma in bianco in più rispetto a quello che risolve rischiando qualche frullo di troppo: specialmente quando il selvatico non è numeroso e poche sono le possibilità di fare qualche fucilata.

Tornando al tema principale, e cioè il discernimento, ogni cacciatore farà la sua valutazione in base alle esperienze che i suoi cani gli avranno fatto vivere a caccia e anche in prova.

E’ fuori di dubbio che in prova il cane che riesce a discernere le emanazioni senza effettuare ferme in bianco e finire con il punto avrà più possibilità di raggiungere  una  buona classifica. Spesso tra gli amici cacciatori, che frequentino o no il Club del Beccaccino, si sentono magnificare le doti dei loro ausiliari, che non solo filano e fermano i beccaccini ma che mai fanno ferme in bianco.

Personalmente credo che cani del genere non esistano (e se esistono non ho mai avuto la fortuna di vederli): tutte le volte che qualche amico mi ha fatto vedere il suo cane, quest’ultimo se fermava un buon numero di becchi faceva anche qualche ferma in bianco.

Parlo di cani che fermano i beccaccini! Non di quelli che dopo averne sfrullati una decina riescono a fermarne uno per sbaglio!

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Questi sono i pensieri che mi frullano ogni tanto in testa cercando di capire, al termine di una giornata di caccia, quello che è avvenuto: non rappresentano una verità o una certezza!

Sarei lieto che qualcuno dopo aver letto queste note si faccia sentire, per confermare o contraddire il mio ragionamento spiegandone il motivo.

L’unica certezza nella caccia al beccaccino è la passione spropositata che prende sia il cacciatore che il suo ausiliare nell’ultima vera caccia classica esistente col cane da ferma

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