Quali sono i dati più significativi .
Il metodo ha consentito di studiare le strategie migratorie, tempistica, velocità e stop-over, l’identificare i territori di nidificazione, ha confermato l’attitudine alla fedeltà ai luoghi di svernamento. L’analisi di tutti i percorsi e relative tempistiche, soste più o meno prolungate, permette oggi di prevedere in futuro ulteriori ricerche relative alle condizioni climatiche, meteorologiche ed ambientali. La migrazione prenuziale si è sviluppata mediamente in 40 giorni, con percorsi tra 5000 km e 10.000 km ad una media giornaliera di 170 km al giorno.
La migrazione primaverile si svolge rapidamente su direttrici molto rettilinee, cioé senza deviazioni, e man mano che le beccacce si avvicinano ai territori di nidificazione le soste sono sempre più brevi : si conferma quindi la necessità già conosciuta di arrivare per primi sui territori dove accoppiarsi “competizione” e nidificare. L’efficienza dello “zainetto telematico” diminuisce nel territorio di nidificazione per via dell’ambiente boschivo poco illuminato direttamente dal sole ( batterie solari) e l’abitudine di pastura notturna.L’acquisizione più importante è stata certamente l’aver documentato con certezza che i luoghi di nidificazione sono molto più ad Est di quello che si era sinora pensato e stabilito. È interessante rilevare che una beccaccia catturata ed attrezzata in Inverno nei Paesi Baschi è migrata ad Est costeggiando la Francia mediterranea , poi attraversando l’Italia del Nord a sud delle Alpi e proseguendo per Croazia e Russia .
Tutte le altre sono sfilate decise attraverso Francia, Germania, Polonia e Paesi Baltici verso la Russia orientale, tranne una risalita a nidificare in Finlandia .
Raramente nell’esperienza Spagnola è stato possibile monitorare compiutamente il volo migratorio autunnale a causa delle batterie solari scariche. Si è però verificato che dopo un prolungato silenzio satellitare qualche batteria abbia ripreso a funzionare una volta giunta in zona di svernamento.
Notizie estrapolate dalla rete, in particolare da “La Beccaccia scientifica di Enrico Cavina”
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