Molti scrittori/cacciatori hanno scritto del pointer. Sintetizzo in poche righe il loro pensiero su questo “signore del vento”.

Giulio Colombo. Da “Il cane da ferma”. — Il pointer e le due razze di setters, l’inglese e l’irlandese sono i cani della brughiera, dei risi, della montagna a rada vegetazione, dove c’è da far strada se si vuole scovare e risparmiare tempo e passi; …. Io impiego il pointer anche a beccaccini e me ne trova, soddisfatto e non condivido affatto l’opinione di chi li piange come sacrificati.

Eugenio Craveri. Da “Il pointer”.- Anche in montagna dove occorre che il cane arrivi dove l’uomo non può giungere; che abbia non solo la caccia nel sangue, ma che galoppi e corra come un fulmine. La sua velocità farà risparmiare molto fiato a voi e molto tempo a tutti e due.

Fiorenzo Fiorone. Da “Il Pointer”. – Fiorone cita il parere di Lorna Lowe, reputatissima allevatrice di pointers in Inghilterra. “Se io dovessi oggi riavviare un altro allevamento di pointers, mi proporrei d’importarne dall’Italia. Io penso che in Italia abbiano i migliori pointers del mondo”.

Enrico Oddo. Da “Field Trias”. — L’abbattere un capo di selvaggina levato dal bastone della scaccino può esser, per un certo senso, caccia: L’uccidere dopo aver reperito il selvatico con l’ausilio del cane, in impiego ortodosso, è Arte. (Quando il cane è un pointer, è Arte in paradiso).

Giuseppe Solaro. Da “Il pointer”.- Noi possiamo affermare che il pointer moderno, ha circa cinquant’anni di vita; di vita gloriosa, aggiungiamo, perché forse nessuna razza canina s’irradiò nel mondo con tanta improvvisa prepotenza e conquistò i favori dei popoli. Dalla Scandinavia al Sud-Africa, dal Canada alla Terra del Fuoco, all’Australia e anche altrove; dal clima morbido del Mediterraneo a quello crogiolante dei Tropici, in tutte le latitudini e a tutte le longitudini noi troviamo questi cani sempre pronti a scattare, sospinti dal loro animo indomabile, e ad irrigidirsi in quelle ferme d’istinto e di stile che fanno fremere e gridare al miracolo.

Felice Steffenino. Da “Il pointer moderno” (prefazione di Giulio Colombo) ….Prerogative funzionali si accompagnarono a caratteri somatici associati alla velocità e ne sortì una macchina funzionalmente, se non perfetta, efficacissima tra tutte: il pointer moderno, sinonimo di ferma, tanto nomini nullum par elogium. Il signore del vento: ” Il cane da penna deve portare la testa alta e fiera ed è così che esso è maggiormente signore dell’aria e cade meno tra la selvaggina all’improvviso”. (Dialogos de la Monteria.- Anonimo).

Stefano Vitale Brovarone. Da “Il pointer”. Dalla Premessa….omissis…”Scusandomi quindi per l’impudenza, dirò quel poco che so, cercando anche di non lasciar trasparire più di tanto la mia convinzione che questo cane sia il migliore tra quelli da ferma: sono innamorato ed allevo setter irlandesi, ho un’appassionata ammirazione per gli springer spaniel, che mi emozionano, anche se non fermano, ma sono convinto che non esista niente di più perfetto ed esaltante del pointer”.

Franco Zurlini. Da ” Il pointer” Prefazione: Ho chiesto a mio padre il dono di un cane, quando i miei coetanei chiedevano in dono una bicicletta e vivo il ricordo della mia prima starna quasi con la stessa intensità con cui vivo il ricordo della mia prima donna. Ho avuto il mio primo pointer, quando portavo i calzoni alla zuava e, da allora, ho amato questa razza di un amore esclusivo, apprezzandola tanto più per quanto più apprendevo ad apprezzare le altre.

Ultimo dopo questa carrellata di esperti pointerman, desidero trascrivere l’incipit di un mio racconto: “La prima beccaccia è come il primo amore”  Una volta, parlo degli anni cinquanta, i figli della borghesia cosa chiedevano al papà per la raggiunta maturità? Non la macchina come ora, ma l’agognata Vespa o la Lambretta. Cosa chiesi io? Un cucciolo di pointer… leggevo su Diana che a Cecina abitava l’allevatore Meucci, proprietario di tanti campioni. Per farla breve a marzo partivo in treno per Cecina e me ne tornavo a casa con una pointer di due mesi, Kira, che fece il viaggio di ritorno fino a Milano sulla mia pancia. Non credo vi fu mai un imprintig più efficace. Da allora, e son passati quasi sessant’anni solo pointers, in montagna, nel bosco, in collina, in palude; insomma dappertutto e per tutte le cacce. Qualcuno afferma che altre razze utilizzate sono più numerose sottintendendo che sono più brave. Che dire? Anche le Panda sono più numerose delle Ferrari. Prosit.

Giorgio Bracciani