Dir è fremente, rizza le orecchie, fiuta l’aria con le nari dilatate, i muscoli sono tesi e la testa alta.
– Buono Dir !- gli mormoro a bassa voce.
Il cane pare acquietarsi, mi guarda un attimo, interrogativo, e poi in piedi scruta di nuovo verso il monte. Il suo profilo caratteristico di pointer si staglia a fatica nel buio sullo sfondo del cielo, ove brillano ancora le stelle….

Un timido principio di luce si rileva a oriente e pone un alone violaceo sul massiccio del Cancervo; sulla cima del Venturosa vi è un accenno di pallido rosa, ma nel fondo della valle domina ancora la notte….

Il giorno ha avuto meno fretta di noi. Il cielo è ancora stellato e un’aria fina e pungente suscita nelle mie ossa brividi di freddo, come altri brividi fan tremare, però per l’attesa, Dir accucciato al mio fianco.

Sul bordo del sentiero, seduto sull’avvizzita erba ottobrina, attendo i tanto attesi rumori e le voci della natura in risveglio: il rugolar o il soffiar di un vecchio gallo sulla cima di un rinsecchito larice o il cerleccare stridente di un gruppo di coturnici fra i sassosi canaloni del Gér, che è lì al buio davanti a noi.

Nell’aria vibra un messaggio misterioso, che sfiorando cime e prati, trasporta il profumo dei pascoli d’autunno giù per le vallate, e che fra poco porterà, col chiarore dell’alba, un fremito di nuova vita giù nei campi e nei casolari dei monti brembani di Taleggio e della lontana pianura padana.

Qualche lume si accenderà timidamente, quasi pavido di turbare l’immobilità e i silenzi della notte; qualche altro cacciatore si metterà in moto sui sentieri, e altri ancora, come me, all’erta sono già in ansiosa aspettativa di caccia.
..E’ giorno di apertura. E’ passato un lungo anno di attesa.

Corrono adesso i miei pensieri, leggeri, ma fissi e concentrati sotto quel cespuglio di ontani o in quelle anfrattuosità dello scosceso rivone, dove una brigata di cotorne se ne sta immobile come un mucchietto di penne inermi. Forse la vecchia già rialza e ruota il capino, scrutando il cielo con stelle che stanno sbiadendo e che perdono tremolio e splendore. Ancora un po’ di attesa, poi dopo un canto sfrenato alla luce che avanza, in volo lasceranno il rifugio notturno per raggiungere come sassi in picchiata le zone di pastura.

Dir si agita di nuovo; l’accarezzo e sento aumentare i tremori. Passo una mano sulla sua testa liscia di seta, ma seppur avido di carezze, ora mi sfugge e guarda lontano, fisso davanti a lui, agli strapiombi del Gér. Ha già qualche anno sulle spalle ed è consapevole del momento che si avvicina; le mie stesse emozioni si agitano in
…Un pallido chiarore accende le rocce…tendo l’orecchio, per meglio percepire…Ecco il momento!
Ci . . . ciack . ciciciak..cek..cek..
Il mio cuore dà un balzo… Dir strattona…e tremante rialza le orecchie e guarda fisso verso il canto….
All’improvviso un metallico …brrrr…brrrr…mi segnala che le coturnici sono picchiate verso il basso…

Finalmente il cielo, inondato dal nuovo chiarore, assume tenuissime sfumature di azzurro.. e l’ultima stella sta languendo a occidente verso il Resegone..
In bocca al lupo !

E il carniere? Ci fu, ma non è la cosa più importante.
Romano Pesenti
CACCIA IN VAL BREMBANA — (rivista) 2004